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Ciao a tutti da Elisa di Noleggioprivati punto com. Oggi parliamo di una tipologia di auto molto di moda: le ibride plug in, che rappresentano un’ottima soluzione di transizione verso l’elettrico puro. Queste auto almeno sulla carta offrono molti vantaggi, ma come vanno realmente nell’uso quotidiano? Sono davvero convenienti? Per rispondere a queste domande vi racconto la mia esperienza con la Mini Countryman Cooper S E, la versione ibrida plug-in del crossover britannico. Comprensibilmente, non tutti hanno ben chiaro come funzioni una ibrida plug-in e in cosa differisca da un’ibrida normale. Per prima cosa va detto che oggi il termine ibrida è un po’ abusato e accanto alle vere ibride (full hybrid), troviamo moltissimi modelli definiti mild-hybrid. Cerchiamo allora di capire la differenza tra tutte queste sigle. Nelle full-hybrid il motore a benzina è affiancato da un motore elettrico e da una batteria che si ricarica convertendo l’energia cinetica delle frenate e dei rallentamenti in energia elettrica. Si tratta di un sistema molto efficiente, soprattutto nell’uso in città. In altri contesti come i viaggi autostradali i vantaggi dell'ibrido sono decisamente meno evidenti. Le mild-hybrid funzionano secondo lo stesso principio ma hanno una batteria di capacità molto ridotta: il motore elettrico non può spingere la vettura ma solo contribuire a ridurre un po’ i consumi. Le mild-hybrid possono comunque godere per il momento di alcuni vantaggi delle ibride vere e proprie, per esempio la possibilità di circolare nei giorni di blocco del traffico. Le ibride plug-in, infine, dispongono di una batteria molto capiente e di un potente motore elettrico che consente alla vettura di spostarsi a corrente per parecchi chilometri. La batteria delle plug-in si ricarica sia collegando l'auto ad una presa elettrica sia con il recupero dell’energia in frenata, come nelle ibride tradizionali. Una plug-in può viaggiare come una ibrida classica, con consumi molto bassi soprattutto nel traffico urbano, combinando il motore elettrico e quello a benzina. Con una sostanziale differenza in termini di piacere di guida. Le ibride tradizionali infatti puntano soprattutto sulla fluidità e sul comfort di guida ma spesso sono poco adatte alla guida sportiva. Le ibride plug-in rinunciano a qualcosa in termini di efficienza, ma grazie alla potenza combinata di un brillante motore a benzina e del motore elettrico, garantiscono prestazioni di tutto rispetto. Non a caso si fregiano spesso delle sigle che identificano i modelli sportivi del marchio: per esempio nel caso di Mini il logo S in bella vista sulla griglia anteriore o la sigla GTE nel caso di Volkswagen. Veniamo ora alla Mini Countryman Cooper S E All4 che ho in garage. Eh sì, nel caso delle ibride plug-in avere un garage con una presa di corrente è pressoché indispensabile. Queste auto funzionano perfettamente anche come le normali ibride, ma in realtà hanno senso solo se ricaricate frequentemente. Non serve installare una wallbox domestica dato che con una normale presa l'auto si carica in 3 o 4 ore. Per evitare problemi di surriscaldamento dovuto all’uso intensivo e prolungato della presa è sufficiente impostare direttamente dall’auto la ricarica alla minima intensità. Ci vorrà un po’ più tempo ma la macchina assorbirà corrente quanto un elettrodomestico, evitando di mettere a rischio l’impianto elettrico domestico. Considerando un costo dell'elettricità di circa venti centesimi per ogni kilowatt una ricarica completa vi costerà circa come un litro di benzina ma vi permette di percorrere almeno 30 chilometri. Una volta caricata la batteria possiamo scegliere come viaggiare in base al tipo di percorso. Se si tratta di un tragitto compreso entro i trenta chilometri possiamo tranquillamente impostare la modalità solo elettrica. Il motore elettrico muove le ruote posteriori, conseguentemente in questa modalità l’auto è a trazione posteriore. Il comfort è molto elevato: nell’abitacolo regna il silenzio, e la guida risulta molto fluida e piacevole. Il motore elettrico ha solo 88 cavalli ma la coppia viene erogata istantaneamente e la potenza è subito disponibile: la Countryman scatta rapidamente dai semafori. Nel complesso si viaggia molto bene, peccato che l’autonomia scenda rapidamente, soprattutto se si affrontano percorsi impegnativi. Una volta esaurita la carica nessun problema: la macchina continua a funzionare come una tradizionale ibrida, sfruttando il recupero di energia in frenata per ricaricare la batteria. Di default la Countryman propone la modalità “Auto eDrive”, consigliata per la maggior parte delle situazioni e dei percorsi. In questa modalità il sistema gestisce automaticamente l’abbinamento tra motore a benzina e motore elettrico, garantendo bassi consumi e prestazioni elevate. Nel traffico o con velocità inferiori a 90 km/h di norma la Mini viaggia con il solo propulsore elettrico. Quando è richiesta maggiore