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«Come nascono le amicizie?», si domanda a questo punto, dal treno in corsa, Cesare. Un giornalista dall’arcata sopraccigliare un po’ annoiata. Perché l’aria malinconica non è di buon gusto, ci vuole l’aria annoiata. «Se siete malinconico, è segno che qualcosa vi manca, che non siete riusciti in qualche cosa. È un segno manifesto di inferiorità». E lui se ne era liberato tanti anni fa vestendo i panni sartoriali con le iniziali sul polsino. Quando dal suo quartiere Giorgio Gaber scriveva «C’è un’aria, un’aria, ma un’aria, che manca l’aria», Cesare aveva già fatto sua questa filosofia di vita: «Se siete annoiato, è inferiore ciò che ha cercato vanamente di piacervi». La regola di Stendhal l’aveva fatto sempre cadere in piedi. Ma adesso tutto tornava a galla. Emozioni, corsi e ricorsi storici, ricordi e piaceri. «Sai, da giovane è facile. Poi, poi diventa difficile. Si diventa cinici, pigri e malinconici. Non si sa più se val la pena di lasciarsi andare». C’era un cantante, nato il 12 maggio, come lui, Umberto Bindi, con cui Cesare condivideva le origini liguri e il profumo di salsedine. Cesare è di Rapallo, esattamente è del quartiere delle Nagge.