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Questi tre cancelli delimitano il confine fra terre pubbliche e private di Orgosolo. Invece, nelle terre pubbliche non abbiamo il problema degli incendi, perché c’è tanto bestiame che pascola il terreno e mangia l’erba, quindi l’incendio non si propaga. È sera. Nel centro del paese si sono riuniti degli uomini in sella a degli asini. Partono poi al galoppo per le vie del paese. È un nuovo giorno. Un furgone con la scritta “cavalli da corsa” fa il suo ingresso in un ippodromo. Molte altre persone giungono sul luogo. Su un cartello la scritta “Iscrizioni”. Arrivano altri furgoni che trasportano cavalli. L’ippodromo si riempie pian piano di spettatori e la gara ha inizio. Un gruppo di persone a bordo di un pick-up rosso raggiunge una vigna tra le colline. Si mettono tutti a vendemmiare, anche i bambini. MICHELE: No, era un vigneto in pendenza. MICHELE: E poi niente! Abbiamo deciso di estirpare il vecchio vigneto per comodità e abbiamo fatto il terreno a terrazzamenti. Ci sono circa 1100 piante di vite. FRANCO: A me piace il vino, non la vendemmia! Vicino alla vigna c’è una casa. I pick-up, carichi di uva, si allontanano. È calata la sera. Le luci natalizie addobbano le vie del paese. Alcuni uomini cantano insieme in strada, e mano mano le vie vuote si riempiono di persone. È calata la sera. Le luci natalizie addobbano le vie del paese. Alcuni uomini cantano insieme in strada, e pian piano le vie vuote si riempiono di persone. Uno degli uomini trascina il cadavere di un cinghiale! All’esterno, nella piazza, è stato acceso un enorme falò fatto con giganteschi tronchi accatastati. Delle stalattiti di ghiaccio pendono dalle rocce. Goccia dopo goccia, iniziano a sciogliersi. Ritornavano più spesso in autunno: a settembre o ad ottobre, quando avevano più tempo per rientrare in paese. Però, quando il bestiame iniziava a partorire, in inverno, non si poteva tornare ogni giorno. Quando Vittorio De Seta ha girato il film, per girare le scene si è preso un gruppo di scalmanati. Non avevano nessuna conoscenza della nostra cultura, avevano solo la cultura del bar. Una volta, zio Vissenti Garippa raccontò: Ho acceso un fuoco dentro un tronco, era una giornata fredda’ - zio Vissenti era ancora un bambino . Arrivò zio Nicola Paddeu con il fucile spianato e mi disse: Mi ha puntato contro il fucile! Dovevo spegnere subito il fuoco e non dovevo più permettermi di fare un’azione simile. Doveva essere la prima e ultima volta che lo facevo! C’era una forma di rispetto quasi sacro per la pianta. Dio la benedica per quante ghiande dà! Eh ma, la quercia era una Madre! Era una Madre in certi luoghi! la padrona del territorio! In certi luoghi, consumavano le ghiande anche le persone. I due uomini camminano in compagnia fra i ruderi di un vecchio ovile. Il pastore faceva una vita da bandito.