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voce gli uscì strozzata quando rispose: “Tornerò certamente. Ed ora” continuò, allontanando la testa del lupo che gli faceva festa sulla soglia “ho da farti un rimprovero, Fratel Bigio. Perché non siete venuti tutti e quattro, quando vi ho chiamato tanto tempo fa?” “Tanto tempo fa, dici? Ma era solo la notte scorsa. Io... noi stavamo cantando le nuove canzoni della Giungla, perché questo è il Tempo della Parlata Nuova. Te lo ricordi?” “Sì, è la verità”. “E non appena le canzoni furono cantate”, continuò seriamente Fratello Bigio, “ho seguito il tuo percorso, mi sono distaccato da tutti gli altri e ho seguito le tue tracce ancora fresche. Ma, Fratellino, che cosa hai fatto? Hai mangiato e dormito col Branco degli Uomini?” “Se foste venuti quando vi ho chiamato non sarebbe mai accaduto” rispose Mowgli correndo più veloce. “Ed ora, che accadrà?” Mowgli stava per rispondere, quando una fanciulla avvolta in un candido telo scese in un sentiero dal villaggio. Fratel Bigio sparì immediatamente e Mowgli si nascose silenzioso in un campo fra le messi già alte. Poteva quasi toccarla con la mano, mentre gli steli verdi ed ancor caldi gli si chiudevano sopra e spariva come un fantasma. La fanciulla urlò, perché pensava d'aver visto uno spirito, e poi tirò un profondo respiro. Mowgli allontanò gli steli con le mani e la guardò finché fu lontana. “E ancora non so”, disse sospirando a sua volta “perché non siete venuti, quando vi ho chiamati”. “Ti seguiamo... noi ti seguiamo” mormorò Fratel Bigio, leccandogli un tallone “ti seguiremo sempre, tranne che al Tempo della Parlata Nuova”. “E mi seguireste se andassi nel Branco degli Uomini?”, sussurrò Mowgli. “Non ti seguii la notte in cui il vecchio Branco ti aveva scacciato? Chi ti svegliò, allora, mentre dormivi tra l'erba?” “Sì, ma lo faresti ancora?” “Non ti ho seguito questa notte?” “Sì, ma ancora un'altra volta, e forse un'altra ancora, Fratel Bigio?” Fratel Bigio rimase in silenzio. Quando aprì bocca, brontolò fra sé: “La Pantera Nera diceva la verità”. “E che ha detto?” “L'Uomo ritorna all'Uomo, alla fine... così diceva pure Raksha, nostra madre”. “Anche Akela disse così la notte dei Cani Rossi” mormorò Mowgli. “E così dice anche Kaa, che è il più saggio di tutti noi”. “E tu che cosa dici, Fratel Bigio?” “Ti hanno scacciato una volta, con parole cattive. Ti hanno ferito la bocca con delle pietre. Hanno mandato Buldeo ad ucciderti. Ti avrebbero gettato nel Fiore Rosso. TU e non io hai detto che sono maligni e insensati. TU e non io (io seguo il mio popolo) hai fatto avanzare la Giungla sopra di loro. Tu e non io hai cantato contro di loro canzoni più amare di quelle che noi cantammo contro i Cani Rossi”. “Ho chiesto a te, cosa ne dici?”. Parlavano mentre correvano. Fratel Bigio corse ancora senza rispondere, poi, tra un balzo e l'altro, rispose: “Cucciolo d'Uomo, Padrone della Giungla, Figlio di Raksha, fratello mio di tana, sebbene in primavera io lo dimentichi per un po', la tua strada è la mia strada, la tua tana è la mia tana, la tua preda è la mia preda, anche il combattimento che ti porta alla morte è il mio. Io parlo per i Tre. Ma tu, che dirai tu alla Giungla?” “Questo è ben detto. Tra la vista della preda e il colpo che l'uccide non è bene aspettare. Va' avanti, chiamali tutti alla Rupe del Consiglio e io racconterò loro cosa rumina nel mio stomaco. Ma forse non verranno, forse si sono dimenticati di me ora che è la stagione della Parlata Nuova”. “E tu non hai dimenticato nulla?” scattò Fratel Bigio girando la testa, mentre si lanciava giù di gran corsa, seguito da Mowgli pensieroso. In qualsiasi altra stagione queste notizie avrebbero fatto rizzare il pelo sul collo a tutta la Giungla, ma ora erano tutti occupati a cacciare e lottare, a uccidere e a cantare. Fratel Bigio correva da uno all'altro gridando: “Il Padrone della Giungla ritorna dagli Uomini! Venite alla Rupe del Consiglio!” E gli animali, felici e impazienti, rispondevano: “Tornerà a noi quando l'estate tornerà a scaldare. Le Piogge lo ricondurranno alla Tana. Vieni a cantare con noi, Fratel Bigio”. “Ma il Padrone della Giungla torna fra gli Uomini!” ripeteva il lupo. “Eee, yoawa! Il Tempo della Parlata Nuova è forse meno dolce per questo?” rispondevano. Così quando Mowgli, col cuore pesante, risalì il noto cammino fra le rocce fino al punto in cui era stato presentato un tempo al Consiglio, trovò soltanto i Quattro, Baloo -quasi cieco per gli anni- e il grosso Kaa dal sangue freddo, raggomitolato attorno al posto vuoto di Akela. “Dunque, il tuo percorso finisce qui, Piccolo Uomo?” disse Kaa, mentre Mowgli si gettava a terra, nascondendo la faccia tra le mani. “Lancia il tuo grido: