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Care Sorelle e cari Fratelli del Canale, due giorni fa il Cavaliere Nero ha registrato un fatto molto grave. È stato infatti diffuso un Comunicato, da parte dell’Oriente di Vibo Valentia, dal contenuto inquietante. Chi lo ha prodotto? Chi lo ha avvallato? Chi ha autorizzato il Presidente dell’Oriente di Vibo Valentia, il Fratello Alfredo Silvaggio, a diffonderlo? In esso si legge che: “i morti non possono più parlare ma i documenti parlano con chiarezza”. Questi morti sono stati identificati come le vittime dell’antimafia, proprio nel giorno in cui le vittime della mafia e della ‘ndrangheta erano onorate dall’unanime cordoglio di tutti i cittadini italiani, per il vile attentato che ventuno anni fa costò la vita al Giudice Paolo Borsellino e agli uomini della sua scorta. Chi, quindi, ha autorizzato la diffusione di tale documento, che è solo uno sproloquio? Alla Lettera “2023” di Giuliano Di Bernardo risulta, finora, aver risposto il solo Oriente calabrese di Vibo Valenzia. Assodata ormai la totale falsità del documento prodotto dal Collegio campano. Ci chiediamo: perché proprio Vibo Valentia? Come mai la Loggia “Michele Morelli” di Vibo Valentia si sente in potere di rappresentare tutto il Grande Oriente d’Italia producendo un documento che allontana l’Istituzione dal rispetto dovuto alla verità e alla Repubblica Italiana? Perché la Loggia “Michele Morelli” si sente persino superiore al Gran Maestro Stefano Bisi, il quale non ha ritenuto di elevare il sig. Giuliano Di Bernardo ad interlocutore del GOI, eleggendolo invece destinatario di una risposta che lo legittima appieno come controparte morale del Grande Oriente d’Italia? Forse la Loggia Michele Morelli di Vibo Valenzia avrebbe fatto meglio a pensare agli affari propri, che sono tanti e gravi, e riguardano parecchi suoi affiliati: dalla inquietante vicenda del Fratello Davide Licata, sorpreso nella sua abitazione con fucili da guerra e mitragliatrici d’assalto, al padre di questi Davide, rinviato a giudizio per traffico di diplomi falsi, a Vittorio Tedeschi, gioielliere indicato come dotato di una cospicua liquidità, fornitagli dal clan ‘ndranghetista dei Mancuso… Meglio tacere, quando non si hanno le carte in regola (e forse neppure i Certificati penali) per aprir bocca! Come sarebbe stato meglio provvedere in altra sede, a certificare la perdita di prestigio nazionale ed internazionale del GOI, piuttosto che andare a raccontarla a Giuliano Di Bernardo con un atto di citazione che prevediamo provocherà parecchie conseguenze nocive per ogni Fratello del grande Oriente d’Italia. Magari sarebbe stato meglio parlarne di fronte al Consiglio dell’Ordine? Attrezzandosi per porre rimedio a tale perdita di prestigio? Magari espellendo gli indegni e tenendosi ben cari i Fratelli di spessore? No. I due Avvocati calabresi redattori dell’atto hanno pensato che fosse meglio, invece, trascinare l’onta della perdita di credibilità della nostra Istituzione direttamente al vaglio del Tribunale civile. Presso il quale Di Bernardo potrà rilevare tutto ciò che ogni giorno rilevano i giornali della Calabria e della Sicilia, i quali ben poco si conformano al negazionismo, ormai assurto a dogma di fede, di Villa il Vascello, registrando incessantemente inchieste (ed arresti) riguardanti appartenenti a Logge del GOI, da ultimo proprio in Calabria, qualche settimana fa. In tutto questo, la nostra domanda è: dov’è il Gran Maestro? Dov’è la Giunta? Il Cavaliere Nero è stanco di continuare ad appellarsi a coscienze che volontariamente rifuggono da se stesse, pertanto oggi si limiterà ad invitare Stefano Bisi ed i suoi accoliti a non proseguire oltre l’operazione di sfascio del Grande Oriente d’Italia. Dimettiti Gran Maestro! Dimettetevi in blocco! Non peggiorate un giudizio storico sulle vostre persone già fosco. Liberatevi dai burattinai che vi manovrano nell’ombra! Solo così potrà farsi strada, per tutti i Fratelli liberi e di buoni costumi, una nuova speranza di orgoglio nell’appartenenza al nostro amato Ordine. Viva il Grande Oriente d’Italia! Viva la Repubblica Italiana! Col Triplice Fraterno Abbraccio, Il Cavaliere Nero