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Nel 52 d. C. Claudio fu l’imperatore e l’apostolo Paolo libero’ una schiava indeomoniata a Filippi. Di conseguenza Paolo e Sila furono “battuti con molti colpi”, furono gettati “nella parte piu’ intera della prigione, e furono lasciati con “i loro piedi ai ceppi.” Che situazione terribile e scoraggiante! Ma meravigliosamente notiamo le parole in Atti 16:25: “Verso la mezzonotte Paolo e Sila pregavano e cantavano inni a Dio; ed i prigionieri li udivano.” L’ingiustizia, le sofferenze, le tenebre, le difficolta’. Paolo e Sila pero’ non lamentarono, non maledirono e non bestemiarono, ma pregarono, cantarono, e predicarono a mezzanotte! Come mai queste azioni? Scopriamo le ripsoste in un’altra lettera la quale Paolo scrisse dieci anni dopo alla comunita’ di Filippi. Fu una comunita’ forte, amata molto da Paolo per la loro “collaborazione nell’evangelo dal primo giorno fino ad ora.” Ora ascoltiamo attentatmente cosa scrisse Paolo nel versetto 6 di capitolo 1: “ . . . Colui che ha cominciato un’opera buona in voi, la portera’ a compimento fino all giorno di Cristo Gesu’.” Notiamo una altro brano scritto da Paolo che usa le stesse parole, trovate in 2 Corinzi 8:6: “Cosi’ abbiamo esortato Tito che, come ha iniziato quest’opera di grazia fra di voi, cosi la porti a compimento.” Tito lavoro’ nella comunita’ a Corinto per la raccolta dei soldi i quali saranno portati alla comunita’ a Gerusalemme per aiutare i fratelli li’ che stavano vivendo sotto una carestia. Tito ebbe il compito di avere questa colletta pronta quando Paolo passera’ per una visita. Ecco la prima risposta. Come Paolo e Sila cantarono a mezzanote in carcere, anche noi possiamo cantare durante momenti buii perche’ sappiamo che Dio sta lavorando fra noi per la nostra crescita’ spirituale! Fratelli, spesso non riflettiamo su questa verita’. Qualche volta possiamo vedere un gran cambiamento in un fratello o in una sorella. Sentiamo questi commenti: “Giuseppe ha cambiato molto!” “Giulia ha una pazienza incredibile ora; un’anno fa non era cosi’.” Ma abbiamo fatto le stesse osservazioni per la comunita’ intera? Fratelli, pensate per un momento alla storia della vostra comunita’. Come Tito a portato avanti il suo compito a Corinto, nello stesso modo il nostro Padre Celeste sta portando avanti il Suo lavoro della maturita’ spirituale in ogni comunita’. La vostra comunita’ e’ perfetta? Anche quella in cui mi trovo non e’ perfetta, ma posso ringraziare Dio che non siamo dove eravamo due anni, cinque anni, o dieci anni fa. Ora abbiamo piu’ unita’, piu’ pace, e piu’ amore perche’ Dio, come il Grande Vasaio sta trasmormandoci nell’imagine del Suo Figlio Perfetto con l’auto dello Spirto Santo. “E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa imagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore” (2 Cor. 3:18). Come Paolo e Sila cantarono a mezzanote in carcere, anche noi possiamo cantare durante momenti buii perche’ Dio sta lavorando fra noi per la nostra crescita’ spirituale! In mezzo al capitolo uno, Paolo spiego’ come la sua situazione sotto la guardia dei soldati romani stimolo’ certi progressi nell’evangelizzazione: piu’ soldati furono introdotti a Cristo, altri fratelli condivisero la loro fede con piu’ confidenza, e il nome di Cristo fu predicato (siano con i motivi ingiusti che con quelli giusti)! Poi Paolo disse: “Anzi mi rallegrero’ anche per l’avvenire” (v. 18)! Qualcuno ha osservato: “Questo e’ un passo straordianario scritto da una persona straordinaria” (Harrell). E’ vero! Come mai? Perche’ nonostante tutte le difficolta’ di vivere sotto le sue circostanze restrittive, Paolo vede oltre e si concentra sullo scopo principale della chiesa. Qual’e’ lo scopo principale della chiesa? Il nostro Signore Gesu’ Cristo ci da’ la risposta: “Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battizandoli nel nome del Padre, e del Figlioo e dello Spirito Santo, insegnado loro di osservare tutte le cose che io vi ho commandato” (Matteo 28:20). Ora notiamo un’altro brano da Paolo in Romani 2:5-8: “Ma tu, per la durezza ed il cuore impenitente, ti accumuli un tesoro d’ira, per il giorno dell’ira e della manifestazione del giudizio di Dio, che rendera’ a ciascuno secondo le sue opera: la vita eterna a coloro che cercano gloria, onore e immortalita’, perseverando nelle opera di bene (---); a coloro invece che contendono e non ubbidiscono alla verita’, ma ubbidiscono all’ingiustizia, spetta indignazione ed ira.” Fratelli, crediamo veramente in queste parole decisive? Queste paraole ci insignano che le persone disubbidenti alla verita’, senza Cristo, sono condonnati e le persone ubbidenti alla verita’ con Cristo sono salvati. Cosi’ il problema piu’ grande nel mondo e’ il peccato , e la soluzione piu’ grande nel