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1.3. La Germania in epoca romana Una difficoltà consiste nell'attribuire a germanico un significato geografico-territoriale. La sconfitta di Varo segnò la fine del progetto di allargare l'impero fino al fiume Elba e l'inizio della fissazione del confine sulla linea Reno-Danubio; sotto Domiziano, intorno al 90 d.C., vengono annessi all'impero i cosiddetti Agri Decumates, un territorio tra Reno, Meno e Neckar, che sposta in avanti il confine Reno-Danubio in quella zona. A quell'epoca risale l'inizio della costruzione del limes sulla frontiera germanico-retica (cioè tra la provincia denominata Germania superior, vedi sotto, e quella denominata Rezia, corrispondente più o meno all'odierna Austria), una barriera leggera costituita da torri di guardia unite prima da palizzate, poi da valli e fosse (confine germanico) o pietre e muratura (confine retico), che per oltre 550 km andava dalle odierne regioni dell'Assia (Rheinbrohl, nei pressi di Coblenza) alla Franconia (Kehlheim, non lontano da Ratisbona). Ampi resti di quelle costruzioni sono tuttora visibili, anche da riprese aeree. Il limes non doveva costituire solo una demarcazione militare, in quanto la costruzione era così leggera da essere poco adatta a sostenere un vero e proprio assalto, ma piuttosto un confine politico-economico rispetto all'area non romana, guardato da truppe ausiliarie. Questo si accorda con il cambio di strategia rispetto all'area non romanizzata, quando cioè si abbandona l'idea di una vera e propria conquista fino all'Elba, optando invece per la costituzione di stati clientelari, cioè stati germanici alleati. Dunque questo limes non va considerato tanto come un confine di separazione, bensì come una regione di mediazione attraverso cui l'impero estende la sua sfera d'influenza in un'area che rappresentava un importante serbatoio di mercenari e un territorio da cui importare e in cui soprattutto esportare non solo merci e tecniche (per es. riguardo l'agricoltura o l'edilizia), ma anche modelli di vita. Nell'ambito della stessa politica, sempre sotto Domiziano, intorno al 90 d.C., si istituiscono le due province della Germania Superior (alla sinistra del Reno, nel sud montuoso) e della Germania Inferior (sempre alla sinistra del Reno, nelle zone pianeggianti settentrionali, fino al Mare del Nord). La denominazione non implica che le regioni fossero abitate soltanto da Germani: nella Germania Inferior sono in effetti insediate soprattutto tribù germaniche, mentre la Germania Superior è popolata anche da Celti, che anzi costituivano con tutta probabilità la maggioranza. D'altra parte, nella Gallia Belgica, provincia creata (insieme alla Gallia Aquitania e alla Celtica) sotto Tiberio (27 d.C.) dalla suddivisione dell'originaria Gallia, bisogna rilevare la presenza di Germani cisrhenani, come per es. i Treviri. Il geografo greco Tolomeo (II sec. d.C.) parla di megale Germania, reso poi in latino con Germania Magna (talvolta con Germania libera); gli storici concordano nell'intendere sotto questo termine quell'area abitata da popolazioni germaniche, che però, al contrario delle due province della Germania Inferior e della Germania Superior, è oltre i confini dell'Impero Romano, quindi l'area alla destra del Reno, a nord del Danubio e oltre il limes. Queste notizie ci vengono in gran parte da un'opera dello storico latino Tacito, risalente al 98 d.C.: De origine et situ Germanorum, noto come Germania. Tacito, che probabilmente non andò mai al di là delle Alpi, dovette basare il suo trattato sui racconti di ufficiali stanziati nel nord Europa e certo su un'opera a noi non pervenuta di Plinio il Vecchio (Bella Germaniae 'le guerre in Germania'), che invece era stato ufficiale in Germania. In effetti, molte notizie riportate da Tacito sono giudicate dagli storici ormai superate per l'epoca in cui scrive, mentre risultano molto più corrispondenti alla situazione vissuta da Plinio.