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Viaggio nel tempo! Ecco, il momento era arrivato! Aiutai Gian e Leonardo a trasportare sul tempocottero tutto quello che sarebbe servito. Per ultimo fu caricato un cilindro metallico perfettamente liscio e lucente, alto circa cinquanta centimetri e largo venti: la pila all’ixium, il nuovo elemento scoperto dalla Professoressa, il cuore della macchina del tempo, la fonte dell’energia che ci avrebbe trasportato nel passato. A quando risale la morte di Ötzi? – chiese Castelli. Le prove al carbonio 14 attribuiscono alla mummia un’età di circa cinquemilatrecento anni – rispose Gian. Un po’ vaga… osservò Castelli Come faremo a indovinare l’anno esatto? Torneremo indietro di cinquemilatrecento anni, poi passeremo di anno in anno: sarà per noi come sfogliare le pagine di un libro spiegò la Professoressa. Prendemmo posto nel tempocottero: il motore a turbina si mise in moto, le pale iniziarono a girare sempre più velocemente, finché il velivolo si staccò da terra e iniziò a volare. All’interno nessuno fiatava: eravamo tutti consapevoli che le nostre esistenze stavano per sfidare le più elementari leggi della natura: ogni cosa nell’universo scorre in avanti, noi, invece, stavamo andando al contrario! Il tempocottero volava veloce: in pochi istanti, arrivammo al luogo del ritrovamento di Ötzi. Ecco gridò Gian ci siamo! Tocca a lei, Professoressa la esortò Castelli. La Professoressa iniziò a battere sulla tastiera e chiese ad alta voce: Andiamo? Sì rispondemmo tutti trepidanti e all’unisono. Alla lieve pressione sul tasto di invio del computer di bordo il tempocottero iniziò a scuotersi. Il paesaggio cominciò a divenire evanescente, come se fosse stato improvvisamente avvolto da una vampata di vapore e poi svanì… finché il paesaggio attorno a noi pian piano uscì dalle tenebre: era il medesimo, ma sotto di noi il ghiacciaio appariva più esteso. Avevamo risalito la linea del tempo di ben cinque millenni! Il grande balzo era compiuto! Prima di “sfogliare le pagine del tempo” per individuare l’anno preciso della morte di Ötzi, decidemmo di esplorare la valle che si stendeva davanti a noi. Dopo qualche istante di volo, sulle rive di un torrente comparve un villaggio: le costruzioni erano costituite da casupole di tronchi, con il tetto spiovente di paglia sul quale era stata praticata un’apertura che permetteva al fumo di uscire. Attorno alle capanne si vedeva qualcosa di molto simile a un orto recintato e altre zone coltivate si potevano osservare al di fuori del villaggio. La cosa più incredibile, però, furono gli abitanti del villaggio, che non fuggirono spaventati di fronte al tempocottero librato a mezz’aria, ma uscirono dalle abitazioni salutando festosi. Subito notammo un uomo biondo e molto alto rispetto agli altri, con i capelli che gli scendevano sulle spalle e la folta barba. L’uomo ci salutava come se fossimo dei vecchi amici e, al pari degli altri, ci faceva dei larghi cenni di scendere a terra… era l’uomo di Similaun?