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Fattori di rischio. La compassion fatigue si instaura nei professionisti che sono a contatto con la sofferenza altrui. Questi professionisti includono vigili del fuoco, polizia, infermieri, medici, psicoterapeuti e volontari che si prendono cura di vittime di trauma. Gli infermieri sono particolarmente a rischio di compassion fatigue, poiché giornalmente si trovano a doversi confrontare con la sofferenza dei pazienti e delle loro famiglie. In particolare sembra che i più colpiti da questa sindrome siano gli infermieri impiegati in reparti in cui sono ricoverati pazienti con malattie gravi che spesso presentano una prognosi infausta. Secondo l’autrice Boyle i fattori che possono contribuire all’insorgenza della compassion fatigue sono: stati affettivi dell’infermiere; aspettative cognitive e capacità individuali di elaborare le informazioni; meccanismi di difesa; effetti dello stress sulle competenze personali di aiuto, sulle credenze ideologiche e sui sistemi di significato; abilità di coping e tecniche relative alla gestione dello stress; esperienze di sofferenza simili nella propria vita. La capacità di compassione e l'empatia sono al centro dell’assistenza infermieristica, ma, allo stesso tempo, possono determinare l'insorgere della compassion fatigue. All’inizio della carriera professionale, l’operatore sanitario ha la falsa illusione di essere protetto dal dolore e dalla perdita di coloro che cura e che riuscirà a mantenere l’obiettività e l’equilibrio, tutto questo grazie alla formazione e alla preparazione ricevuta. Naturalmente questo non è generalizzabile, infatti svolgere una professione di aiuto non include unicamente conseguenze negative. Vi sono sensazioni positive che un soggetto può provare lavorando con persone traumatizzate o sofferenti. Il concetto di compassion satisfaction, descrive le sensazioni positive che si provano aiutando gli altri e svolgendo il proprio lavoro. Questo termine, nella professione infermieristica, viene utilizzato per descrivere la soddisfazione che deriva dal prendersi cura dell’altro. Inoltre, per rafforzare il principio di soggettività individuale, le teorie dello stress e del coping affermano che non è unicamente un determinato fattore a definire o caratterizzare una situazione come stressante o meno, bensì è la reazione, individuale, alla causa scatenante che definisce la risposta di coping e di conseguenza lo stabilirsi dello stress. Le risposte di coping adattive sono approcci orientati all’azione e risoluzione del problema, mentre i meccanismi di coping inefficaci (evitamento, rifugiarsi nell'apatia, tendere a ritrarsi, abusare di cibo o sostanze) portano all’instaurarsi della frustrazione e dello stress cronico. Fattori di stress personali, strategie di coping non adattive e mancanza di supporto adeguato costituiscono tutti elementi che possono portare l’infermiere in una condizione di compassion fatigue.