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Lettera ai Romani, 3 . 23 . 24. Tutti hanno peccato, e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente, per la sua grazia, mediante la redenzione, che è in Cristo Gesù. Il peccato, ha deformato l’immagine di Dio nell’uomo, ed ha infranto l’ordine del suo fine ultimo, facendolo orientare, non più verso Dio, ma, egoisticamente, verso se stesso, umiliandone la dignità. Il peccato, è la negazione di Dio, che spinge l’uomo a rifiutare il Cristo e il Suo progetto di redenzione. L’uomo, abusa della sua libertà, erigendosi contro Dio, bramando di conseguire il suo fine, al di fuori di Dio. L’uomo, ha perso il senso del peccato, rifugiandosi in giudizi puramente soggettivi, negando qualsiasi criterio che consenta di capire, oggettivamente, ciò che è bene, e ciò che è male, avanzando verso la corruzione, l’inganno, furto, omicidio, ingratitudine, fornicazione, adulterio, disordine matrimoniale, perversione sessuale. L’uomo, ha questo pauroso potere di distaccarsi da Dio, trasgredendo, consapevolmente e deliberatamente. Questa tragica realtà, fa emergere la necessità del sacrificio di Cristo, che, mediante il Suo prezioso sangue, ha pagato il prezzo per il suo riscatto. La conversione è possibile, il perdono di Dio è per tutti, e l’uomo può essere riscattato e redento. Questo, è l’evangelo della buona notizia; però, da parte dell’uomo, è necessario che dia un taglio, anche a quelle cose, che pur essendogli care, sono di impedimento per la fede. La conversione, in tal modo, si legherà indissolubilmente al processo di liberazione da ogni condizionamento. Va comunque detto che, attraverso la conversione, si vive la traversata del deserto, verso la terra promessa, ed è il passaggio dalla schiavitù, che, attraverso il passaggio del deserto, porta alla libertà. La conversione è croce, e perciò, principio di libertà e vita.