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Platone L’excursus aristotelico non è l’unica via per la considerazione dei predecessori, l’altra alternativa è ricostruirne uno ulteriore seguendo gli scritti del suo maestro Platone, a partire (come fatto per lo Stagirita) dalle definizioni di Filosofia ricavabili dagli scritti platonici: La Filosofia in Platone: • Come abbiamo visto nelle prime lezioni, in Platone non c’è una definizione unica e precisa di Filosofia; ed anzi sembra attribuire alla filosofia significati diversi in base ai contesti • Tuttavia certamente c’è un interesse preciso e comune a tutte le definizioni già proposte (le ricordo): a) la Filosofia insegna a ragionare e quindi a cercare l’universale, ciò che vale sempre b) la Filosofia non propone affrettati ragionamenti, quindi critica l’opinione e ricerca un sapere certo c) la Filosofia è ricerca dell’Essere e pertanto, come emerso nella lezione di Gabellieri, è mediazione (immagine di Eros) e costante ricerca di Sophia e dell’Universale La Filosofia in Platone e Aristotele: coincidenza e rottura a) Il punto di coincidenza: Significato e valore della Filosofia • Filosofare per entrambi significa ricerca dell’Universale, ovvero indagine sull’Essere delle cose • Per Platone, in continuità con Socrate, la Filosofia è invito a non considerare il dato immediato e contingente ma ciò che è stabile e universale • Per Aristotele la Filosofia è scienza prima, poiché rivolta all’essere, ai principi primi e alle cause b) Il punto di rottura: L’inizio dell’indagine filosofica • Per Platone è a partire dall’Universale, dall’essere (l’essere appartiene al mondo delle idee) • Per Aristotele è a partire dal particolare, dagli enti dei quali indaga l’essere (l’essere è ovunque per entrambi ma per l’uno l’essere si ritrova nell’universale, per l’altro si ritrova a partire dal particolare) Il IV secolo e La Scuola di Atene • IV secolo è il secolo d’oro della filosofia che, in Atene, e precisamente con Platone e Aristotele, esprime punte apicali per la storia del pensiero occidentale. È proprio il riferimento a questo periodo a rendere universalmente nota la cultura greca • La Scuola di Atene è un esempio di questo riconoscimento:- si tratta di un affresco realizzato da Raffaello nel 1510 e conservato in Vaticano nella stanza delle Segnature- realizzato in piena cultura umanistica, di questa non solo sente l’influenza ma diviene in qualche modo una sorta di manifesto filosofico- la scena raffigura una grande disputa tra filosofi, al cui centro figurano proprio i due più grandi della storia del pensiero occidentale, ovvero Platone e Aristotele Il significato dei due ritratti: punto di coincidenza o di rottura? - Entrambi i personaggi hanno una propria opera sulla mano sinistra e indicano altro con la destra - Platone regge il Timeo, e indica con un dito il cielo, ovvero il luogo del mondo delle Idee - Aristotele ha con sé l’Etica e tiene l’altra mano… Come secondo voi? Indicando il basso oppure? Vediamo l’immagine… Punto di coincidenza: Il problema dell’Essere e dell’Universale quale centro della riflessione filosofica dei due pensatori • Entrambe le mani indicano il l’oggetto della conoscenza: - La mano di Platone indica chiaramente verso l’alto, verso la realtà intelligibile quale fondamento del mondo sensibile - La mano di Aristotele è a mezz’aria, il cui palmo rivolto a terra indica un movimento che dal basso va verso l’alto • Per entrambi, quindi, e’ pur sempre l’alto, l’universale, l’oggetto della conoscenza a) Platone: a partire dall’Universale b) Aristotele: a partire dal particolare a) Per Platone le Idee (Universale) sono il fondamento delle cose sensibili (particolare): duplice immagine del mondo emergente dalla Repubblica (copia) e dal Timeo (rinvio ad un supremo Ordinatore) b) Aristotele intende salvare i fenomeni e mostrare che si può arrivare al di sopra del sensibile (Universale) soltanto partendo da questo mondo (particolare), come avviene nella sua ricerca delle cause, che parte dagli enti. … nell’unica Scuola di Atene • Come abbiamo visto tra Platone ed Aristotele sono individuabili punti di coincidenza e di rottura • Così anche la rappresentazione di Raffaello: - mostra delle distanze tra i due filosofi, sebbene in maniera sfumata - ma li accomuna nell’appartenenza all’unica grande Scuola di Atene, che dà il titolo all’opera, e il cui spirito resterà vivo in tutta la tradizione filosofica L’Accademia platonica e la Dialettica • È da notare che quando Aristotele, macedone di Stagira, arriva ad Atene può scegliere tra due scuole: a) La scuola retorica di Isocrate, che godeva di un notevole seguito e dalla quale deriva un umanesimo retorico b) L’Accademia di Platone, aveva minor seguito della prima ma da essa