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Bianca come il latte rossa come il sangue è un libro scritto da Alessandro d'Avenia. Leo, il sedicenne protagonista della storia, si sente un leone, nulla lo spaventa se non il bianco. Il bianco che è niente, che è privazione, che è assenza, che è solitudine. E per uccidere il bianco, che “non è nemmeno un colore”, ci vuole il rosso, che è amore, passione, sangue. Non basta nemmeno l'azzurro degli occhi di Silvia, fedele compagna di Leo. Il bianco è la vita senza ragione. Il rosso è il sogno di Beatriz, ignara dell'amore che ha acceso. Il blu è la realtà, la realtà di Silvia. L'amore è un sentimento molto difficile da spiegare perché per noi giovani segna una parte della nostra adolescenza. A volte, quando si è innamorati di qualcuno si fa di tutto, anche rischiare la vita. Lorenzo è una di queste persone. Nel libro è follemente innamorato di Beatrice, una ragazza dai capelli rossi che morirà di leucemia. Ma anche dopo questo Lorenzo non smette di amarla, donando il proprio sangue. A volte, però, nell'adolescenza l'amore ci porta a rimanere nell'ombra e a nascondere i nostri sentimenti, ebbene, questo è il caso di Silvia, la migliore amica di Leo, che è segretamente innamorata di lui e gli parlerà dei suoi sentimenti solo dopo la morte di Beatrice. I due si innamorano e si fidanzano. Per sconfiggere il biancore serve anche un sogno che possa dare un senso alla vita e ribaltare una brutta giornata, che improvvisamente si corrompe e di colpo anche i colori si trasformano. Questo sogno viene trasmesso a Leo da un insegnante di filosofia soprannominato il sognatore, che diventa presto una figura di riferimento per il ragazzo. Il romanzo è una sfida che il giovane insegnante-autore D'Avenia sembra lanciare ai suoi colleghi e ai genitori dei suoi alunni. Prendere sul serio i bambini. Valorizzare lo slancio buono che si cela dietro i loro comportamenti a volte incomprensibili.