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Capitolo 7 Le tortuose ed aspre curve della strada provinciale 64, che collegavano il paese di Rossiglione con la Val Gargassa. venivano affrontate dalla vecchia Fiat multipla a velocità al quanto sostenuta. File di alberi, alternati a cartelli pubblicitari, scorrevano spediti, ai due lati della carreggiata. Primo, alla guida del mezzo, si trovava in un mero stato di eccitazione tale da non percepire la realtà. Affrontava i ripidi tornanti, come fosse solo al mondo, completamente fuori mano. Era in trance ! Il suo particolare stato psicofisiologico, caratterizzato da insensibilità ai fattori esterni, quali possibili ostacoli naturali, eventuali veicoli o inconsapevoli ciclisti, sembravano non riguardarlo minimamente. Stava vivendo uno stato di esaltazione e di estasi, tutto suo, causato da stimoli interni. Terzo in ansia per l’inconsueto comportamento dell’amico, si accertò di avere la cintura di sicurezza ben serrata. Tutt’altro che sprovveduto, benché a digiuno di nozioni di psicologia, si accorse ben presto dei comportamenti dissennati del conducente. Non passarono di certo inosservate le inconsapevoli agitazioni motorie dell’amico, dipendenti da una volontà inconscia tutta sua. Pareva giocasse alla play station sotto effetto di qualche sostanza psicotropa. Improvvisamente Primo, in preda ad un eccesso di euforia, cominciò a cantare - “ Soldi, soldi, soldi, tanti soldi, beati siano soldi, i beneamati soldi perché, chi ha tanti soldi vive come un pascià e a piedi caldi se ne sta. Soldi, soldi, soldi, ti danno donne e whisky, salute e figli maschi perché, chi ha tanti soldi vive come un pascià e a piedi caldi se ne sta ! “ - si voltò verso il compagno di avventura - “ Sei sempre cosi serioso, lasciati andare un po' anche tu. Sei milionario , questa canzone sarà il nostro inno alla vita ! “ Il passeggero, seriamente preoccupato in volto, si voltò verso il guidatore. - “ Hai intenzione di ucciderci ? Sarebbe molto più salutare se guidassi più piano ! Andremo a schiantarci ! “ Primo in prossimità di una curva a gomito verso destra, scalò una marcia, l’automobile emise uno stridore insistente proveniente dagli pneumatici, un improvviso scrollone della Fiat provocò all’interno dell’abitacolo un sentimento di seria preoccupazione, l’auto sembrò subire un’improvvisa ed innaturale incurvata nella direzione di un dirupo laterale. Il guidatore riprese con prodigio il controllo del veicolo prima che accadesse l’irreparabile. Il cuore di Terzo sembrò fermarsi, con un estremo gesto istintivo, agguantò saldamente il maniglione di sostegno all’interno dell’abitacolo. - “ Vai più piano, ti prego, o non riusciremo a goderci i soldi del riscatto ! “ - le parole proferite dal muscoloso ragazzo produssero miracolosamente l’effetto sperato. Il conducente rallentò la marcia del veicolo. La lancetta del contachilometri, discese ben presto dai centochilometri, attestandosi ad un più consono sessanta chilometri all’ora. Parametro più congruo per una strada tortuosa e dalla larghezza della carreggiata relativamente limitata. Anche l’espressione del giovane passeggerò si rasserenò. Gli alberi ai lati della carreggiata rallentarono a loro volta, sfrecciando ai lati del veicolo più lentamente. “ Non mi dire che hai avuto paura ? “ - domandò con fare insolente il conducente, voltandosi nella direzione dell’amico, ostentando un ghigno sfrontato. “ Sarebbe proprio una beffa se morissimo proprio adesso. Saremmo diventati ricchi inutilmente ! “ - osservò con fare angelico, Terzo. Le labbra disegnarono un sorriso di circostanza, volutamente rasserenante. Ogni essere umano ha alcune spiccate attitudini naturali. Primo, aveva nel