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Eugenio Montale nasce a Genova il 12 ottobre 1896 da una famiglia benestante. Ha però un’ adolescenza difficile per problemi di salute e questo lo porta a trovarsi spesso solo e lontano dalla vita borghese, ma allo stesso tempo lo rende molto attento al dolore che caratterizza la condizione umana. È quindi già da ragazzino molto sensibile e tendente all’introspezione . Il Novecento è un periodo molto turbolento : fra episodi tragici come quelli delle due guerre mondiali, le nuove scoperte della fisica e della tecnologia, gli uomini si trovano sconvolti ma anche carichi d'idee nuove. In questo contesto, Eugenio Montale è stato un poeta che ha saputo descrivere in pieno le inquietudini del momento. Dopo la Prima Guerra Mondiale, Montale comincia ad avvicinarsi al mondo intellettuale ligure: conosce Camillo Sbarbaro e pubblica la sua prima raccolta poetica sotto il titolo Ossi di Seppia (siamo nel 1925), opera che avrà un grande successo, e firma poi il Manifesto degli intellettuali antifascisti dichiarandosi quindi contrario alla dittatura. In questi anni comincia a conoscere e apprezzare anche la scrittura di un altro importante autore italiano che non tutti tenevano in considerazione, cioè Italo Svevo che proprio Eugenio Montale aiutò a far conoscere agli intellettuali e agli editori del suo tempo. Dal 1927 Montale si trasferisce a Firenze e qui passa degli anni molto impegnati e vivaci: collabora con importanti riviste del tempo e soprattutto dirige il Gabinetto Vieusseux, un’istituzione culturale fiorentina nata nel 1819, ancora oggi riconosciuta come un importante punto d’incontro culturale anche fra italiani e letterati stranieri. Tuttavia nel 1938 viene allontanato dall'incarico: il Fascismo domina in Italia e tutti coloro che non sono iscritti al partito vengono rimossi dalle cariche pubbliche. Nonostante questo ritiro sono anni molto importanti per il poeta: nel 1939 pubblica una nuova raccolta, Le Occasioni, e conosce Drusilla Tanzi che sarà sua moglie e il grande amore di tutta la sua vita. Dopo la guerra torna a Firenze, dove s'iscrive al Partito D’Azione e partecipa alla vita politica che, però, presto lo delude spingendolo a un ulteriore ritiro.