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Odoardo Fialetti<break strength="x-strong"/> Bologna 1573 – Venezia 1637<break strength="x-strong"/> Teste virili, 1608 circa<break strength="x-strong"/> Acquaforte millimetri 103 per 136<break strength="x-strong"/> Oltre che pittore Odoardo Fialetti fu prolifico incisore. Realizzò circa 240 acqueforti, alcune delle quali sono tratte da opere di Polidoro da Caravaggio, Pordenone e Tintoretto. Molte sono di sua invenzione e tra queste figurano i quindici Scherzi d’Amore, i tredici Paesaggi, le tre Cacce, il fregio con Tritoni e Nereidi e quelle edite per una raccolta di abiti religiosi in tre libri (De gli abiti delle religioni, 1626). Le sue eleganti incisioni coniugano, attraverso un segno chiaro e leggero, il gusto bolognese di scuola carraccesca a quello veneto di Tiziano e Palma il Giovane. Con quest’ultimo Fialetti collabora per un manuale di disegno, Il vero modo et ordine per dissegnare tutte le parti et membra del corpo humano, suddiviso in due tomi, ognuno col proprio frontespizio: il primo, Il piccolo libro dei disegni, dedicato al duca di Modena Cesare d’Este, è stampato a Venezia da Justus Sadeler nel 1608 e comprende 10 incisioni; l’altro, Il grande libro dei disegni, non datato, raccoglie 36 stampe. Il vero modo et ordine per dissegnare è un’opera che assume notevole rilevo nella storia dell’arte veneta. Le acqueforti di Fialetti illustrano analiticamente le varie parti del corpo umano ed esplicano, con una grande varietà di esempi, il criterio del “disegno elementare”. Una di queste è la numero 14, Teste virili, nelle quali l’artista bolognese, pur ricollegandosi alla tradizione didattica di Annibale basata sul disegno dal naturale, mostra una libertà espressiva del tutto personale unita ad un’assoluta padronanza del segno.