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Sto pensando di imparare il pianoforte. A cominciare dalla sua storia. Esso è l'unico strumento con la coda a parte il serpente a sonagli. Ha tre gambe come il timpano, che però ha un solo orecchio, e come i piatti che veramente di gambe ne hanno quattro ma soltanto se sotto c'è un tavolo apparecchiato. Per questo è annoverato fra gli strumenti a percussione. Il pianoforte all'inizio si chiamava fortepiano perché aveva la tastiera al contrario: i bassi in alto e gli alti in basso, entrambi scomodi perché si dovevano fare le scale non con i piedi ma con le mani, per poi trovarsi sul pianerottolo, che come si intuisce dal nome aveva pochissimi tasti e ogni volta che se ne premeva uno si affacciava alla porta un uomo peloso in mutande e canottiera. Fu il costruttore tedesco Hanselm von Strassenbahn insieme con suo figlio Hanselm von Vogelwald Jr. a ideare il pianoforte come lo conosciamo oggi, cioè poco e nulla. In pochi sanno che questo strumento ha tre pedali: frizione, freno e acceleratore. E che nella fuga di Bach, da non confondersi con la fuga di gas, ha toccato i 220 all'ora, che diviso per le quattro stagioni di Vivaldi fa 55 euro a pizza. Uno sproposito ai nostri giorni, ma non a quei tempi in cui le pizze si contavano ancora sulle dita di un pianista (ecco perché i tasti dei pianoforti erano sempre unti). Fra i più grandi musicisti che hanno dato lustro a questo strumento: Beethoven, autore della famosa Sinfonia N. 5 Paraponziponzipò. Il summenzionato Bach, che ha scritto centinaia di capolavori per distogliere l'attenzione dal fatto che portasse la parrucca. Mozart, l'enfant prodige che appena nato era già capace di suonare Il Piccolo Montanaro mentre suo padre, grande amante della musica, gli cambiava il pannolino. Liszt, che invece non sapeva leggere la musica, ma soltanto scriverla, e perciò riuscì a comporre soltanto brani suoi. Chopin, di cui si ricordano: 59 mazurke, 27 studi, 29 preludi di cui 25 senza seguito, 21 notturni che gli costarono una fortuna in candele, 19 valzer (tra cui il celebre Romagna Mia) 17 polacche e nessuna che sapesse pronunciare correttamente il suo nome, 4 scherzi che usava suonare indossando naso e baffi finti, 4 ballate, 3 sonate, 2 cantate e uno si levi dagli zibedei perché siamo già al completo. Vabbè, vuol dire che il pianoforte non lo imparo più. Tanto lo sgabello era scomodo, non aveva neanche lo schienale.