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Ciao Virgilio e grazie di essere qui con noi oggi, so che non ami molto stare sotto i riflettori e sono contenta che per noi hai fatto quest’eccezione. Iniziamo subito con le domande: tu sei molto riservato e non ami parlare di te, ma una tua biografia dettagliata possiamo attribuirla ad Elio Donato, il quale tra le altre cose ci ha parlato di un’esperienza significativa che coinvolse la tua famiglia. Sappiamo infatti che, dopo la battaglia di filippi, il principe Ottaviano ha voluto ricompensare i veterani con delle terre, tra cui c’era quella appartenente alla tua famiglia. Come hai reagito? E come hai sopportato successivamente di lavorare per il principe? Virgilio tu sei stato protagonista di una delle produzioni letterarie più importante di tutti i tempi: la Divina Commedia di Dante. Ovviamente non hai avuto occasione di conoscere il padre della letteratura italiana perché è vissuto quasi 1300 anni dopo di te ed in un contesto completamente diverso, ma come ben saprai egli ti affida il compito di scortarlo fino al Paradiso, nonostante la tua fede pagana. perché pensi l’abbia fatto? Tra il tuo patrimonio letterario, sono tre le opere che ti hanno reso lo scrittore latino importante che sei oggi: la Bucoliche, le Georgiche e l’Eneide. In particolare quest’ultima, viene associata ai grandi poemi epici greci, nonostante tu avessi espresso la volontà di bruciare gli scritti prodotti fino al giorno in cui ti sei ammalato. Perché hai rischiato di non dare mai luce all’opera che ora è considerata un pilastro della letteratura? Bene, ringraziamo Virgilio per la sua disponibilità e ci vediamo alla prossima intervista!