potenza, per esempio in un sorpasso oppure in autostrada, interviene anche il motore a benzina. L’abbinamento tra i due propulsori è perfettamente riuscito: a volte è necessario controllare il display per capire se stiamo usando benzina o corrente, considerata l’ottima insonorizzazione della macchina. Partendo con la batteria carica i consumi di benzina risulteranno inizialmente molto bassi, ma tenderanno a salire man mano che la carica tenderà ad esaurirsi. Se a lavorare è soprattutto il millecinque turbo da 136 cavalli (un tre cilindri di origine BMW) i consumi si attesteranno sui 15 chilometri con un litro. Considerata la potenza ed il peso elevato della vettura, si tratta di un buon risultato. Questa Countryman S E può garantire notevoli soddisfazioni nella guida. La tenuta di strada è molto elevata, conservando il tipico “kart feeling” di Mini. La potenza combinata di 224 cavalli e 385 newton metro di coppia garantiscono prestazioni molto brillanti. Le plug in sembrano unire i pregi dei motori a benzina con la coppia elevata dei diesel. Per sfruttare al massimo le prestazioni della macchina è sufficiente spostare l’apposita levetta su “Sport”: sterzo, cambio e risposta del motore si adeguano istantaneamente, garantendo grinta e prontezza. In questa modalità il motore elettrico non spinge la macchina in autonomia ma interviene solo in abbinamento al millecinque turbobenzina assicurando l’effetto “eBoost” quando si richiede la massima potenza. Il classico zero cento richiede appena 6,8 secondi, una prestazione degna di un’auto sportiva. Tuttavia una classica Cooper S a benzina, pur con meno cavalli complessivi, può emozionare di più…a fronte in ogni caso di costi di gestione più alti. Naturalmente in “Sport” i consumi sono destinati a salire ma dopo esservi divertiti avrete una bella sorpresa. Complice la maggiore reattività e il minor uso della batteria, scoprirete di aver guadagnato un po’ di autonomia elettrica per completare il viaggio. Un crossover come la Countryman non si presta certo ad un utilizzo intensivo in fuoristrada, ma se dovete affrontare fondi insidiosi avrete a disposizione una vera 4×4. Il motore a benzina muove le ruote anteriori e l’elettrico quelle posteriori, garantendo un’ottima aderenza anche su strade innevate. Se doveste preoccuparvi dell’esaurimento della batteria, niente paura: il sistema garantisce sempre la disponibilità della trazione integrale. Questa Countryman, oltre che del logo S, può fregiarsi anche del badge “All4”: un’ulteriore esempio della versatilità di questa macchina. La Mini Countryman Cooper S E, come molte altre ibride plug-in, unisce i vantaggi di un’auto ibrida a benzina con quelli di un’auto elettrica. Si può viaggiare in elettrico senza l’ansia della ricarica e viaggiare a benzina con consumi comunque ridotti. Inoltre all’occorrenza sa essere anche sportiva e, in caso di necessità, garantisce persino la trazione integrale. Insomma, i vantaggi ci sono, e sono tanti. E i difetti? Purtroppo anche questi non mancano. Partiamo da quelli lievi: è un po’ meno pratica rispetto alle altre Countryman, pur confermandosi una spaziosa auto adatta ad una famiglia. Il divano è fisso e non scorrevole in quanto sotto sono alloggiate le batterie e il baule, ospitando il motore elettrico, perde circa 50 litri di capacità, infine il serbatoio della benzina è ridotto a 36 litri. Poi bisogna ribadire che in modalità ibrida i consumi sono buoni ma non eccezionali: se puntate al cento per cento sul risparmio orientatevi su altri modelli, magari meno brillanti nella guida ma più efficienti. Inoltre ti ricordo la necessità di un punto di ricarica a casa o al lavoro. Infine il prezzo, che non è un difetto specifico della Countryman Cooper S E, ma delle ibride plug-in in genere. Spesso il listino, per una macchina di media categoria, può salire anche di diecimila euro rispetto all’equivalente modello a benzina. Anche tenendo conto di eventuali incentivi, non sono pochi, e difficilmente si possono ammortizzare con i risparmi di carburante. Paradossalmente questa Mini Countryman Cooper S E All4 è meno penalizzata rispetto ad altre plug-in orientate soprattutto al risparmio. Il prezzo di circa 40.000 euro è accettabile per un crossover a trazione integrale con 224 cavalli e ben rifinito: infatti l’equivalente diesel Countryman Cooper SD All4 viene venduta praticamente allo stesso prezzo. Un’auto ibrida plug-in offre numerosi vantaggi e ha anche qualche difetto: in particolare il costo elevato. Questo elemento vale nel caso di acquisto: nel caso del noleggio a lungo termine, per una serie di motivi, si può spuntare un canone spesso inferiore rispetto all’equivalente modello a benzina. Secondo me questa è la formula giusta per un’auto di questo tipo, altrimenti il rischio è quello di impegnare un capitale significativo per acquistare un mezzo che tra qualche anno potrebbe non essere più così all’avanguardia. Leggete l'articolo completo su noleggioprivati punto com. A presto!