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Lezione 3 Lo sviluppo economico tedesco Lo sviluppo economico tedesco si fonda su un’invenzione molto importante, la banca mista. Le banche si dividono in due categorie, banche di investimento e banche di deposito. Le prime raccolgono capitale tra un ristretto numero di soci facoltosi e prestano all’industria, le seconde hanno molti sportelli e raccolgono in deposito i soldi di tanti piccoli risparmiatori, piccole somme da tantissime persone. La banca mista è un mix tra banca di investimento e banca di deposito, raccoglie soldi da piccoli risparmiatori e finanzia anche le imprese. La banca cerca di controllare l’attività delle imprese finanziate; infatti, alcuni esponenti delle banche fanno parte del consiglio di amministrazione delle imprese. La banca per ridurre i rischi, per tutelarsi favorisce gli accordi di cartello. Se una banca presta soldi al settore siderurgico, e questo settore è composto da tre o quattro grandi imprese che si spartiscono il mercato, i rischi di fallimento sono molto più limitati. Gli accordi di cartello vennero così protetti dallo stato. Venne stretta una collaborazione tra università ed imprese che richiedevano molte conoscenze tecniche. La grande impresa si afferma in Germania e negli Stati Uniti. In Germania è favorita dagli accordi di cartello, negli Stati Uniti vennero dichiarati incostituzionali lasciando però spazio a fusioni e holding. Negli Stati Uniti la grande impresa ha successo perché ci sono molte risorse e mercati molto grandi che permettono la realizzazione di economie di scambio. La società è giovane e poco regolamentata e permette il proliferare di grandi imprese. Le imprese ferroviarie americane sono enormi e gestiscono reti ampie e complesse. L’opinione pubblica, di fronte al monopolio di imprese ferroviarie così grandi, matura una forte avversione nei confronti delle grandi industrie. Vengono così vietati gli accordi di cartello. Le imprese siccome non possono accordarsi si fondono. I tassi di crescita annui del PIL pro capite della Germania sono impressionanti., fino alla Prima guerra mondiale. Se il PIL cresce molto, ma il PIL pro-capite non cresce a causa di un aumento della popolazione. La rivoluzione dei trasporti L’800 è importante perché è il secolo in cui definitivamente le barriere maltusiane non funzionano più, la popolazione cresce molto, ma la ricchezza, grazie alle innovazioni che ci sono state, per la prima volta cresce più della popolazione. L’800 viene considerato il secolo della globalizzazione economica. Questa globalizzazione avviene principalmente attraverso i sistemi di trasporto e la principale invenzione è la macchina a vapore. Il carbone permette lo sviluppo della locomotiva e della ferrovia. Le ferrovie si diffondono rapidamente in tutta Europa e in America. Costruire queste reti ferroviarie richiede grossi capitali. In Inghilterra non è un problema perché è il paese più ricco al mondo. In altri stati interviene lo stato a favorire lo sviluppo delle reti ferroviarie. Il processo di sviluppo delle navi a vapore è più lento rispetto alla ferrovia e riguarda la seconda metà del secolo. Queste navi hanno bisogno di tantissimo carbone perché la macchina a vapore consuma molto. Dopo l’invenzione dell’elica le navi a vapore diventano più efficienti. Questa rivoluzione dei trasporti ha un ruolo importante nel promuovere la ricchezza e fanno sì che lo sviluppo economico possa proseguire. Nei processi di sviluppo economico i mezzi di trasporto hanno una funzione attiva e passiva. Funzione passiva: permettono di spostare i fattori di produzione dove sono richiesti (es trasportare il carbone dove c’è bisogno). Funzione attiva: favorisce la collaborazione internazionale di capitali; ad esempio, gli inglesi hanno a disposizione molti capitali che iniziano ad esportare verso paesi che si stanno industrializzando. Così anche la finanza diventa globale. Grazie alla rivoluzione dei trasporti noli marittimi e tariffe ferroviarie diminuirono sensibilmente. La grande migrazione Tra il 1850 e il 1913 più di 40 milioni di europei migrarono verso le Americhe. All’inizio a partire furono soprattutto inglese, irlandesi e tedeschi, seguito poi da belgi, italiani, scandinavi, russi, spagnoli e portoghesi. La grande maggioranza era composta da giovani maschi. Tra il 1876 e il 1914 più di 5 milioni di persone lasciano il mezzogiorno diretti in prevalenze verso le Americhe. Queste persone migrano perché le condizioni di vita non erano buone. La migrazione ha un effetto importante sui salari perché le persone che restano possono richiedere salari più elevati perché c’è meno