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Gli dei nei poemi epici: che caratteristiche hanno? Come si comportano? E come si comportano gli uomini verso di loro? Dopo aver tratteggiato un’introduzione generale, scegli alcuni episodi significativi e commentali, cogliendone il senso fondamentale. Le divinità hanno sempre avuto un ruolo centrale nella cultura classica, e così è anche nei tre principali poemi epici dell’antichità.  Si possono riscontrare diverse analogie nelle tre opere, dettate in parte dal fatto che, pur modificando le proprie preferenze nel corso della storia, gli dei rimangono figure fortemente bidimensionali. Come prima cosa è evidente la forte presenza di caratteristiche tipiche degli umani, infatti provano invidia, amore, collera e compassione proprio come i mortali. Inoltre tutti mostrano affezione, o in alcuni casi avversione, per un particolare personaggio, per una singola fazione o per un'intera città. Questa particolare caratteristica li porta ad intervenire più volte in maniera diretta nella vicenda, in alcuni casi modificandone l'esito, mentre in altri con l'intento di favorire il fato. È comune a tutti una completa sottomissione a quest'ultimo, che non hanno la possibilità di modificare in alcuna maniera.In alcuni casi le divinità si mostrano sotto mentite spoglie, anche se spesso vengono riconosciuti dai mortali a causa di caratteristiche divine che mostrano anche nella propria forma umana. Le principali differenze sono dettate dalle caratteristiche delle singole divinità, che per raggiungere gli scopi desiderati sfruttano i talenti e mezzi di cui dispongono. Cambiano anche le ragioni per cui intervengono in un conflitto e le cause dell'ira o dell'invidia, generalmente legate al mondo dei mortali. Alcuni agiscono in conseguenza di legami di sangue con i personaggi, altri invece sono mossi da affronti ricevuti, caratteristiche a loro comuni, o anche sentimenti per alcuni degli eroi. Gli uomini in generale mostrano timore e rispetto per gli dei, anche se capita che li offendano o manchino volontariamente loro di rispetto, ribellandosi. Alcuni eroi, figli di divinità, contano molto sul supporto dei genitori, domandando loro numerosi favori, mentre altri domandano aiuto al dio con cui hanno un particolare legame, dettato da amore o da analogie nel modo di agire. Nel proemio dell'Eneide incontriamo Era, moglie di Zeus, che tenta in tutti i modi di sfavorire l'eroe, cosciente del fatto che egli fonderà la stirpe di Roma, destinata a distruggere la città a lei più cara in assoluto, Cartagine. Era porta inoltre rancore nei confronti dell'intero popolo troiano, a causa del rifiuto di Paride e del rapimento da parte del marito del giovane Ganimede. Era non modifica il suo atteggiamento verso la fazione che disprezza, ma semplicemente nell'Eneide si va ad aggiungere, come causa dell'ira, il timore del futuro “della sua prediletta”. Enea al contrario non mostra disprezzo per la dea, ma rimane sempre rispettoso e pio, senza esprimere giudizi o fare volontariamente sgarbi a questa. Atena agisce invece a favore dei greci, favorendo in particolare Odisseo, per diversi motivi. Anche lei è stata offesa da Paride, ma interviene fingendosi Deifobo nel momento in cui Ettore sta per morire, non favorendo in realtà Achille, ma bensì il fato. Aiuta Odisseo poiché questi ha caratteristiche che lei stessa ammira: è accorto, saggio, abile con le parole e valoroso. Atena supporta perciò sempre la stessa fazione, ma spinta da differenti motivazioni, non sempre legate a fatti personali. Ulisse conta molto sull'appoggio di Atena, e le si dimostra devoto, comportandosi in maniera accorta. Inoltre anche telemaco, che la incontra mente questa ha sembianze umane e che la riconosce, mostra grande rispetto nei suoi confronti e si affida al suo giudizio, seguendo le indicazione che questa gli impartisce. Afrodite supporta i troiani, poiché scelta da Paride e poiché madre di Enea, e difende anche il primo quando questi si trova in punto di morte. Le motivazioni che la legano alla fazione che supporta sono perciò di sangue e anche dovute da particolari attenzioni ricevute. Contro di lei si impone Elena, che non solo la insulta, ma si rifiuta addirittura di compiere il suo volere. Questa è una delle uniche figure che si oppone al volere divino che mostra poco rispetto nei confronti della dea, pur sottomettendosi a lei in seguito ad una minaccia. nonostante il lieve favoritismo per la fazione greca, dettato da una richiesta di Teti, Zeus si mantiene quasi imparziale, mobilitandosi solo per favorire il corso del fato. Sia nell'Iliade che nell'odissea interviene facendo in modo che il destino si compia, in una mandando Atena a sfavorire Ettore nel suo scontro contro Achille, e nell'altra mandando Ermes ad Ogigia, per fa si che Ulisse torni a casa.