Read Aloud the Text Content
This audio was created by Woord's Text to Speech service by content creators from all around the world.
Text Content or SSML code:
Mentre gli Egizi costruivano uno dei regni più floridi e splendenti della Terra, in Palestina un'altra società stava dando vita ad una delle religioni destinate a cambiare la storia dell'umanità. Religione ebraica (1800 a.C) Tra tra la costa orientale del Mediterraneo ed il Giordano sorse Israele, la terra del popolo ebraico. Esso era incastrato in mezzo a diversi regni ben più potenti e infatti la loro storia è disseminata di invasioni e contrasti, fino alla deportazione in schiavitù da parte dei faraoni dell'antico Egitto. A distinguere gli ebrei dal punto di vista religioso però fu il fatto che essi svilupparono una religione monoteista, cioè incentrata sull'esistenza di un solo Dio. Secondo la tradizione, il primo uomo a credere in un solo dio fu Abramo, con cui il Signore strinse un’alleanza circa 4.000 anni fa. Per gli ebrei però, verso il 1250 a.C., il dio che loro chiamano Jahve, rinnovò quell’alleanza parlando a Mosè, che poi liberò il suo popolo dalla prigionia in Egitto (evento festeggiato dalla Pasqua ebraica). I patti tra Dio e gli ebrei erano: salvezza e prosperità nella Terra Promessa, in cambio del rispetto dei comandamenti. Da allora, gli ebrei sanno di dover osservare la legge di dio, contenuta nella Torah, il loro testo sacro. E aspettano ancora l’arrivo del Salvatore, il Messia. I cristiani (anno 0) Il Messia che, secondo un'altra grande religione monoteista giunse sulla Terra nell'anno zero del calendario. Stiamo ovviamente parlando dei cristiani e di Gesù Cristo. Secondo i Vangeli (i libri sulla vita di Gesù), 753 anni dopo la fondazione di Roma, a Nazareth (Palestina) nacque infatti un bambino: Gesù. L’arcangelo Gabriele ne annunciò l’arrivo alla madre, Maria, spiegandole che il piccolo era il figlio di Dio. Gesù predicò fino alla morte l’amore di Dio per gli uomini e molti discepoli lo seguirono: nacque così il Cristianesimo. Ma non tutti i cristiani la pensavano allo stesso modo. Così,col tempo, si sono divisi in varie correnti: ci sono i cattolici, che riconoscono il Papa di Roma come loro guida, i protestanti, gli anglicani e gli ortodossi. E cristiani sono anche, tra gli altri, i testimoni di Geova, i mormoni. L'Islam (610 a.C.) Islam significa “sottomesso a Dio” ed è la più giovane delle tre grandi religioni monoteistiche: è stata fondata nel 610 d.C. da Maometto, un carovaniere scelto da Allah per diffondere le sue rivelazioni e convertire al monoteismo gli arabi, all’epoca ancora politeisti e divisi in tribù. Queste rivelazioni furono raccolte nel Corano, il libro sacro dell’Islam: compito di ogni buon musulmano è rispettare le sure, cioè i 114 capitoli in cui è diviso. I musulmani si riuniscono nelle moschee e pregano rivolti verso la Mecca (Arabia Saudita), la città santa dove si trova la Kaaba (santuario). È qui che devono andare almeno una volta nella vita. Buddhismo (530 a.C) Qualcuno non la definisce religione ma filosofia. Infatti secondo gli insegnamenti del Buddha - che in realtà era il principe Siddhartha Gautama, che lasciò la casa paterna, in Nepal, e si dedicò alla vita spirituale - la salvezza dell'uomo non dipende dagli dei ma dal sapere ottenuto con la meditazione e il raggiungimenti di una profonda calma interiore. Tale stato di beatitudine spirituale si chiama Nirvana. Induismo L’Induismo non è una vera e propria religione, bensì un codice d'insegnamento di vita a cui si deve aggiungere l’amore verso tutte le creature, la generosità, l’indifferenza per ciò che è apparenza. La popolazione indiana è stata divisa per circa 3000 anni in gruppi sociali chiamate caste. Il sistema prevede che ogni individuo, quando nasce, appartenga alla casta dei genitori e per tutta la vita debba farne parte e non possa sposare persone di altre caste. Col sopraggiungere della morte accade che in ogni individuo l’anima trasmigra nel corpo di un bambino appena nato e in questo nuovo corpo trascorrerà un’altra vita. Poi, al termine della nuova esistenza, trasmigrerà in un nuovo corpo…e così via. Ogni reincarnazione, nell'induismo, avviene secondo un preciso criterio: se durante la vita l’individuo si è comportato bene viene premiato e rinasce in una casta più alta e quindi più vicina al dio creatore Brama. L’anima può così risalire, gradino dopo gradino, tutta la scala gerarchica. Alla fine esce dal ciclo doloroso delle reincarnazioni e raggiunge la vita ultraterrena. In questo mondo anche i membri delle caste inferiori possono sperare di raggiungere, nelle loro vite successive, la casta superiore, quella dei Bramini e finalmente lo stato di beatitudine. Questo ideale religioso ci aiuta a capire perché milioni di Indiani, poveri o poverissimi, accettano con rassegnazione la propria condizione senza ribellarsi. Infatti la religione dice che se una persona è povera la responsabilità è sua perché si è comportata male nella vita precedente e se questa accetta la sua condizione di povertà, si assicurerà una via migliore.