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La definizione di caso si basa sulle informazioni attualmente disponibili e può essere rivista in base all’evoluzione della situazione epidemiologica e delle conoscenze scientifiche disponibili. Un caso sospetto è una persona con infezione respiratoria acuta con almeno 2 o più criteri presenti, tra i 5 elencati. Con il decreto DPCM del 9 /3/2020 tutto il territorio italiano è stato identificato quale zona arancione, quindi i criteri epidemiologici appaiono superati prevalendo il criterio clinico. Il tampone nasofaringeo rappresenta il gold standard per la diagnosi anche se può essere largamente influenzato da variabili quali il tempo trascorso dall’avvenuto contatto con un soggetto portatore del virus, l’accuratezza del metodo di prelievo, l’adeguata rappresentatività del secreto naso-faringeo nel campione prelevato. A tale proposito bisogna ricordare che il picco di disseminazione di particelle virali, e conseguentemente dell’infettività, sembra collocarsi nei 7-10 giorni successivi all’esordio della malattia. Il reperto di laboratorio più frequente è la linfocitopenia (83%), in un terzo dei casi possono esserci leucopenia e trombocitopenia. La maggior parte dei pazienti presenta elevati livelli di PCR, LDH e D-dimero ;tutte queste alterazioni sono generalmente di entità lieve-moderata, ma l’entità delle alterazioni è tanto maggiore quanto più grave è il decorso. I sintomi neurologici caratteristici sono la disgeusia e l’anosmia ; il virus potrebbe arrivare al tronco encefalico per via trans-sinaptica partendo dalle terminazioni nervose periferiche del nervo olfattorio o linguale . In questo scenario parte dell’insufficienza respiratoria potrebbe essere causata dal danno diretto del virus sui nuclei del tronco encefalico (nucleo ambiguo, del tratto solitario…). Il COVID-19 infetterebbe le cellule dell’epitelio gastrointestinale causando non solo la sintomatologia ma anche la possibile trasmissione per via oro-fecale. L’infezione del tratto gastro-intestinale e la potenziale trasmissione oro-fecale potrebbero persistere anche dopo la clearance del virus nel tratto respiratorio. Pertanto per controllare la diffusione del virus potrebbero essere necessari accorgimenti aggiuntivi atti a prevenirne la diffusione . la broncoscopia e il lavaggio broncoalveolare attualmente rappresentano lo strumento più sensibile nella ricerca di COVID-19 . Si tratta di una procedura non applicabile su larga scala, per l’invasività ma soprattutto per l’esposizione degli operatori a causa dell’elevata aerosolizzazione che si crea durante la manovra. Nei diversi statement delle società scientifiche il solo sospetto din infezione da COVID, viene considerato una controindicazione all’esecuzione della manovra, ammessa in casi in cui un approfondimento diagnostico porterebbe ad una modifica dell’approccio terapeutico e gestionale. Rimane l’indicazione in casi di reale necessità ( atelettasie da tappi di muco, corpi estranei, assistenza pratiche tracheostomiche …) Nonostante il tampone nasofaringeo sia necessario per la conferma diagnostica del contagio, ha una specificità molto elevata ma una sensibilità non altrettanto elevata. Le esperienze maturate durante l’epidemia in CINA, confermate ora anche dai colleghi italiani che per primi hanno affrontato il propagarsi dell’epidemia, hanno rilevato che le manifestazioni polmonai possono anticipare la positivizzazione del tampone e talora essere presenti anche nei soggetti senza evidente clinica, per cui il loro riscontro TAC assume un ruolo nella diagnosi precoce. La TAC ad alta risoluzione ha un ruolo centrale sia in diagnosi primaria che nella valutazione della gravità della malattia. Nella fase precoce della malattia si apprezzano lesioni singole tipo ground glass che con il progredire della patologia aumentano sia in numero che in estensione. Nella fase più avanzata si assiste ad un incremento delle aree consolidative. E iniziale ispessimento pleurico. Nell’ecografia toracica è possibile distinguere tre fasi, una precoce in cui si vedono nel contesto di un polmone normale un incremento di linee B fisse, una seconda fase in cui compaiono i consolidamenti triangolari sub-pleurici o aree focali di “ white lung” e una fase avanzata in cui i consolidamenti sono evidenti, specialmente nelle regioni posterobasali, e si evidenziano diffusi cambiamenti artefattuali. Questa fase è simile all’A.R.D.S.