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Nella valle dei servizi igienici Vidi ieri dentro a un cesso, Un signore un poco fesso, Lo scambiai per un cretino, E gli diedi un mandolino. Egli cominciò a suonare, E non si fermava più. "Basta!" sentivo i vicini gridare, E in quel momento ebbi un deja vu: Era una consueta mattina, Ed io stavo passeggiando, Quando arrivo a Tiburtina, Ed ivi incontro un orango. Prendo in mano spada e scudo, I giochi pokémon ovviamente, Essendo io, uomo astuto, Pronto a combattere acremente. Per fortuna quell'orango non era altri che Santoro. "che sollievo" dissi io, porgendogli dei joy-con. "facciamo una battaglia sul pokémon spada?" Chiesi a Santoro, pensando che la proposta sarebbe stata accettata. Santoro rifiutò, ché su quel gioco di merda, Non c'era il prediletto dei suoi pokémon: Torterra. Il lettore s'interrogherà sul perché di questo ricordo. Egli deve sapere che mentre l'uomo col mandolino, Suonava note tali da voler perdere l'udito, Io riconobbi subito il suo viso: era Santoro! A quel punto dentro il bagno, Entrò un uomo un po' taccagno, Che voleva che pagassimo, L'uso di quel cesso massimo: Si chiamava Totto Mastroplenici; Ma io, uomo d'astuzia fina, Gli dissi che stava compiendo una rapina, Ché non si paga per i cessi nella valle dei servizi igienici, Così chiamai un poliziotto. A Santoro squillò l'arnese, Fu così che capii che era un poliziotto in borghese, Così egli provò ad arrestare il signor Totto, Ma sfortunatamente cadde su un biscotto. Io decisi di terminare con una frase a effetto, Così dissi: "mai mangiare biscotti se ti trovi dentro a un cesso".