deriva l’umanesimo scientifico che caratterizzerà tutta la maggior parte della filosofia greca. La peculiarità di essa sta nella metodologia dialettica di confronto tra il maestro e gli allievi, ovvero il dialogo aperto su tematiche filosofiche, di cui troviamo traccia nei dialoghi scritti. La centralità filosofica di questo gioco dialettico, che Platone trae dal suo maestro Socrate, è dichiarata nel Fedro e nella Lettera VII, che indicano la dialettica come unica strada per pervenire alla vera natura delle cose Al punto di rottura: due diversi excursus A. Dal particolare all’universale: l’Excursus di Metafisica • Aristotele qualificando la ricerca filosofica come ricerca delle Cause, stabilisce l’inizio dell’excursus nella causa materiale (Talete, Anassimandro, Anassimene, Empedocle) B. Dall’Universale al particolare: Il “possibile” Excursus platonico • Platone invece parte dall’universale, dall’essere, che rende pensabili i particolari. Tra i suoi scritti non troviamo un excursus, una dissertazione chiaramente esposta come quella aristotelica, ma diverse definizioni di filosofia. E partendo dalla Filosofia come “desiderio di sapere”, l’inizio di essa è identificabile con Parmenideed Eraclito e non con Talete e naturalisti, considerati come Sophoi, ovvero scienziati, abili nel loro “sapere”, come lo sono gli ingegneri, i geografi, i medici ecc. L’inizio per Platone: Parmenide ed Eraclito: «L'uno e l'altro hanno sostenuto che impossibile, da parte dell'uomo, è cogliere il ciò che è delle cose prese in sé. Ciascuna cosa è quello che è, in quanto ha essere, per cui tutte le cose che sono, sono perché hanno essere e, perciò, alla fine si risolvono tutte nell'Essere Uno, indiscorribile, perché dell'uno non si può dire se non che l'Uno (l'è) è Uno (è) (Parmenide-Zenone d'Elea)» (F. Adorno,Tutto Platone, Introduzione, Newton, Milano1997, pp. 7-9) Le tappe del possibile excursus platonico: a) I fenomeni spiegati con i fenomeni: ricorrendo a "ipotesi" (Empedocle e Anassagora, il complesso dei "pitagorici" ' Democrito, la medicina empirica di Ippocrate durante il 400 a.C.) b) I fenomeni spiegati e i fenomeni creati: il tentativo di spiegare i fenomeni e muoversi tra studio delle tecniche (Ippocrate) e capacità da parte dell'uomo di costruire il proprio mondo (cf. arte del linguaggio e virtù specifica dell’uomo nell’argomentazione dei sofisti) c) I fenomeni spiegati senza ricorso ad essi: non dal particolare, non dai dati, ma a partire dalle Idee . È l’accesso alla Novità ,che alcuni come Reale qualificano come seconda navigazione (seconda navigazione, di cui ampiamente diremo). In tale contesto si pone la novità di Platone che trova premesse in Parmenide (da questa prospettiva, per aver posto al centro il problema dell’essere prima che quello del sensibile, padre della Metafisica) e Eraclito Parmenide considerato per Platone l’iniziatore della filosofia. • PARMENIDE: • In questo modo, potremmo dire, Platone propone il suo excursus filosofico, come tentativo di qualificare quel percorso che parte dal tentativo di spiegare i fenomeni prescindendo da essi. In questo senso, e lo vediamo nel dettaglio, per lui il primo è Parmenide: • Nasce ad Elea (tra il VI e il V a.c.). Di lui ci rimangono 160 versi di un poema Sulla natura. Il suo ruolo nella storia del pensiero filosofico è centrale, tanto che per es. Hegel ritiene che in qualche modo la filosofia abbia avuto inizio, o almeno un nuovo inizio, proprio con lui. • LE DUE VIE: (per parmenide) • Nel suo poema egli propone due vie per raggiungere la dea Verità, protagonista del poema: • la prima via è quella della falsità, • la seconda della verità. • La prima via ha per principio: «L’essere è e non può non essere, il non essere non è e non può in alcun modo essere». Qui, a parere di Hegel, il vero inizio della Filosofia e, potremmo dire, già per Platone sebbene non argomenti specificamente il vero inizio del filosofare HEGEL: PARMENIDE E il vero inizio del filosofare L’Affermazione di Parmenide può sembrare un’offesa per il senso comune, poiché nega la realtà, gli esistenti e ogni tipo di argomentazione diversa dall’affermazione perentoria e unica dell’”è”. Ma in realtà Lui per primo, come afferma Hegel: «si innalza al regno dell’idea; e con lui quindi incomincia il vero e proprio filosofare. Un uomo si libera da tutte le rappresentazioni e opinioni, nega loro ogni verità, e afferma che solo la necessità, l’essere, è il vero» (G.W. F. Hegel, Lezioni sulla storia della Filosofia, I, La Nuova Italia, Firenze 1974) Un passo di Parmenide Le cavalle che mi portano fin dove l’animo desidera giungere mi trasportavano, dopo che partirono conducendomi verso la via dalle molte voci, che appartiene alla divinità, che porta in tutti i luoghi l’uomo che sa;ù