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31. Coinvolgere i genitori nella vita della scuola Le relazioni scuola-famiglia sono necessarie al fine di rendere più efficace il percorso formativo dei ragazzi e nella mia esperienza scolastica mi sono sempre dimostrato attento al dialogo con le famiglie, ma ho potuto constatare che il coinvolgimento di queste ultime, nel percorso educativo degli studenti, non si manifesta sempre ad un livello proficuo di collaborazione: vi sono famiglie presenti e attente e altre poco partecipi, nonostante la sottoscrizione del patto educativo di corresponsabilità. A volte, gli strumenti di comunicazione con le famiglie, come il registro elettronico o i ricevimenti scuola-famiglia non vengono sfruttati pienamente, così come capita che certe segnalazioni di criticità su “ClasseViva” non sortiscono le risposte sperate. In una società multietnica, come quella di oggi, dove il multiculturalismo sta via via divenendo l’aspetto preponderante, è importante riuscire a dialogare anche con quelle realtà apparentemente lontane dalla nostra, in modo che le differenze non siano vissute dallo studente come uno svantaggio o una barriera, ma che possano contribuire ad arricchire l’ambiente formativo: ritengo, quindi, che sia fondamentale porsi con delicatezza e disponibilità verso le famiglie degli studenti stranieri. Qualora ce ne fosse bisogno,mi renderei disponibile ad eventuali lezioni domiciliari, per studenti impossibilitati a venire a scuola. 35. Rispettare regole, ruoli e impegni assunti all’interno del proprio contesto professionale La comunità scolastica è una realtà molto complessa ed estremamente normata da regole che si evolvono per adattarsi ai cambiamenti della società; all’interno di questa comunità reputo che sia importante svolgere il proprio ruolo al meglio, per potere trasmettere correttamente ciò che esprimono quelle regole e perché sia necessario rispettarle. Professionalità, onestà, senso del dovere, rispetto, sono le caratteristiche che mi prefiggo di perseguire nel mio ruolo di insegnante e di fornire come esempio ai miei studenti. 37. Contribuire al superamento di pregiudizi e discriminazioni di natura sociale, culturale o religiosa I presupposti dell’attività didattica si fondano, secondo me, sulla massima inclusione. Nella prassi delle lezioni un ruolo cardine è svolto dal linguaggio, che deve tener conto delle sensibilità eterogenee degli studenti. La provenienza sociale e culturale di ciascuno di loro, il credo, la sessualità sono peculiarità che non devono in alcun modo trasformarsi in barriere nel processo di apprendimento. La lezione deve sì tenere conto di tutte queste differenze, senza porne alcuna in modo pregiudizievole. Il concetto di laicità e di libertà di pensiero, sancito dai principi della Carta Costituzionale, rappresentano per me un’ispirazione imprescindibile. 39. Utilizzare efficacemente le tecnologie digitali per migliorare la propria professionalità Ho sempre ritenuto che la tecnologia sia un ottimo mezzo, per ottenere buoni risultati, specialmente nell’ambito delle discipline grafiche, e che l’aggiornamento tecnologico sia di fondamentale importanza. Per il docente è necessario conoscere al meglio le possibilità offerte dalla tecnica, ed è altresì basilare seguire l’evoluzione continua delle tecnologie, per potere trasmettere agli studenti le conoscenze più attuali. Considero, però, che sia altrettanto rilevante ed utile per gli studenti saper usare anche tecniche di tipo analogico, in modo che possano avere più strumenti possibili per non rimanere succubi dell’informatizzazione delle tecniche grafiche. Al fine di rendere le lezioni più efficaci possibili, sono dell’idea che la formazione continua, tramite corsi di aggiornamento di software ed hardware, abbia un ruolo cardinale. 41. Esplorare le potenzialità didattiche dei diversi dispositivi tecnologici e dei linguaggi digitali Cerco di utilizzare, quando è possibile ed in base alle esigenze della didattica, altri dispositivi tecnologici come LIM, proiettori o schermi, per stimolare la curiosità dei ragazzi. Anche quest’ ambito, in costante evoluzione, necessita di una formazione continua che mi ripropongo di seguire. 43. Utilizzare le proprie esperienze per riprogettare l’azione didattica Il processo della didattica non è, a mio parere, chiuso in se stesso, ma aperto e costantemente dinamico, tanto in relazione con le mie pregresse esperienze, quanto con il contesto attuale e culturale della mia classe, che presenta sempre dei bisogni unici ed irripetibili; pertanto, l’azione e le metodologie d’insegnamento necessitano costantemente di essere rimodulate e riprogettate su quest’ultimi, attraverso l’uso critico della pratica passata, i corsi di aggiornamento, il confronto con i colleghi e la costante osservazione delle dinamiche interazionali e delle prerogative dei ragazzi. Anche gli anni trascorsi nel circuito delle agenzie di grafica e comunicazione rappresentano per me una risorsa, che posso sfruttare per arricchire e per rimodulare, a seconda della necessità, l’azione didattica, anche nella prospettiva di indirizzare i ragazzi alle esperienze di PCTO più consone ai loro bisogni e per farli riflettere sul loro futuro. Un altro ambito di ispirazione per riprogettare le metodologie didattiche in uso è rappresentato dalla possibilità di svolgere in modo trasversale delle unità didattiche di apprendimento: il confronto con altri approcci all’insegnamento, può risultare proficuo nell’azione di ripensamento del proprio.