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L’originario pregevole altare maggiore, seicentesco, in marmo policromo è, infatti, attribuito a Cosimo Fanzago (o alla sua scuola) a cui si attribuiscono anche i due angeli che tuttora lo fiancheggiano e che, a nostro giudizio, quasi certamente sono di Matteo Bottiglieri, date le identità stilistiche che li accomunano agli analoghi angioli, dello stesso autore, esistenti in altre chiese di Napoli e del napoletano. Matteo Bottiglieri era solito collaborare con Cosimo Fanzago nell'esecuzione di importanti lavori progettati dall'artista bergamasco. Quest’altare subì nel tempo alcune trasformazioni che hanno compromesso la percezione della sua organica unitarietà: nel 1721, la confraternita, dopo aver venduto l’altare seicentesco alla chiesa arcipretale di Aiello, ne commissionò uno nuovo al maestro bolognese Giovanni Chiappari il quale impiegò marmi colorati delle cave di Gesualdo e Vitulano. Probabilmente nello stesso anno fu aggiunto il transetto che interseca perpendicolarmente la navata centrale e che Nicola Malinconico decorò con i due splendidi dipinti nel soffitto: Lo Sposalizio Mistico di SAN Caterina e Il Sogno di San Giuseppe. Non è certo per caso che nella medesima chiesa di Costantinopoli ad Avellino s'incontrino a lavorare i tre artisti Cosimo Fanzago, Giovanni Chiappari e Nicola Malinconico. Il presbiterio è delimitato da una bella balaustrata in marmo che si spinge sino al transetto. Ai lati dell’arco, a fine Ottocento, furono collocati a spese del segretario della confraternita, Giuseppe Galeota, due dipinti del pittore irpino Domenico Pellecchia, le cui cornici vennero intagliate dall’artigiano bagnolese Domenico Trillo e dorate da Francesco Guariglia di Napoli. Le tele rappresentano l’Arcangelo Gabriele e SAN Francesco da Paola. Nel primo altare a destra (entrando) s’ammira una Pietà firmata da Domenico Testa: essa erroneamente è stata ritenuta “ l’unico esempio di pittura locale del Seicento che ci sia pervenuto” (3) e “mediocre pittura” (Carlo Muscetta) ma essa è, a nostro avviso, opera pregevole della 1° metà del Settecento. Il terzo altare a sinistra si trova nel braccio del transetto. Esso dedicato a SAN Caterina, era di patronato del Monte di Pietà. Un altare dedicato a questa Santa lo troviamo citato nella visita apostolica del 1630, per cui, almeno nel titolo, è uno dei più antichi. Dopo quest’altare s’incontrano gli ingressi della sacrestia e della rettoria. Il secondo altare a sinistra è dedicato al Crocifisso. In esso nel 1818, a spese di Costantino del Franco, venne collocata la statua del santo polacco Stanislao Kostha. Il primo altare a sinistra, ultimo della serie, è dedicato a SAN Lucia. Detto altare “confina” con l’imbocco della stradina che collega via Costantinopoli con il suburbio; probabilmente, per questo motivo, alla stradina venne attribuito il nome di “Fosso SAN Lucia”.