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*Abbaiocco, il Pesce da Lenza* C'era una volta un pesce chiamato *Abbaiocco*, un pesce da lenza talmente sprovveduto che non sapeva nemmeno che fosse un pesce. Lui, che pensava di essere una *creatura straordinaria* nel mare, credeva che ogni filo di nylon gettato nell’acqua fosse un dono del cielo, una *promessa di amore eterno*, una specie di... *amore perfetto* (non che ne avesse idea di cosa fosse, ma ci credeva ugualmente). Un giorno, il *pescatore*, che non era proprio un pescatore, ma un *tipo strano che avrebbe dovuto fare un corso di igiene personale*, si preparò alla pesca. Ma non con una canna normale, eh no. Quella canna era un incrocio tra un *ramo di albero rotto* e una *scopa del bagno*. La punta? Così storta che nemmeno il mare ci avrebbe fatto un pensierino, se avesse avuto la capacità di pensare. E la lenza? Non era nemmeno *una vera lenza*. Quella cosa fragile sembrava più un *filo interdentale scaduto* che una lenza. Bastava solo un *colpo di vento* o una *leggera brezza* per farla frantumare come il sogno di chi pensa che la dieta funzioni. Ma *Abbaiocco*? Lui lo sapeva! Quando vedeva quella lenza *secca*, *sgarrupata*, gettata nell’acqua come un *cappotto dell’umarell*, pensava subito: "Forse questa è la volta buona". Certo, la lenza non avrebbe nemmeno tenuto un *sasso bagnato*, ma lui, poverino, continuava a *sbavare di speranza* come se fosse il giorno del suo matrimonio con la pesca. Il *pescatore*, che aveva il gusto di pescare con le cose più *ridicole e senza senso*, si accontentava di esche così improbabili che nemmeno il pesce più incosciente al mondo avrebbe dovuto abboccare. *Fetta di pane raffermo* (l'unico tipo di pane che poteva anche essere usato come scudo contro i raggi solari), *un gommino da masticare* (un po’ usato, un po’ rotto), e, *per la grande occasionissima*, il *biglietto della spesa della nonna* che ormai aveva più anni di lui e un valore storico notevole. E lì, proprio lì, *Abbaiocco*, il nostro povero pesce, che si sentiva *un pesce speciale*, *abboccava* senza nemmeno riflettere. Una *moneta arrugginita*, un *calzino spaiato*, una *caramella scaduta* erano esche che lo facevano sentire come se stesse vivendo *un'avventura epica*. Ogni volta che la lenza veniva gettata nell'acqua, il cuore di *Abbaiocco* palpitava di eccitazione. Perché? Perché *pensava fosse finalmente la volta buona*. Non si accorgeva che *stavano giocando con lui come un clown a un compleanno di 5 anni*. E mentre il *pescatore* tirava fuori dalla tasca una *fetta di pizza mangiata a metà*, il pesce, con il suo muso da pesce *grande e intelligente*, si fiondava su quella che era la *più stupida delle esche*. "Forse questa volta è diversa!", pensava. Ma non era affatto diverso. La verità era che stava solo diventando un *pesce da lenza professionista*, specializzato nell'abboccare a cose senza senso. Era una danza infinita: il *pescatore imbranato* lanciava la sua *lenza sgarrupata*, con esche che avrebbero potuto essere tranquillamente *un cuscino rotto* o *un petto di pollo dimenticato nella borsa*. E *Abbaiocco* continuava a mordere, sempre più convinto di stare facendo un affare incredibile. Non c'era amore, non c'era *destino* in questo. Solo un pesce che non vedeva niente di strano nel morso alla *papera di plastica*. Ogni volta che sentiva quel lieve *struscio* della lenza sotto l’acqua, *Abbaiocco* pensava che fosse un segno, una *chiamata divina*. Ma la realtà era che stava abboccando sempre e solo a *fesserie*. *Una gomma da masticare* che nessun pesce avrebbe mai pensato di mangiare, ma lui? Lui ci credeva. “Questa volta è diversa!” si ripeteva, mentre quella lenza *farlocca* gli si chiudeva sulla bocca come una trappola. E una volta che *Abbaiocco* veniva sollevato dall’acqua, la sua bocca era *incastrata sull’amo* più banale, più ridicolo, più inutilmente grande di tutti. Ma lui, senza sapere che fosse una trappola, pensava: "Ecco, sono finalmente *speciale*!". Il pescatore, che nel frattempo si era addormentato sopra la canna perché stava sognando di essere in *un reality show*, non si accorse nemmeno che stava pescando il *pesce più sfortunato di sempre*.E così *Abbaiocco*, il pesce da lenza più credulone di sempre, continuò a *sbattere contro la rete* con la stessa illusione che avrebbe trovato una qualche *chiave magica* che lo liberasse da quella spirale di assurdità. Ma la verità? La rete non aveva mai *significato nulla*. Nemmeno l’esca *ridicola* che gli veniva lanciata. *Abbaiocco* aveva solo bisogno di una cosa: capire che non c'è mai una vera "occasione" se l'unica cosa che ti spinge è un'illusione fatta di *cose strane e improbabili*. La lezione finale? Non abboccare a tutto. E se qualcuno ti offre una *scarpa bucata*, *un bicchiere rotto* o *un pezzo di pane duro*, ricorda: non è amore, è solo una *trappola ridicola*.