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STEFANO: Prego, entrate… (Entra Daniele). Prima le signore… (Daniele non apprezza la battuta. Entra Carla e subito dopo Laura.) CARLA: Qui non c’eravamo mai stati. LAURA: Nemmeno noi, no Danny? CARLA: E non è il nostro orario... Ce l’ha chiesto un paio di settimane fa se potevamo venire oggi perché… Però, non è male questo posto. LAURA: (Guardandosi intorno con attenzione). Sì, mi piace, è accogliente. DANIELE: Bah, secondo me non è niente di che… Piuttosto anonimo direi (Daniele va verso il set degli alcolici) LAURA: Anonimo? Cosa avrebbe dovuto metterci Antonia? Una foto del suo matrimonio? È moderno. Mi piace un sacco. CARLA: (Parlando del Thermos) Ecco Stefano, quello che cercavo era proprio così… Per quanto ne so questo studio ce l’ha in affitto, o credo che lo divida con altri psicologi. Mi pare che ci avesse detto una cosa del genere, no Stefano? STEFANO: Sì, mi pare di sì… Ma… Non eravamo tre coppie? (Rivolgendosi all’esterno) Forza, entrate, non fate i timidi. (Entrano Roberto e Agnese.) I pazzi sono tutti dentro? Allora chiudo! (Chiude la porta) AGNESE: Ma è una cosa collettiva? STEFANO: Così pare… DANIELE: Aspetta, manca Antonia… LAURA: Beh, arriverà… Antonia ci riceve sempre nell’altro studio. Noi ci andiamo sempre il lunedì, ma ci ha chiesto di venire oggi perché sarebbe stata una seduta diversa. A me quest’orario comunque va anche meglio visto che domani è sabato e non lavoro. Però non avevo capito che fosse una terapia di gruppo. DANIELE: Quanto mistero. (A STEFANO e Carla) Voi avete idea di cosa dovremmo fare? CARLA: No. pag. 3 DANIELE: Conoscevate questo posto? CARLA: No. DANIELE: (A Roberto e Agnese) E voi? ROBERTO: Neppure. AGNESE: No, io vado sempre nello studio che ha… LAURA: (A Daniele che sta servendo da bere) Ma che fai? Smettila! DANIELE: La segretaria ha detto che potevamo prendere quello che volevamo. E non gridare con me, cara, ti prego. LAURA: Sì, scusa… Ma non puoi aspettare almeno fino a quando non sapremo cosa dobbiamo fare? (Daniele mette giù il bicchiere e con espressione infastidita) CARLA: Oggi fa piuttosto freddino, non vi pare? Ho dovuto mettere la giacca pesante. LAURA: Hai fatto bene. STEFANO: (Mentre esamina le buste.) Oggi a Fregene è stato il giorno più freddo degli ultimi dieci anni. Alla radio hanno detto che in spiaggia hanno persino avvistato dei pinguini e un orso polare. DANIELE: (Ironico) Ah, che spiritoso! CARLA: Che c’è lì? STEFANO: (Mentre esamina le buste) Un biglietto della psicologa. CARLA: Di Antonia? STEFANO: Sì. E delle buste. CARLA: Cosa c’è scritto sul biglietto? (Va verso STEFANO. Poi si avvicina Daniele) STEFANO: Lo leggo? (Tutti a modo loro fanno cenno di sì. Legge il biglietto) Salve a tutti. Come prima cosa, voglio dirvi che nessuno di voi si è sbagliato. Ho convocato le vostre tre coppie insieme perché la seduta di oggi la condurrete voi. AGNESE: Non lo sapevo. STEFANO: Credo che tutti voi abbiate sentito parlare della terapia di coppia in gruppo. Ed è proprio quello che farete stasera. Sarà un’unica seduta, e poi ciascuna coppia ritornerà al solito giorno e al solito orario. Riguardo a quello che pag. 4 dovrete fare, sul tavolo ci sono diverse buste che dovrete aprire rispettando l’ordine numerico… DANIELE: (Levando di mano la busta a STEFANO)… Quindi ora, per favore, aprite la busta numero uno e cominciate la seduta. Sono certa che questo incontro sarà molto utile per tutti. Antonia. CARLA: È tutto? DANIELE: Sì… strano, no? CARLA: Allora dobbiamo aprire la busta numero uno, giusto? LAURA: Aspettate… Non dovremmo prima presentarci? Lo dico perché io non conosco nessuno di voi. DANIELE: Nessuno si conosce, Laura, non hai sentito quello che ha letto…Come ti chiami? STEFANO: Stefano. Ma potete chiamarmi Stiv, che è più informale. DANIELE: Steve? STEFANO: Sì, Stiv con la i come l’attore. DANIELE: Stiv? Come la i? STEFANO: Esatto (scandendo) S T I V. Come “Stiv” Mec Quin! DANIELE guarda Laura e scuote la testa, Laura fa segno di lasciar perdere STEFANO: Intanto potrei aprire la prima busta e vediamo che dice… Magari ci capiamo qualcosa, che ve ne pare? TUTTI: Sì, sì… CARLA: Dai, aprila. (STEFANO apre la busta numero uno e comincia a leggere, davanti allo sguardo attento degli altri) STEFANO: (Leggendo) Busta numero uno. Questo è il vostro primo compito. In questa fase ognuno di voi dovrà dire il suo nome e cosa fa nella vita. Una volta che avrete finito e sarete tutti d’accordo, aprirete la busta successiva. Molto importante. DANIELE: Perché enfatizzi così? pag. 5 STEFANO: Perché “molto importante” è sottolineato. (Daniele diffidente si riavvicina a STEFANO) Chiunque vorrà parlare o chiedere qualcosa, dovrà essere ascoltato dal resto del gruppo. E, cosa non meno importante: prima di aprire la busta successiva, uno di voi dovrà sempre suonare la trombetta (vuvuzela?) che c’è sopra il tavolo. (Indica la trombetta) DANIELE: (esibendola) Trombetta… STEFANO: Consideratelo un rito per organizzarvi e per avvisare che sta per essere aperta una nuova busta. Non vi preoccupate per l’orario. Potete fermarvi tutto il tempo che vi serve. Quando ve ne vorrete andare un vigilante vi aprirà la porta per uscire. DANIELE: (Gli toglie di nuovo il foglio dalle mani) Vi ho fatto venire un venerdì sera proprio perché siate più rilassati e possiate parlare di tutto senza dover avere lo stress dell’orologio. STEFANO: Beh, a me questa idea piace. CARLA: (Dubbiosa) Davvero? Io sono un po’ sorpresa, non mi aspettavo una seduta del genere. STEFANO: (A Carla) Potrebbe essere divertente. DANIELE: C’è qualcosa che non mi torna. (Apre la porta e si affaccia all’esterno. Fa un gesto, che ripeterà ogni volta che dirà questa frase nel corso della commedia.) Qui gatta ci cova… CARLA: Perché dici così? LAURA: Non farci caso, è sempre così… sospettoso. ROBERTO: (ad Agnese) Caffè? (Lei annuisce) LAURA: È convinto che il mondo si organizzi apposta per rovinargli la vita. DANIELE: (Sorridendo indica Laura) Sì, e anche mia moglie. CARLA: Intendi che noi saremmo stati scelti per qualche motivo? DANIELE: No, no, non lo so, non mettermi in bocca parole che non ho detto. LAURA: Dai Daniele, siediti. Non fare come il tuo solito. DANIELE: Quello che voglio dire… è che insomma, non ho niente di personale contro di voi, ma non mi piace parlare delle mie cose con degli sconosciuti. AGNESE: Anche Roberto è così. pag. 6