mondo e’ Gesu’. Ora capiamo perche’ Cristo ci dice: “Fate discepoli, fate discepoli, fate discepoli.” Possiamo cantare nei momenti buii quando ci concentriamo sullo scopo principale della chiesa. Come Paolo dobbiamo guardare oltre le nostre circostanze allo scopo principale che Cristo ci da’—la salvaezza delle anime condannate! Quest’anno passato e’ stato difficile per tutti, pero’ quante persone hanno pensato alla morte, al’aldila’, alle loro anime, alla fede? Un fratello Americano pensa ardentamente che 2022 potrebbe essere l’anno migliore per l’evangelizzazione qui negli Stato Uniti perche’ ci saranno molte persone piu’ disposte a studiare la vita di Gesu’. Infatti, lui ha sfidato gia’ centenaia della nostre comunita’ di essere preparate nel’usufruire quest’opportunita’ che Dio ci sta dando. Paolo uso’ il suo tempo a Roma per predicare ogni giorno ai soldati romani. Chi dara’ la sua vita a Cristo quest’anno? “Fate discepoli!” e’ ancora la nostra sfida, e Gesu’ e’ sempre al nostro fianco quando proviamo. Cosi’ possiamo cantare durante momenti buii perche’ possiamo concentrarci sullo scopo principale della chiesa. Poi al capitolo due Paolo scrisse queste parole sul nostro Signore al versetto 5: “ma svuoto’ se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini”. E poi notiamo le parole di Paolo sul fratello chiamato Timoteo trovate in versetto 22: “Ma voi conoscete la sua prova come ha servito con me nell’evangelo, come un figlio serve al padre.” E ora notiamo le parole di Paolo sul fratello chiamato Epafrodito a versetto 30: “perche’ per l’opera di Cristo egli e’ stato molto vicino alla morte, avendo esposto a rischio la proprio vita, per supplire ai servizi che voi non potevate prestarmi.” Avete sentito una parola in comune fra questi passi? Cristo fu’ un servo, Timoteo servi’ sia Paolo che la comunita’ a Filippi, ed Epafrodito servi’ la comunita’ di Filippi per aiutare Paolo. Vedete, possiamo cantare durante momenti buii perche’ abbiamo la mentalita’ e la volonta di essere dei servi, i servi di Gesu’, i servi dei fratelli, ed i servi dei nostri amici. Gesu’, uguale con Dio, divenne uomo (che umilta’) e poi divenne in piu’ un servo. Infatti Lui fu il servo sofferente predetto nella profezia d’Isaia 53:5: “Ma egli e’ stato trafitto per le noste trasgressioni, schacciato per le nostre iniquita’; il castigo per cui abbiamo la pace e’ su di lui, per le sue lividure noi siamo stati guariti.” Una volta Gesu’ disse queste parole agli apostoli: “Voi sapete che i sovranni delle nazioni le signoreggiano e che i grandi esercitano il potere su di esse, ma tra di voi, non sara’ cosi’; anzi chiunque tra di voi vorra’ diventare grande sia vostro servo; e chiunque tra di voi vorra’ essere primo sia vostro schiavo” (Matt. 20:26-27). Nei tempi di Paolo uno servo sempre mise il beneessere di quelli serviti sopra i suoi bisogni. Possiamo vivere in questa maniera? Quando ho lavorato in una comunita’ italiana, c’era una sorella meravigliosa. Un fratello mi ha telefonato a mezzogiorno durante l’inverno spiegandomi come il suo apartamento non aveva riscaldamento. Verso le otto di quella sera, ho telefonato a questa sorella per vedere cosa potevamo fare per aiutare questo fratello. Per telofono, lei mi disse: “Non preoccuparti, Paolo, ho gia’ portato altre coperte e una piccola stufetta electrica.” Un’altra volta ho sentito tramite un’amico di una famiglia affamata perche’ il capo della famiglia ha perso il suo lavoro. Quella sera ho telefonato a questa sorella per vedere come potevamo comunicare questo bisogno alla comunita’. “Senti, Paolo, ho trovato certi cibi qui a casa che gia’ ho condiviso con questa famiglia. Puoi condividere in comunita’ che qualcuno ha iniziato con un po’ d’aiuto, ma sarebbe buono fare una colletta speciale per questa famiglia perche’ e’ veramente in difficolta’. Il nome del Signore sara’ glorificato se agiamo subito.” Ho passato tanti anni nelle nostre comunita’, e voglio condividere un’osservazione personale—nella maggior parte di queste comunita’, i fratelli parlano mentre le sorella fanno. Ho sentito che gl’italiani sono sempre pronti a una sfida. Ecco una sfida che potete fare nella vostra comunita’. Chi serviranno di piu’ quest’anno: i fratelli o le sorrelle? Che gioia sarebbe nel sentire quante nuove persone saranno aiutate nel 2021! Ecco due altri passi di Paolo trovati nel libro di Tito al capitolo tre, versetto 8 e versetto 14: “Sicura e’ questa parola, e voglio che tu affermi con forza queste cose, affinche’ quelli che hanno creduto in Dio abbiano cura di applicarsi a opere buone. Queste sono le cose buone e utili agli uomini.” “Or imparino anche i nostri a dedicarsi a buone opere per i bisogni urgenti, affinche’ non siano senza frutto.” Seguiamo nei passi di Cristo, di Timoteo, e di Epafordito.