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Albrecht Dürer Presentazione di Maria al tempio, 1503 circa   Xilografia mm 299x205 Donazione Guglielmo Guidi (febbraio 2002) Straordinario vertice della xilografia rinascimentale d’oltralpe, La Presentazione di Maria al tempio appartiene al Ciclo incisorio della Vita di Maria, uno dei più importanti lavori di <lang xml:lang="de-DE">Albrecht Dürer</lang>. L’opera – firmata dall’artista nella tavoletta in basso a destra - viene generalmente fatta risalire al 1503. <lang xml:lang="de-DE">Dürer </lang>sviluppa il tema attraverso una complessa impaginazione e una narrazione che coinvolge personaggi ed elementi apparentemente secondari: colloca sulla sinistra, in primo piano, la canestra con la frutta, gli agnelli, il mercante con la moglie che, oltre ad introdurre all’azione principale attraverso un sapiente gioco di piani, accompagnano l’osservatore al motivo culminante: la Vergine bambina che si appresta a salire i quindici gradini del tempio, ove, accolta dal sacerdote, vivrà sino ai dodici anni in compagnia delle altre giovani vergini.  Sulla destra della scena si riconoscono le grandi figure di Gioacchino ed Anna, i genitori di Maria. La madre, con la testa leggermente reclinata, sembra mostrare una velata malinconia, quasi a presagire il destino della Figlia quale indispensabile tramite per la Rivelazione del Signore: con la mano sinistra indica infatti gli agnelli con le zampe legate, sin troppo esplicita prefigurazione di Cristo e del suo martirio. Accanto ad Anna, Gioacchino scopre il capo in segno di riverenza, manifestando anch’egli un’intima consapevolezza. Oltre, sulla sommità della grande arcata, <lang xml:lang="de-DE">Dürer </lang>pone la figura di Ercole che tiene saldamente per la gola il cane Cerbero, da lui catturato nel suo viaggio nell’Ade. La presenza del mitologico eroe, in questo particolare contesto, deve essere interpretata alla luce della dottrina filosofica del neoplatonismo ed assume il particolare significato di “Avvent<break strength="strong"/>o”. Nella nuova corrispondenza tra mitologia e Sacre Scritture, l’episodio in cui Ercole si reca nell’oltretomba viene reinterpretato come chiara “prefigurazione di Gesù”. Alla Rivelazione del Figlio di Dio allude, peraltro, la stessa cerimonia della Presentazione della Vergine al Tempio, in passato intesa come simbolo palese della consacrazione di Maria nel suo ruolo di tramite per l’Incarnazione di Cristo.