sangue una passione sfrenata per le auto potenti ed un vero talento naturale per la guida dei mezzi a motore. Anche nella conduzione della vecchia Fiat Multipla, la cui sagoma assomiglia più ad cassonetto dei rifiuti piuttosto che ad un auto sportiva, Primo riusciva ad impostare le curve ad alta velocità ed a mantenere in strada un veicolo goffo, asimmetrico e disarmonico che persino gli ingegneri, esperti della scienza della aerodinamicità, non sarebbe in grado di fornire una mera spiegazione scientifica a tale fluidità di conduzione. “ Hai ragione amico mio, è più saggio rallentare. Mi devi perdonare, ma sono euforico per il fatto che tutto si è concluso alla perfezione, proprio come avevo programmato..” - l’uomo tornato a guardare attentamente la strada provinciale, serrò saldamente il volante con entrambe le mani, proseguì la conduzione con fare più prudente - “ Comunque tu mi conosci bene, io aborro la triste routine dell’esistenza quotidiana. Con questo rapimento ho voluto mettere a confronto la mia parte razionale con la parte istintiva. “ - “ Hai capito quale parte di te è uscita vincitrice ? “ - chiese istintivamente Terzo, interessato alla disquisizione del guidatore. Il conducente, seguendo diligentemente i crismi dettati dal codice della strada , accese la freccia sinistra dell’auto, lanciò un’occhiata allo specchietto laterale e superò un furgone parcheggiato sul ciglio della sua stessa corsia di marcia. Concluse il sorpasso. - “ Nessuna delle due parti ha prevaricato sull’altra. La mia parte razionale e quella irrazionale hanno collaborato alla perfezione tra loro ! Questo progetto è stato un estremo atto di coraggio. L’ho affrontato, anzi lo abbiamo affrontato e superato insieme. Di questo dobbiamo esserne fieri.” - l’uomo distolse per pochi istanti la mano sinistra dal volante, accese la radio. - “ Tra qualche giorno, dopo che si saranno calmate le acque, torneremo nel bosco per recuperare i soldi. Li abbiamo mimetizzati perfettamente. Sarà impossibile per chiunque individuarli. Puoi starne certo. “ - il ritorno alla casa della nonna di Secondo procedeva tranquillamente, le ombre dei fusti degli alberi, si stavano allungando sull’asfalto scuro. All’orizzonte la luna, nonostante la luce del sole illuminasse ancora l’intera vallata, ambiva a mostrarsi in tutta la sua bellezza. Sembrava, alla stregua di una moderna stella cometa, voler indicare ai due viaggiatori la strada corretta da percorrere. Il tramonto era oramai giunto, il cielo sgombero da nubi, completava la bellezza bucolica del paesaggio. Terzo per natura, era caratterialmente agli antipodi rispetto al suo estroverso amico. Raggruppava in se i canoni della persona posata, riflessiva e pragmatica. Poco loquace e per nulla incline ad mostrare spavalderia ed ostentazione. L’aspetto burbero e serioso, mai lo aveva agevolato, nel corso della sua intera esistenza, a socializzare col prossimo. Altruista ogni modo, in lui l’empatia rappresentava l’elemento distintivo. L’attitudine di comprendere e sentire ciò che un'altra persona sta vivendo, ovvero la capacità di mettersi nei panni di un altro. - “ Sono combattuto ! “ - esclamò all’improvviso. “ Cosa intendi dire ? “ - osservò Primo, resosi conto della voglia del passeggero di esternare un suo pensiero recondito. “ Se eseguo un esercizio di osservazione diretta e profonda dei fatti della mia coscienza, non sono sicuro di provare felicità per essermi arricchito fraudolentemente. Credo siano soldi sporchi. ” “ E’ per questo che sei triste ? Credevo ti fosse morto il gatto. “ “ Si. Sono “ “ Ascolta amico mio, ho imparato che nella vita nessuno mi ha mai regala niente,. Se vuoi qualche cosa devi rimboccarti le maniche e fare tutto da solo.