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1.2. I Germani. Si pone ora la questione di chiarire chi fossero gli antichi Germani. Riguardo alle notizie che si possono raccogliere su un gruppo etnico o su una cultura in genere si suole distinguere tra storia in senso stretto, protostoria e preistoria. La storia corrisponde alla fase in cui sono tramandati documenti scritti nella lingua parlata da quel gruppo etnico; la documentazione è diretta. I Germani entrano in contatto con la scrittura come la intendiamo noi - cioè in primo luogo come mezzo per conservare e trasmettere notizie e informazioni - relativamente tardi, parallelamente alla loro cristianizzazione, che avviene in epoche diverse a seconda della popolazione. In quest'accezione di scrittura non rientra pienamente la scrittura runica, diffusa tra le popolazioni germaniche e attestata già in epoca precristiana - circa 150 d.C.- e di cui si parlerà in seguito. Qui interessa comunque sottolineare che il valore documentario delle testimonianze runiche, per quanto estremamente rilevante, è tuttavia anche molto problematico, considerate per es. le incertezze della datazione, la brevità delle attestazioni, le difficoltà di lettura. I Visigoti, nel IV secolo, saranno i primi Germani cristiani e alla seconda metà del IV secolo si fa risalire la traduzione della Bibbia in gotico. Con protostoria si intende invece la fase in cui una documentazione scritta riguardo a quella cultura, quel gruppo etnico, esiste, ma è scarsa, lacunosa, e soprattutto 'di riflesso', cioè le informazioni ci sono tramandate in un'altra lingua e spesso dall'esterno, da persone appartenenti ad altre culture, come nel caso delle fonti classiche che riferiscono delle popolazioni germaniche. La preistoria è infine la lunghissima fase per cui non si dispone di nessuna documentazione scritta e bisogna servirsi di altre fonti di informazione, per es, l'archeologia, la paleobotanica, ecc. Le prime notizie di protostoria che abbiamo su popolazioni denominate Germani' sono nelle fonti classiche, nel I secolo a.C., e parlano di tribù del nord, affini al Galli, e confuse con essi nel quadro del topos dei barbari dell'Europa settentrionale, biondi, forti e crudeli. I contatti tra Roma e questi popoli si intensificano con le spedizioni di Cesare in Gallia, anche perché i Germani, con tutta probabilità nel corso di una migrazione verso sud-ovest, cominciano a minacciare territori celtici lungo il Reno, obbligando Galli proprio a richiedere l'aiuto di Roma per fronteggiarli. Cesare nel suo De Bello Gallico "la guerra gallica', resoconto delle sue imprese a nord delle Alpi, dedica spazio, secondo la tradizione dei trattati etnografici, alla descrizione dei popoli con cui viene a contatto; a Cesare, che assegna correttamente le diverse tribù a questa o a quell'etnia, risale la distinzione sul piano etnico tra Galli e Germani. Da allora in poi nella percezione del mondo greco-romano tra Celti o Galli a occidente e gli Sciti a oriente si inserisce questo gruppo etnico, che occupa l'area compresa tra la destra del Reno e il nord del Danubio. Non bisogna pensare a quest'etnia dei Germani come a un'unità sociale, né tanto meno politica; anzi, proprio il confronto con il mondo romano, che inizialmente fu in termini bellici, costituì per le diverse tribù germaniche un momento di aggregazione, legato alla formazione di alleanze come si riscontra comunemente in momenti di pericolo. Esemplare fu la catastrofe subita da Publio Quintilio Varo (9 d.C.), nel corso della campagna augustea di espansione verso oriente, verso l'Elba: nella Selva di Teutoburgo (probabilmente nell'odierna Vestfalia, nei pressi di Osnabrück), contro il principe Arminio (tedesco Hermann), a capo di una coalizione di Cherusci, Marsi, Catti e Brutteri (tutte gentes germaniche), caddero 25.000 legionari. Per il termine Germani sono state proposte numerosissime etimologie, in particolare dal celtico, dal germanico o dal latino; ad un attento esame nessuna è in realtà convincente. Gli studi più recenti considerano come ipotesi più plausibile un'eterodenominazione, in origine impiegata per un piccolo gruppo di persone, una tribù, per poi essere allargata, a partire da Cesare, probabilmente per motivi politici, a tutte le tribù, tutte le genti che occupavano una certa zona e che parlavano lingue simili. Germani come autodenominazione ci è attestato solo usato da parte delle truppe ausiliarie dell'impero stanziate lungo il Reno nel I secolo d.C., composte appunto di mercenari germanici; è molto probabile che quest'uso sia stato pertanto influenzato da quello latino.