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La comune pianta d'appartamento, Cìperus alternifolius, è un falso papiro; il papiro vero appartiene alla specie botanica Cìperus papirus. L’infiorescenza è ombrelliforme; le spighe fioriscono da luglio a settembre, sono lanceolate e il frutto è un achenio, cioè un piccolo frutto secco che non si apre a maturità. Dal punto di vista dell’adattamento alla vita acquatica il papiro si definisce elòfita: solo le radici e le parti inferiori del germòglio stanno nell’acqua, mentre gli apparati vegetativi e riproduttivi sono emersi. Il papiro è stato adoperato fin dall’antichità non solo per produrre i supporti per scrivere ma anche per altri scòpi: uno (tuttora in uso in alcune regioni africane) riguarda la fabbricazione di piccole imbarcazioni realizzate con fasci di fusti legati assieme e utilizzate per la pesca e la caccia. Le fibre ottenute dal fusto, intrecciate fra loro, erano impiegate per la fabbricazione di corde, calzature, cesti, recipienti, stuoie e vestiti. Il rizòma era sfruttato come combustibile; come cibo erano usati - crudi o cotti - sia il midòllo che le parti inferiori del fusto ed il rizòma. Si riteneva che il rizòma e la cènere ottenuti dagli stèli avessero proprietà medicinali. Attualmente si considera l’eventualità di impiegare il papiro nella depurazione delle acque per la sua capacità di assorbire metalli pesanti, azòto e fòsforo.