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Definizione di «Compassion Fatigue». Il termine “compassion fatigue” è emerso per la prima volta circa venti anni fa, in uno studio inerente al burnout che colpiva la professione infermieristica. L’infermiera Carla Joinson (1992) lo usò per definire la “perdita della capacità di prendersi cura”, che era stata rilevata in alcune infermiere di pronto soccorso. Il termine indica uno stato di profondo consumo fisico, psichico e spirituale, accompagnato da un significativo dolore emotivo. L’intensa cura da parte dell’infermiere e l’identificazione con la sofferenza del paziente, contraddistinguono la compassion fatigue, che spesso porta all’esaurimento emotivo . Molteplici fattori di stress ambientale come il carico di lavoro e la complessità dei bisogni dei pazienti (dolore, lesioni traumatiche e disagio emotivo), possono portare gli infermieri a provare stanchezza, depressione, rabbia, apatia e distacco. Inoltre, dallo studio di Joinson, emerse che in situazioni di stress l’infermiere può provare anche disturbi somatici come mal di testa, insonnia e problemi gastrointestinali. Negli anni a seguire, il maggior esponente che trattò il tema della compassion fatigue fu il professore di psicologia e salute mentale Charles Figley. Egli nel1995 inizialmente coniò il termine “stress traumatico secondario” (STS) e lo definì come una condizione comprendente sintomatologie di tipo post-traumatico, ovvero l’insieme di reazioni comportamentali ed emotive dovute all’esposizione ad eventi traumatici, sperimentati da terzi o in seguito all’aiuto fornito a persone sofferenti. In seguito lo stesso autore citò la condizione di compassion fatigue e la definì come un insieme di sentimenti di profonda solidarietà e comprensione per qualcuno colpito da dolore,caratterizzata da un forte desiderio di alleviarne la sofferenza o eliminarne la causa. Dunque la compassion fatigue descrive una condizione di stress cumulativo che tende ad aumentare con il tempo, soprattutto se l’infermiere colpito ignora i propri sintomi e non soddisfa i propri bisogni emotivi. Nel 2011 Boyle distinse la compassion fatigue in base allo stato progressivo di disagio emotivo.: disagio compassionevole (compassion discomfort), stress della compassione (compassion stress) e fatica della compassione (compassion fatigue); uno stato in cui l’energia compassionevole impiegata dall’infermiere supera la capacità dello stesso di recuperare da questo dispendio energetico, con conseguenze fisiologiche e psichiche negative.