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Il Catalogo Europeo dei Rifiuti fornisce la classificazione dei rifiuti. Un codice cer è composto di 6 cifre suddivise in tre coppie: la prima identifica il capitolo, la seconda indica il sotto-capitolo e la terza fornisce il codice completo. Il capitolo individua la fonte del rifiuto, ovvero l’attività che ha originato il rifiuto. I sotto-capitoli che si trovano all’interno dei capitoli identificano, all’interno dell’attività produttiva, lo specifico processo produttivo che ha generato il rifiuto. L’ultima coppia di numeri identifica la specifica tipologia di rifiuto. Il Decreto legge 91 del 2014, convertito con legge 116 del 2014, sottolinea che la responsabilità di attribuzione del cer è del produttore, il quale non può demandarla ad un consulente o ad un laboratorio di analisi, ma deve essere consapevole e registrare in un apposito documento, da tenere presso la sede produttiva del rifiuto, le informazioni che servono per determinare il codice CER e capire se il rifiuto è o non è pericoloso. Questo documento normalmente coincide con la scheda di identificazione del rifiuto o scheda di omologa. Convenzionalmente i rifiuti pericolosi vengono identificati con un asterisco dopo le cifre. La pericolosità di un rifiuto, quando non è determinabile dalle schede di sicurezza dei prodotti, viene determinata tramite analisi di laboratorio volte a verificare l’eventuale superamento di valori di soglia individuati dalle Direttive sulla classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze pericolose. Questo si applica, in particolare, alle tipologie di rifiuti individuati da codici cer a specchio, ossia rifiuti costituiti da un materiale che può contenere o meno sostanze pericolose e che, quindi, implica un doppio codice possibile per lo stesso rifiuto. Per determinare il codice corretto è obbligatorio eseguire le analisi di caratterizzazione e a seconda dei risultati ottenuti, il rifiuto sarà classificato da un codice pericoloso, se contiene sostanze pericolose e i relativi valori di concentrazione superano la soglia consentita, in caso contrario, sarà identificato invece dal codice speculare non pericoloso. Altri tipi di rifiuti, invece, sono necessariamente pericolosi o non pericolosi in base alla loro tipologia e pertanto la loro classificazione non richiede analisi.