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ITALIANO TESTO DESCRITTIVO-ESPRESSIVO Le opere d’arte sono capolavori immortali, in grado di suscitare emozioni in chi le guarda anche dopo molto tempo. Descrivi un’opera d’arte che ami particolarmente, ed esprimi le tue emozioni nel contemplarla. Ci sono poche cose al mondo che ci fanno allo stesso tempo brillare gli occhi, aggrovigliare lo stomaco, vibrare l'anima e tremare il respiro. Spesso sono persone, a volte posti, in alcuni casi è l'arte.  Per me sono rari questi casi. Fatico molto ad immergermi nel cuore di qualcun'altra, a sentire quello che loro hanno sentito, semplicemente guardando un quadro, una scultura, un edificio. Posso capire,  impressionarmi, incuriosirmi, posso apprezzare il messaggio che un autore vuole mandare. Ma sentire davvero sulla pelle il colore, le immagini, le emozioni...  L'unico modo in cui un quadro è stato capace di farmi sentire i brividi, è stato discostandosi dalla realtà, pur la sciabola così com'era.  Sfocando i contorni, distinguendo i colori, dando forma a ciò che una forma non la aveva. Ritraendo una notte come tante, ma con occhi che sapevano vederla, la notte che noi tutti "sentiamo", Van Gogh è riuscito a farmi entrare in quella sua tela, in quella sua "notte stellata".  Io adoro la notte. Adoro il suo profumo di pioggia e di mistero , il suo suono di grilli e di sogni, il suo sapore di latte e di buio, il suo tiepido manto di stelle, mi piacciono i suoi colori cangianti e il guizzo di vita che nasconde.  Mi piace la sera, quando il sole è ormai da un po' svanito alla ricerca di terre lontane, sedermi in terrazza e sentire la notte, ascoltarla, assaporarla, toccarla.  Anche se la vista è il senso che usiamo maggiormente, è l'ultimo che associo alla notte. E quindi, quando ho visto l'opera di Van Gogh, quando ci sono sprofondata per la prima volta, sono rimasta confusa. Non capivo come potesse il punto di vista di qualcun altro su una cosa che dentro di me era così ben definita potesse emozionarmi, anche se potevo “solo” vederlo. In realtà non lo so ancora, e penso che non lo saprò mai. Ho azzardato numerose ipotesi. Potrebbero essere quelle pennellate spesse, cariche di colore, pesanti. Pesanti come di notte sono pesanti i respiri, le palpebre, a volte anche le paure e le preoccupazioni del giorno appena andato. Potrebbe essere quella falce di luna, appesa ad un filo, sbilenca e luminosa. Luminosa come un abbraccio prima della buona notte, un'idea geniale che arriva verso la mezzanotte, la luce della cucina quando ti alzi per un bicchiere d'acqua, sbilenca come il sorriso di mia sorella quando si perde nel mondo dei sogni. Potrebbe essere l'aria, con una forma ben definita, tondeggiante, a tratti inquieta e frizzante. Frizzante come il venticello che smuove le tende, come una cometa che sfreccia attraverso il cielo, come il bisogno di finire un romanzo, inquieta come il gatto, che cerca di acciambellarsi ai piedi del letto. Potrebbero essere gli occhi di un Vincent insonne, che ci si sente incollati addosso, occhi incompresi, stanchi eppure ricolmi di meraviglia. Ricolmi di meraviglia come le sere di agosto, come un sogno nel cassetto, come la coperta indaco adorna di stelle con cui il cielo si copre, come la notte stessa. Ci sono tanti possibili motivi per cui questo particolare dipinto mi lascia spiazzata. Il primo è che Van Gogh non ha dipinto la notte come la vedeva, ma come la sentiva. Come ne percepiva ogni minimo dettaglio, come quel momento di calma assoluta liberasse ogni sua preoccupazione. Ogni volta che la osservo mi sento come se fossi “la Linda di notte”. Posso sentire la luce vibrante di quelle stelle dorate che mi sfiora la pelle. Posso sentire il profumo dei cipressi. Posso sentire tutte le paure che quei turbini di vento portano lontano, verso terre sconosciute. Posso sentire tutto quel colore di cui ogni pennellata è carica. Posso sentirlo che mi penetra dentro, fino al midollo. Posso vedere su una collina un uomo che dipinge con delle candele sul cappello di paglia. Mi fa sentire senza parole e allo stesso tempo piena di cose da dire. Mi fa venire voglia di spiegare quello che vedo, che non solo lo vedo, ma non c' è un vero è proprio modo. Perché con il suo talento l'autore non ha solo fatto un'istantanea della notte, ma ha imprigionato su tela parte della sua magia. Per questo “La notte stellata” è quell'opera che mi fanno allo stesso tempo brillare gli occhi, aggrovigliare lo stomaco, vibrare l'anima e tremare il respiro.