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NORMATIVA DI RIFERIMENTO Gerarchia delle fonti e COVID-19 La legislazione prevede una definita scala gerarchica delle fonti. Il primo riferimento è costituito dalla Costituzione; passando da fonti legislative o primarie (Leggi, Decreti Legislativi e Decreti Legge), fonti regolamentarie o secondarie (Decreti Ministeriali, D.P.C.M.) a fonti terziarie (Linee Guida, Prassi, Usi), si individuano i riferimenti normativi e la loro applicazione cogente. Gerarchia delle fonti Regionali/Nazionali La normativa prevede anche una gerarchia delle fonti più approfondita. Partendo dalla Costituzione, si illustra all’aula i ruoli e compiti a livello nazionale, regionale e comunale: • Nazione: il governo disciplina le indicazioni cogenti da applicare indistintamente su tutto il territorio e demandano alle Regioni l’applicazione nelle singole realtà territoriali; • Regioni: possono disciplinare in forma restrittiva, introducendo misure derogatorie in relazione all’andamento della situazione epidemiologica nel territorio; Comuni: applicano e rispettano le misure derogatorie emanate a livello nazionale e regionale. Le misure restrittive Una volta che sono state evidenti le dimensioni del problema del contagio, il governo ha istituito una commissione per individuare le misure di prevenzione protezione da suggerire e imporre a tutta la popolazione. Con la rapida evoluzione del contagio si sono succeduti una serie di decreti, circolari e disposizioni varie che progressivamente imposto misure di tutela sempre più restrittive: • è stata suggerita l’adozione del lavoro agile laddove possibile, con la modalità di smart working • sono state dettate limitazioni fortissime alla mobilità delle persone per movimenti fuori dalle Regioni di appartenenza se non per casi di necessità. • sono state imposte tutta una serie di norme igieniche collettive e personali compresa l’adozione di mascherine e dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Le misure emanate con decreti ordinanze regionali e comunali si applicano anche agli ambienti di lavoro e hanno quindi comportato prevenzione e protezione anche per i lavoratori. In ogni caso come vedremo nel seguito sono state dettate anche norme specifiche per gli ambienti di lavoro. DPCM 7/8/2020 Con l’emanazione del DPCM del 17 maggio 2020, disposizioni attuative del Decreto Legge del 16 maggio 2020 n. 33, sostituito da DPCM 11/6/2020, si procede ad un allentamento delle misure restrittive imposte su tutto il territorio nazionale come la cessazione di tutte le misure limitative della circolazione all’interno della regione e la riapertura di alcune attività considerate non essenziali e temporaneamente chiuse. Quest’ultime, come tutte le attività economiche, produttive e sociali devono svolgersi nel rispetto dei contenuti di protocolli o linee guida idonei a prevenire o ridurre il rischio contagio nel settore di riferimento o in ambiti analoghi, adottati dalle regioni o dalla Conferenza delle regioni e dalle provincie autonome nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali. Infatti, considerando le diverse realtà, epidemiologiche, produttive, sociali, organizzative, all’interno del territorio nazionale, viene data la possibilità alle regioni di introdurre misure derogatorie, ampliative o restrittive, in relazione all’andamento della situazione epidemiologica del territorio di riferimento e informando contestualmente il Ministro della salute. Per garantire lo svolgimento in condizioni di sicurezza delle attività economiche, produttive e sociali, le regioni monitorano con cadenza giornaliera l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e le condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale. In assenza di protocolli regionali si applicano i protocolli o le linee guida adottati a livello nazionale. In ogni caso è necessario che vengano rispettati i principi della normativa vigente, incluso il “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” aggiornato il 24 aprile 2020 e descritto nel seguito. Nell’allegato 9 del DPCM 7/8/2020 vengono inserite delle schede tecniche contenenti le indicazioni sulle misure di prevenzione e di contenimento di carattere generale per i singoli settori di attività riconosciute a livello scientifico e in linea con il protocollo condiviso tra le parti sociali e con i documenti tecnici prodotti da INAIL. Le schede tecniche sono relative ai seguenti settori di attività: Ristorazione attività turistiche (balneazione) strutture ricettive servizi alla persona (acconciatori ed estetisti) commercio al dettaglio commercio al dettaglio su aree pubbliche (mercati, fiere e mercatini degli hobbisti) uffici aperti al pubblico piscine palestre manutenzione del verde musei, archivi e biblioteche Attività fisica all’aperto Noleggio veicoli e altre attrezzature Informatori scientifici del farmaco Aree giochi per bambini Circoli culturali e ricreativi Formazione professionale Cinema e spettacoli dal vivo Parchi tematici e di divertimento Sagre e fiere locali Strutture termali Professioni della montagna Congressi e grandi eventi fieristici Sale giochi Discoteche Il protocollo 24 aprile 2020 Il 24 aprile del 2020 è stato integrato un protocollo congiunto sottoscritto il 14 marzo 2020 su invito del Presidente del Consiglio dei Ministri, dal Ministro dell’economia, dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, dal Ministro dello sviluppo economico e dal Ministro della salute, che hanno promosso l’incontro tra le parti sociali raccomandando intese tra organizzazioni datoriali e sindacali. Il “Protocollo di regolamentazione per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID 19 negli ambienti di lavoro” ha l’obiettivo di evitare il blocco dell’operatività delle imprese, garantendo allo stesso tempo la tutela della salute dei lavoratori. Il documento contiene linee guida per agevolare le imprese nell’adozione di protocolli di sicurezza anti-contagio e fornisce indicazioni operative finalizzate a incrementare, negli ambienti di lavoro non sanitari, l’efficacia delle misure di precauzione adottate per contrastare l’epidemia da Coronavirus. Il protocollo operativo è articolato in tredici ambiti di intervento: • Informazione; • Modalità di ingresso in azienda; • Modalità di accesso dei fornitori esterni; • Pulizia e sanificazione • Precauzioni igieniche personali; • Dispositivi di Protezione Individuale; • Gestione spazi comuni come mensa, spogliatoi, aree fumatori, distributori di bevande e snack; • Organizzazione aziendale in cui rientrano turnazioni, trasferte e smart work e rimodulazione dei livelli produttivi; • Gestione entrata e uscita dei dipendenti; • Spostamenti interni, riunioni, eventi interni e formazione • Gestione di una persona sintomatica in azienda; • Sorveglianza Sanitaria, Medico Competente e RLS. Aggiornamento del protocollo di regolamentazione. Riepilogo In questa sezione abbiamo esaminato: • La gerarchia delle fonti legislative • La possibilità alle singole Regioni di introdurre misure derogatorie, in relazione all’andamento della situazione epidemiologica nel territorio • Le misure restrittive imposte a tutta la popolazione • Indicazioni operative per incrementare, negli ambienti di lavoro non sanitari, l’efficacia delle misure adottate per contrastare l’epidemia