Download Free Audio of L’ORGANIZZAZIONE DEL DOMINIO SULLA PENISOLA N... - Woord

Read Aloud the Text Content

This audio was created by Woord's Text to Speech service by content creators from all around the world.


Text Content or SSML code:

L’ORGANIZZAZIONE DEL DOMINIO SULLA PENISOLA Nel III secolo a.C. Roma occupava gran parte della penisola italiana: 120.000 km 2 dal fiume Rubicone (presso Rimini) allo stretto di Messina, restavano ancora escluse la Pianura Padana (sotto il dominio dei Galli), la Sicilia e la Sardegna (sotto i Cartaginesi). Il controllo romano sulla penisola fu possibile attraverso tre organizzazioni amministrative: i municipi, le colonie e le città federate. Alcune città di origine latina furono dichiarate municipi e ai loro cittadini venne concessa la cittadinanza romana, il diritto di voto nelle assemblee di Roma, l’uguaglianza di fronte alla legge e la libertà di commercio e di matrimonio con i Romani. Nei nuovi territori occupati, soprattutto nei più pericolosi, vennero fondate nuove città che presero il nome di colonie. Si trattava di avamposti strategici creati per controllare i nuovi territori ed erano abitate soprattutto da ex militari ai quali venivano distribuite le terre coltivabili appena conquistate. Infine troviamo le città federate cioè quelle città legate con Roma da un trattato di alleanza, spesso si trattava di popoli non latini assoggettati i quali erano costretti a versare tributi e a fornire truppe in caso di guerra ma i cittadini non ricevevano la cittadinanza. L’ESERCITO ROMANO La base della potenza di Roma erano sicuramente i suoi soldati. Si trattava di un esercito di leva non permanente composto dai cittadini maschi dai 17 ai 60 anni impegnati in guerre stagionali (solo in primavera ed estate). L’unità base dell’esercito era la legione formata da circa 5000 soldati e comandata dai consoli, le unità più piccole erano i manipoli e le centurie. Ogni manipolo era composto da tre linee di fanteria pesante: gli astati (armati di lancia), i prìncipi e i triari (i veterani). Oltre alla fanteria erano presenti i veliti (arcieri) nelle retrovie e i cavalieri che occupavano i lati dello schieramento. Le armi più diffuse erano lo scudo sannitico, il giavellotto (pilum) e la spada corta a doppio taglio (gladio). Per permettere all’esercito di spostarsi più facilmente gli ingegneri romani costruirono sul territorio italiano diverse strade. La più antica fu l’Appia che collegava Roma a Capua e, in seguito, al porto di Brindisi. Le altre strade importanti furono: la via Salaria (sulla via del sale verso l’Adriatico), la Via Aurelia (verso la Liguria per il controllo delle città etrusche), la Via Flaminia, la Via Emilia (tra Rimini e Piacenza per tenere sotto controllo i Galli), Via Postumia (tra Genova e Aquileia).