forza lavoro. Un altro effetto importante sono le rimesse; coloro che vanno all’estero tendono a risparmiare il più possibile e ad inviare denaro in patria perché per molti il sogno è tornare. In questo periodo l’Italia si sta industrializzando ed ha una bilancia dei pagamenti negativa perché ha bisogno di importare materie prime e macchinari per il processo di industrializzazione. A controbilanciare la bilancia contribuiscono le partite invisibile che sono costituite dalle rimesse degli emigrati. Si lavora fuori, ma si contribuisce a far crescere il PIL italiano con le rimesse, cioè riportando i soldi in patria. Adam Smith, un’indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni Un grande artefice del liberismo economico fu Adam Smith, il quale ne “La ricchezza delle nazioni” sostiene che la ricchezza di una nazione può aumentare grazie alla divisione del lavoro. Ognuno deve specializzarsi nei lavori in cui è più bravo. La divisione del lavoro avviene a livello micro, all’interno di una fabbrica. Se un processo produttivo complesso viene scomposto in tante piccole fasi, ognuno si occupa solo di una fase di quel processo produttivo, la produzione aumenterà molto; è il principio dell’inizio della catena di montaggio. In questo modo la produttività aumenta perché se si fa sempre la stessa cosa si diventerà bravissimi e si potranno adottare soluzioni per rendere il lavoro più facile e veloce. La teoria del vantaggio assoluto sostiene che a livello internazionale ogni stato si dovrà specializzare in produzioni dove detiene un vantaggio assoluto. Così facendo aumenteranno produzione e produttività. Si può riassumere la teoria di Adam Smith in uno schema. Y/N è la ricchezza complessiva/la popolazione. Maggiore è la percentuale di lavoratori e più aumenta la ricchezza; la ricchezza di una nazione dipende anche dall’accumulazione di capitali. Se aumenta la produttività aumenta la produzione, quindi, è necessario che i mercati siano ampi, quindi non devono esserci barriere doganali. Alla fine del 700 si affermano gli economisti classici, prima di allora le politiche economiche predilette erano quelle mercantiliste. Questa nuova teoria economica sostiene che affinché la ricchezza del mondo possa aumentare è fondamentale che i dazi doganali siano aboliti e il mercato deve permettere la migliore allocazione possibile delle risorse a disposizione; Adam Smith sostiene inoltre che la suddivisione del lavoro consente un aumento della produttività. Ogni lavoratore deve svolgere sempre una determinata attività specializzandosi così in una piccola parte del processo produttivo. In questo modo la produttività aumenta. Affinché questa teoria possa diventare realtà manca l’approvazione politica, convincere che queste teorie siano veramente affidabili. La legge degli sbocchi La legge degli sbocchi è un assunto sul quale si fonda il liberismo economico. I fattori di produzione determinano la produzione, il volume della produzione determina il reddito, se si produce molto ci sono tanti lavoratori, aumentano i salari e il reddito complessivo. Maggiori redditi significano maggiori consumi. Una parte del salario si può decidere di risparmiarla e investirla. Il risparmio premia solo se investito, per questo deve essere investito. Se in un settore produttivo c’è un eccesso di produzione vuol dire che mancano i beni da un’altra parte. Finché le attività vanno bene tutti vogliono investire in queste attività, ma quando le attività vanno male non c’è più nessuno disposto ad investire, così le attività sono costrette a chiudere perché incapaci di rimborsare i soldi presi in prestito e i capitali si spostano verso paesi dove c’è maggiore domanda. Secondo questo sistema il mercato è in grado di trovare da solo un proprio equilibrio. *Se i settori produttivi sono capital intensive, ad alta intensità di capitale vengono detti oligopoli, perché non tutti hanno il capitale per poter partecipare a quel settore produttivo. Teoria dei costi comparati Per Adam Smith ognuno si deve specializzare laddove ottiene un vantaggio assoluto. Secondo la teoria dei costi comparati di Ricardo il Portogallo ha interesse di commerciare con l’Inghilterra perché in termini di vantaggi comparati il Portogallo ha un vantaggio nella produzione di vino mentre l’Inghilterra ha vantaggio nella produzione di tessuto. Un mercante inglese può acquistare in Portogallo 10 litri di vino in cambio del tessuto per un vestito che a lui costa 20 ore di lavoro: paga 2 ore di lavoro per ogni litro di vino mentre per produrlo in Inghilterra sarebbero state necessarie 5 ore. Un mercante di vino portoghese con 4 litri compra un tessuto inglese