Read Aloud the Text Content
This audio was created by Woord's Text to Speech service by content creators from all around the world.
Text Content or SSML code:
A QUALE PROFESSIONISTA RIVOLGERSI PER CHIEDERE AIUTO E O SUPPORTO E QUANDO CHIEDERE AIUTO. Per prevenire e gestire il rischio di eccessiva compassion fatigue innanzitutto bispgna prendersi cura di sé: riconoscere i rischi e cercare sostegno per prevenire ed eventualmente affrontare i problemi, causa di fatica e sofferenza. Forse, basterebbe imparare a tenere separate emotivamente le angosce del paziente e la propria soddisfazione professionale, capire quali sono i propri limiti di sopportazione dello stress, accrescendo le informazioni sulla propria vulnerabilità. Certamente, un ambiente di lavoro sereno e adeguato sarebbe d’aiuto al professionista, ma spesso le realtà sono tanto complesse che cambiarle può sembrare molto più complicato, inoltre, molto spesso alti livelli di stress possono portare ad evitamento, ovvero all’incapacità di chiedere aiuto e di riporre fiducia nel prossimo. La supervisione, il lavoro di gruppo, la relazione con altre figure possono contribuire a bypassare tale problematica. Dalla letteratura, molti studi citano alcuni piccoli accorgimenti che possono ulteriormente contribuire alla riduzione del rischio: distribuire temporalmente in modo più personalizzato, se possibile, i colloqui con i pazienti traumatizzati in modo da concedere comunque loro la totale attenzione, e garantirsi un tempo e uno spazio per metabolizzare e riprendersi emotivamente, saper bilanciare lavoro, svago e riposo, dedicarsi ai propri hobby, mantenere viva la propria rete personale amicale e familiare, e implementare dunque le proprie strategie di coping contro lo stress. Inoltre, sarebbe utile che le Istituzioni garantissero la possibilità per i professionisti di usufruire di un servizio di psicoterapeuta, così come già predisposto per i pazienti.