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A differenza del processo di istruzione tipico della scuola dell'obbligo, l'andragogia non prevede le cosiddette lezioni cattedratiche dove il docente è l'unico depositario della conoscenza. L'andragogia modifica la figura del docente che assume il ruolo di facilitatore dell'apprendimento. Questa è solo una delle caratteristiche del modello dell’andragogia. Di seguito ne proponiamo i principi, così come definiti da Malcolm Knowles in un volume chiave dell’educazione degli adulti. 1. L'adulto è motivato ad apprendere quando avverte o necessita effettivamente un bisogno che la formazione può soddisfare. Ciò avviene sia in una fase iniziale, (esempio quando il discente decide a quale corso iscriversi), che nel mezzo dell’intervento, (esempio grazie al docente che riesce a rendere il discente consapevole dei propri bisogni). 2. L'adulto ha un concetto di sé sviluppato che lo fa sentire responsabile delle proprie azioni e decisioni. Ciò significa che il docente dovrà interagire con i discenti e considerare le loro opinioni, evitando di imporre esclusivamente la propria volontà didattica. 3. L'adulto porta con sé il bagaglio della sua esperienza personale e professionale. Ciò influenza il processo formativo in quanto per ogni discente ci saranno strategie e ritmi di apprendimento più adeguati. La formazione degli adulti deve prevedere percorsi flessibili, in grado di recepire e valorizzare le differenze individuali. 4. L'adulto che impara ha bisogno di più collegamenti con la vita reale. Bisogna progettare corsi calati in contesti reali che attraggono i discenti perché utili nella pratica quotidiana. 5. L’adulto percepisce come positivi i percorsi orientati verso l’apprendimento nei contesti di utilizzo. Questo principio sottolinea ancora una volta come le persone siano maggiormente stimolate all’apprendimento di applicazioni pratiche, basate sui compiti reali dei contesti di utilizzo.