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Kotoku Wamura. Quando la consapevolezza che non siamo invulnerabili può salvarci la vita. LA POSSIBILITÀ DI MORIRE È UN DATO DI FATTO. Possiamo camuffarla con tutti i metodi che vogliamo, che potrebbero anche darci momentaneamente l’illusione di non dover essere soggetti a questo fenomeno. Ma così facendo non contribuiamo a creare una vera serenità, né una vera sicurezza nella nostra vita. Perché? Perché io e te non siamo invulnerabili e far finta di esserlo non ci rende tali. Possiamo farci male. Possiamo ferirci. Possiamo ammalarci. Possiamo morire. Molto spesso proprio a causa del fatto che, per quella che potremmo definire scaramanzia, evitiamo di pensare a queste circostanze e manchiamo di attuare idonei comportamenti che ci consentono di PREVENIRE, EVITARE o RIDURRE tali eventualità spiacevoli. Sicuramente alcune VARIABILI sono indipendenti dalla tua volontà. Ma altre, invece, sono sotto il tuo pieno controllo. La scelta sta a noi: possiamo espandere l’area sottesa dal nostro controllo, oppure vivere in balìa di fattori esterni dei quali perderemo completamente il dominio e questi fattori, prima o poi, potranno ucciderci. Per comprendere meglio questo aspetto facciamo un salto indietro nel tempo. È l’11 Marzo 2011, ci troviamo a Miyako, in Giappone. Ore 14.46 locali. Improvvisamente un boato irrompe ovunque. La terra inizia a tremare. Un terremoto. Il Terremoto. La magnitudo è pari a 9, la più potente mai registrata in Giappone e la quarta a livello mondiale. La terra continua a scuotersi per 6 interminabili minuti. Poi si placa. MA I PROBLEMI PER CHI SI TROVA IN PROSSIMITÀ DELLA COSTA SONO SOLTANTO INIZIATI. SUONA LA SIRENA CHE INDICA L’ARRIVO IMMINENTE DI UNO TSUNAMI. A SEGUITO DELLA SCOSSA SI È GENERATO UNO TSUNAMI CON ONDE ALTE MEDIAMENTE OLTRE 10 METRI CHE HANNO RAGGIUNTO UNA VELOCITÀ DI CIRCA 750 chilometri orari. In Giappone l’allerta è stata portata subito a livello massimo. L’intensità dell’evento è stata tale da porre sotto allerta molti altri paesi, tra cui la Nuova Zelanda, l’Australia, la Russia, Guam, le Filippine, l’Indonesia, la Papua Nuova Guinea, Nauru, le Hawaii, le Isole Marianne Settentrionali e Taiwan. Incredibilmente lo tsunami ha raggiunto perfino il mare Mediterraneo, passando attraverso lo stretto di Gibilterra. L’ONDA ANOMALA PIÙ ALTA SI È REGISTRATA NELLE VICINANZE DI MIYAKO, E HA RAGGIUNTO L’ALTEZZA DI più di 40 METRI. In questo video possiamo vedere l'arrivo dello tsunami all'interno del porto di MIYAKO, giorno 11 Marzo 2011. Spostiamoci ora a poche decine di chilometri da Miyako. Andiamo nella cittadina di Fudai, una piccola località di 3000 anime situata sulla costa nord-orientale del Giappone. La prima cosa che noteresti se ti trovassi lì, sarebbe il grande muro collocato in prossimità del mare. Una barriera anti tsunami alta 16 metri. Questo muro è stato eretto per volontà del sindaco Kotoku Wamura negli anni ’70, e costò alla comunità l'equivalente di 25 MILIONI DI EURO. Per molti anni il sindaco è stato deriso e insultato per tale opera che agli occhi della cittadinanza era semplicemente inutile: “Uno spreco di denaro pubblico”, “Una bruttura”, “Un’opera insensata e sproporzionata”. Effettivamente i villaggi delle città vicine non facevano affidamento su strutture di questo genere. Le pressioni su Kotoku Wamura affinché la barriera non venisse costruita furono molte. Il sindaco, però, non si lasciò influenzare e mise in atto la sua idea. La costruzione anti-tsunami, come detto, costò l’equivalente di ben 25 milioni di euro. Potete immaginare quanto tale opera pubblica dovette pesare sulle finanze di una amministrazione comunale di sole 3000 persone. GLI ABITANTI DI FUDAI CONTINUARONO, ANNO DOPO ANNO, A CHIEDERSI PER QUALE MOTIVO LA LORO CITTADINA AVESSE BISOGNO DI UNA SIMILE COSTRUZIONE. FINO ALL’11 MARZO 2011. Le terribili mareggiate provocate dallo tsunami rimbalzarono sul muro, che protesse tutti quanti. Tutti meno uno in realtà. L’unica vittima registrata a Fudai è stato un pescatore uscito dopo il terremoto per cercare la sua barca, e sorpreso dall’onda anomala mentre era in mare. Morto perché era dalla parte sbagliata del muro. Tutto intorno, nelle località vicine, solo devastazione. L’aspetto ironico della vicenda è che Kotoku Wamura, artefice dell’opera, non ebbe modo di vedere con i suoi occhi l’efficacia della barriera da lui fortemente voluta. Egli morì nel 1997, all’età di 88 anni. In questo video possiamo vedere come si presentava FUDAI al di là della BARRIERA ANTI-TSUNAMI (Marzo 2011). PER MOLTO TEMPO DERISO E CRITICATO, ORA KOTOKU WAMURA È CELEBRATO COME UN EROE. IN EPOCA NON SOSPETTA, IL SINDACO EROE KOTOKU WAMURA FECE QUALCOSA DI DIVERSO DA TUTTI GLI ALTRI. PENSÒ AL PEGGIO. OVVERO VALUTÒ LE CIRCOSTANZE IN CUI SI TROVAVA E CERCÒ DI COMPRENDERNE GLI EFFETTI. CAPÌ CHE SAREBBE POTUTO MORIRE. ED ATTUÒ MISURE PREVENTIVE E PROTETTIVE VOLTE AD ELIMINARE O RIDURRE GLI EFFETTI DI QUELLO CHE SAREBBE POTUTO ACCADERE.