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Per gli Egizi il sarcofago serviva a proteggere il corpo del defunto e ospitare il Ka, la forza vitale dell’individuo, che dopo la morte rimaneva nella tomba e usava gli oggetti seppelliti insieme al defunto. La parola “sarcofago” viene dal greco sarx (carne) e phagein (mangiare, consumare). I Greci pensavano che i sarcofagi fossero fatti con una particolare pietra calcarea che consumava la carne del corpo che conteneva. Nel Primo Periodo Intermedio (2118-1980 a.C. circa) i sarcofagi sono casse rettangolari con iscrizioni in geroglifico e grandi occhi dipinti. Gli occhi dovevano permettere al defunto di comunicare con il mondo dei vivi. Dal Medio Regno (1980-1700 a.C.) in poi i sarcofagi assumono la forma antropoide, ovvero erano sagomati come un corpo mummiforme. Il sarcofago di Ankhekhonsu è un sarcofago antropoide in legno di cedro dipinto. Fa parte della categoria dei “sarcofagi gialli”, completamente decorati con figure e geroglifici su fondo giallo e noti anche come sarcofagi di Bab el-Gasus, dal luogo vicino a Tebe in cui questi sarcofagi erano sepolti. Il defunto porta sul petto un ampio collare, da cui spuntano le mani che reggono rotoli di papiro. Indossa una parrucca a strisce con un nastro sulla fronte, sul mento porta la barba rituale di Osiride. Sul coperchio del sarcofago di Ankhekhonsu compare una decorazione molto complessa, divisa in diverse scene e riquadri. Sui lati esterni della cassa del sarcofago ci sono scene di offerta a varie divinità, separate da colonne di testi sacri in geroglifici. Il defunto Ankhekhonsu porge un vassoio di offerte alla dea dell’Occidente Amentit, seduta su un seggio con il falco sulla testa, in atto di porgere al defunto la collana che indossa. Il dio Hapi, uno dei quattro figli di Horus, con corpo mummifòrme e testa di babbuino, è raffigurato di fronte al dio Kheper, il sole che sorge, rappresentato come un uomo con uno scarabeo sopra la testa. La dea Hathor, in forma di mucca e con copricapo a doppia piuma e disco solare, accoglie Ankhekhonsu sulla soglia della necropoli, rappresentata dalla montagna sormontata dalla cappella funeraria. Il defunto è tenuto per mano da Anubi, il dio della mummificazione, che lo accompagna verso la necropoli.