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Lo spartiacque tra ebraismo, cristianesimo e Islam avviene dunque nel VII secolo, quando Maometto - "Il Profeta" per i musulmani - s'impose come leader di alcune tribù dell'attuale Arabia Saudita affermando di aver ricevuto dall'Arcangelo Gabriele la rivelazione dell'autentico volere di Allah, i cui precetti vennero raccolti nel Corano, il libro sacro della nuova religione. Ispirato dalla rivelazione divina, Maometto raccoglie sempre più seguaci, inimicandosi le potenti aristocrazie locali. Nel 622 - che diventerà l'anno 1 nel calendario islamico - il Profeta decise dunque di lasciare La Mecca, sua città natale, per fondare una nuova comunità (Umma). Tuttavia otto anni più tardi Maometto e i suoi riuscirono a riprendersi la città, che verrà quindi eletta a città sacra per tutto il mondo musulmano. Conquistata la città, Maometto la ripulì da tutti i templi e simboli pagani, alla sua morte appena due anni più tardi (632) non lasciò chiare indicazioni sul suo successore. Questa fu una questione molto spinosa, poichè la scelta dell'erede di Maometto, il califfo, scatenò una divisione tra i sunniti, coloro che ritenevano (e ritengono tutt'oggi) che il legittimo successore fosse Abu Bakr, amico intimo di Maometto, e gli sciiti, che invece sostennero il genero di Maometto, Ali ibn Abi Talib, come erede designato. Tale frattura separa ancora oggi il variegato mondo islamico, spesso anche con episodi di violenza e odio da ambo le parti. Tuttavia, quelli che noi occidentali chiamiamo "Arabi" ( che però identificano una comunità molto più complessa di etnie unite dalla medesima religione) divennero sempre più potenti e per secoli diffusero il loro Credo in Asia, Africa e Europa, arrivando a formare regni e imperi prosperosi che per molto tempo sfidarono in forza e prestigio le potenze occidentali. I concetti chiave dell'Islam L'Islam è un religione monoteista rivelata, i cui principi sono stati "rivelati" da Dio attraverso un profeta, proprio come accadde agli ebrei con Abramo o ai cristiani con Gesù. Tali precetti, le regole di comportamento che un buon musulmano deve seguire nel corso della sua vita, sono ricavati dal Corano e dalla Sunna, una raccolta di detti e azioni di Maometto, e servono al credente per compiacere Allah e guadagnarsi il paradiso, la beatitudine eterna. In particolare l'esistenza di un fedele islamico dovrebbe basarsi in particolare cinque concetti, chiamati anche i cinque "pilastri" dell'Islam. I pilastri dell'Islam Testimonianza di fede (shahādah): ogni musulmano deve dedicare la propria vita ad Allah e testimoniare in ogni momento la propria appartenenza alla Umma, la comunità dei fedeli, attraverso le azioni e il rispetto dei principi rivelati dal Profeta La preghiera (ṣalāt): tutti i bravi musulmani devono pregare cinque volte nel corso della giornata con il capo rivolto verso La Mecca, se possibile recandosi in una moschea, ma non è obbligatorio. Ogni preghiera dura pochi minuti e i momenti di raccoglimento variano in base ai periodi dell'anno. l'elemosina legale (zakāt): attraverso l'elemosina ai poveri il musulmano si purifica l'anima e si "guadagna" davanti a Dio e agli altri uomini il diritto di godersi le proprie ricchezze. Questa elemosina (non l'unica prevista dall'Islam) è l'unica obbligatoria. il digiuno (ṣawm o ṣiyam) nel mese di Ramadan: ogni anno i musulmani devono seguire un mese di digiuno per celebrare il mese in cui fu rivelato il Corano agli uomini. Non avviene cade in date fisse, ma ogni nono mese dell'anno del particolare calendario musulmano, che però dura 354 o 355 giorni, 10 o 11 in meno rispetto all'anno solare, facendo scalare a ritroso il Ramadan di mese in mese. Durante questo periodo, i fedeli non possono né mangiare né bere fino a dopo il tramonto. Dall'obbligo sono esentati gli anziani, i bambini piccoli e i malati. il pellegrinaggio (ḥajj) alla Mecca: almeno una volta nella vita un musulmano deve recarsi in pellegrinaggio alla città sacra dove si trova la Ka'ba, l'edificio cubico dove è conservata la Pietra nera, un oggetto sacro dell'Islam. La sharia Tutti gli obblighi e i principi etici dell'Islam fanno parte della Sharia ("dritta via"), la legge islamica che in molti Paesi regola la vita della società. Questo codice molto complesso viene aggiornato e modificato nel corso del tempo dai muftì, esperti di diritto che in base a quanto scritto nel Corano e nella Sunna, stabiliscono le norme di comportamento da seguire. Niente santi o idoli Le moschee, i luoghi di culto dell'Islam, sono spesso edifici maestosi e riccamente adornati, ma non contengono mai quadri o raffigurazioni di scene sacre o dei profeti. Questo perché gli islamici credono che la devozione debba essere rivolta solo ad Allah, senza correre il pericolo di adorare altre figure, come ad esempio fanno i cristiani con i Santi. Non solo: perfino riprodurre scene o figure è ritenuto balsfemo perché sarebbe come "copiare" l'operato di Dio. Riti e festività Nonostante la presenza di molti momenti di comunione tra fedeli, l'Islam non prevede un clero vero e proprio come quello cristiano. Non ci sono sacerdoti che "rappresentano" Dio durante la funzione, ma solo studiosi delle Scritture (ulema) che si occupano delle interpretazioni della dottrine (sono più giudici che preti) e autorità che guidano i momenti di preghiera (imam). Le maggiori feste islamiche sono: Ramadan: il mese di digiuno. La fine del Ramadan è sancita dall'importante festa di Id al-fitr (o Eid ul-Fitr). Il venerdì sacro: un po' come la domenica per i cristiani e il sabato per gli ebrei, rappresenta il giorno di festa, dove ritrovarsi per la grand epreghiera collettiva. Muharram: è il capodanno islamico. Come tutte le feste musulmane, si basa sul calendario lunare, dunque non ha una data fissa. Laylat al-Miraj: ricorda l'ascesa di Maometto verso il Paradiso da quella che è oggi la Cupola della Roccia. Eid Al-Adha: in questa festa molto importante si celebra il sacrificio di Abramo, che stava per immolare il figlio Isacco prima dell'intervento di Dio.