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Nelle tecniche di comunicazione e sendibilizzazione, si differenziano due tipi di comunicazione: quella analogica e quella numerica (o digitale). La comunicazione analogica si basa sulla somiglianza tra la comunicazione e l’oggetto della comunicazione: rientra in essa tutta la comunicazione non verbale e l’uso di immagini. La comunicazione numerica riguarda invece l’uso delle parole, e in generale di segni arbitrari organizzati da una sintassi logica, cioè di segni usati convenzionalmente per designare qualcosa. I due piani, numerico e analogico, sono connessi alla distinzione dei canali attraverso il quale “viaggia” il messaggio. VERBALE ,(il linguaggio). NON-VERBALE, (il corpo e quindi sguardo, gestualità, postura, prossemica ossia vicinanza e distanza spaziale relative alla comunicazione in presenza tra individui, mimica e abbigliamento). PARAVERBALE, (voce e quindi tono, volume, ritmo e pause). Solitamente attraverso il canale verbale passano i messaggi di contenuto, mentre attraverso il para verbale e non verbale vengono veicolati i messaggi di relazione. La comunicazione efficace implica che tutte le componenti del messaggio, verbali, paraverbali e non verbali, siano coerenti tra loro, in caso contrario il messaggio è incongruente. E’ necessario sottolineare che la comunicazione non verbale è influenzata da fattori culturali e che gli stessi comportamenti possono essere interpretati in maniera differente da culture diverse. Vediamo qualche esempio. “sorridere mentre si ascolta” nell’interpretazione italiana esprime generico accordo o comprensione di quello che viene detto mentre nell’interpretazione giapponese può indicare disaccordo ma timidezza nell’esprimerlo. “guardare dritto negli occhi mentre si ascolta” nell’interpretazione italiana è segno di franchezza ed attenzione mentre in Estremo Oriente o nei paesi arabi equivale a sfidare, in Cina è segno di attenzione. “tenere gli occhi abbassati” nell’interpretazione italiana è segno di disattenzione mentre in Giappone è interpretata come forma di rispetto per comunicare che l’attenzione è massima e anche in molte culture euroasiatiche e africane indicano rispetto del subordinato nei confronti del superiore. Si può proseguire con l’esempio del cenno che si fa, in Italia, con la testa per dire sì, (dall’alto al basso), e per dire no, (da destra a sinistra), che in India e nello Sry Lanka vengono interpretati esattamente al contrario e il segno dell’ok con la mano, di origine statunitense, che in Estremo Oriente ha un significato minaccioso. Va inoltre aggiunto che poiché una cultura, e quindi un sistema di significati, non costituisce un universo statico e limitato, ma un universo fluido e dinamico, in continuo cambiamento, con il tempo conoscenze condivise e comportamenti possono decadere e altri prenderne il posto. Detto questo possiamo ora elencare quali siano i Principi della comunicazione. Il primo corrisponde al fatto che Non si può non comunicare.