siamo dello stesso sangue, tu e io, uomo e serpente insieme”. “Perché non sono morto al tempo del Cane Rosso?” gemette il ragazzo. “Le forze m'hanno abbandonato e non è questione di veleno. Notte e giorno, mi sembra di udire un doppio passo sulle mie orme, ma, quando mi volto, è come se, proprio in quel momento, qualcuno si fosse sottratto alla mia vista. Vado a vedere dietro gli alberi, ma non c'è nessuno. Chiamo, e nessuno risponde; ma sono convinto che qualcuno stia in ascolto e non voglia rispondermi. Mi sdraio, ma non riposo. Faccio la corsa di primavera, ma non mi calmo. Faccio il bagno, ma non mi rinfresco. Uccidere per niente non mi piace, ma non ho voglia di battermi se non per uccidere. Il Fiore Rosso è nel mio corpo, le mie ossa si sono sciolte in acqua e... non so più quel che sono”. “Che bisogno c'è di parlare?” intervenne calmo Baloo, girando la testa verso il punto in cui era disteso Mowgli. “L'aveva detto Akela, al fiume, che Mowgli avrebbe riportato Mowgli al Branco degli Uomini. L'ho detto anch'io. Ma ora chi ascolta le parole di Baloo? Bagheera (dov'è Bagheera stanotte?) lo sa pure lui. E' la Legge”. “Quando ci incontrammo alle Tane Fredde, Piccolo Uomo, lo sapevo anch'io”, disse Kaa cambiando di poco la posizione delle sue potenti spire. “L'Uomo finisce per andare verso l'Uomo, anche se la Giungla non lo caccia via”. I Quattro si guardarono l'un l'altro e guardarono Mowgli, perplessi, ma pronti a obbedire. “La Giungla non mi caccia allora?” Mowgli balbettò. Da Fratello Bigio e dai Tre partì un cupo brontolio di rabbia: “Finché vivremo noi, nessuno oserà...” Ma Baloo li interruppe. “Sono io che ti ho insegnato la Legge, e tocca a me parlare”, disse, “e, malgrado non possa veder bene le rocce che mi stanno davanti, io so guardare molto lontano. Prendi la tua strada, ranocchio; costruisciti la tua tana col tuo sangue e il tuo branco col tuo popolo; ma quando ti occorreranno gambe, denti, occhi, o vorrai far giungere velocemente un messaggio durante la notte, ricordati, Padrone della Giungla, che la Giungla è tua appena lo vorrai”. “Anche la Giungla media è tua” aggiunse Kaa; “e io parlo a nome di persone non dappoco”. “Ahi ahi, fratelli” gridò Mowgli, alzando le braccia con un singhiozzo. “Non so più che fare! Non vorrei andarmene, ma i piedi mi trascinano via. Come potrò fare a meno di queste notti?” “No, alza gli occhi Fratellino” ripeté Baloo. “Non c'è da vergognarsi per questa caccia. Dopo aver mangiato il miele, l'alveare è vuoto”. “E anche noi”, aggiunse Kaa, “alla muta, cambiata la pelle, non possiamo rientrarci. E' la Legge”. “Ascoltami, o più caro fra tutti”, disse Baloo, “Non c'è parola né ci sarà che ti possa trattenere. Guardami! Chi può mettere in dubbio il Padrone della Giungla? Ti ho visto giocare con quei ciottoli bianchi quando eri un ranocchio; ti ha visto anche Bagheera, che ti riscattò a prezzo di un toro appena ucciso. Di quei tempi rimaniamo solamente noi due, perché Raksha, la tua madre di tana, è morta insieme a tuo padre di tana; anche il vecchio Branco di Lupi è morto da molto tempo; tu sai che fine ha fatto Shere Khan; e Akela morì fra i cani rossi quando, se non fosse stato per la tua saggezza e forza, tutto il secondo Branco di Seeonee sarebbe morto. Non restano altro che vecchie ossa. Non è più il Cucciolo d'Uomo che chiede un permesso al Branco, ma il Padrone della Giungla che cambia la sua strada. Chi può chieder ragione delle sue volontà all'Uomo ?” “Ma Bagheera e il Toro che mi ha riscattato” disse Mowgli, “non vorrei...” Le sue parole vennero interrotte da un ruggito e da uno schianto tra i cespugli, e di subito Bagheera, agile, forte e terribile come sempre, gli apparve davanti. “E per questo”, disse, allungando la zampa destra gocciolante “che non sono venuto prima. E’ stata una caccia lunga, ma ora lui giace fra i cespugli, un toro al suo secondo anno, il Toro che ti libera, Fratellino. Tutti i debiti sono pagati, ora. Per il resto, la mia parola è la parola di Baloo”. Leccò il piede di Mowgli. “Ricordati, Bagheera ti ha amato” esclamò, e corse via. Ai piedi della collina, gridò ancora a lungo e forte: “Buona caccia su un nuovo percorso, Padrone della Giungla! Ricorda, Bagheera ti ha amato”. “Tu hai sentito”, disse Baloo, “non c'è più altro da dire: vai ora, ma prima vieni qui da me, piccolo ranocchietto saggio, vieni a me!” “E' difficile mutare la pelle” disse Kaa, mentre Mowgli singhiozzava e singhiozzava, con la testa sul fianco dell'orso cieco e le sue braccia al collo. Baloo cercava di leccargli delicatamente i piedi. “Le stelle sono fitte e sottili”, disse Fratello Bigio, fiutando il vento dell'alba. “Dove faremo la nostra tana oggi? Perché, d'ora in poi, seguiremo nuovi sentieri”.