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Le criticità manifestatesi dalla fine degli anni 90 fino al 2005 circa, hanno fatto sì che si parlasse di malattie perdute. Per capire le cause dell’evoluzione delle malattie professionali denunciate e riconosciute vale la pena di riflettere sui seguenti aspetti. assistiamo ad una diminuzione delle malattie potremmo dire tradizionali, dovuta anche forse ad un miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro. vi è un aumento di quelle multifattoriali, che stentano spesso ad essere identificate come malattie da lavoro. Ciò a causa del lungo tempo che a volte intercorre dall’abbandono della lavorazione alla manifestazione del danno, per la concomitanza di altri fattori extra lavorativi, per la difficoltà per i lavoratori di fornire l’onere della prova per le malattie non tabellate. d’altra parte, ancorché identificate trovano, a livello Inail, vari ostacoli al loro riconoscimento, nonostante le circolari esplicative a più riprese emanate dall’Istituto in quanto per le patologie emergenti, (da stress lavorativo, da movimenti ripetuti), e per quelle di origine multifattoriale, come i tumori, esiste una oggettiva difficoltà nella diagnosi e nel loro conseguente riconoscimento, e si richiede quindi una maggiore sinergia tra tutte le istituzioni coinvolte in questa tematica. cioè Inail, patronati, medici del lavoro, medici competenti, medici di base, Università, istituti di ricerca ed Asl. le mancate denunce e il basso riconoscimento di molte malattie professionali, principalmente di quelle non tabellate, è imputabile spesso alla mancata collaborazione tra medici competenti, medici di famiglia, medici specialisti.