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Quando si guarda in direzione di A, a 9o° rispetto al disco, non si vedono molte stelle. Se invece si guarda verso B le stelle sono molte di più, perché lo sguardo va dritto verso il corpo principale della galassia, e poiché la galassia 13 è un disco si vede una lunga fila di stelle. Allora pensai al fatto che gli scienziati si erano scervellati per tanto tempo sul perché il cielo di notte è scuro anche se ci sono miliardi di stelle nell'universo - stelle da qualunque parte si guardi -, e al fatto che il cielo dovrebbe risplendere, visto che non ci sono grandi ostacoli a fermare la luce. Poi scoprirono che l'universo era in espansione, che le stelle dopo il Big Bang si allontanavano all'impazzata l'una dall'altra, e che più le stelle erano distanti dalla Terra più si muovevano in fretta; alcune di esse correvano quasi alla velocità della luce, e per questo motivo il loro bagliore non arrivava mai fino a noi. Questa cosa mi piace. Si riesce a capirla semplicemente osservando il cielo sopra le nostre teste, riflettendo senza dover fare domande a nessuno. E quando l'universo avrà terminato di esplodere, tutte le stelle rallenteranno la loro corsa, alla fine si fermeranno e cominceranno di nuovo a cadere verso il centro dell'universo, come fa una palla gettata in aria. E allora non ci sarà più niente a impedirci di vedere tutte le stelle del mondo perché si avvicineranno, sempre più velocemente, e noi capiremo che il mondo presto sparirà, perché quando guarderemo il cielo di notte non ci sarà più il buio ma soltanto lo splendore di luce di milioni e milioni di stelle, tutte stelle cadenti. Solo che nessuno se ne accorgerà perché non ci saranno sopravvissuti sulla Terra. L'umanità sarà estinta. E se anche ci fossero delle persone ancora in vita non farebbe nessuna differenza perché la luce sarebbe talmente forte e accecante che verrebbero arse vive, anche se abitassero sottoterra. 14 19 Di solito i capitoli dei libri si indicano con i numeri cardinali 1, 2, 3, 4, 5, 6 e cosi via. Io però ho deciso di usare per i miei capitoli i numeri primi 2, 3, 5, 7, 11, 13e cosi via perché mi piacciono i numeri primi. Ecco il modo per capire cosa sono i numeri primi. Innanzitutto si scrivono tutti i numeri interi positivi che esistono al mondo. Poi si eliminano tutti i multipli di 2. E poi tutti i multipli di 3. Infine si tolgono tutti i multipli di 4 e di 5 e di 6 e di 7 e cosi via. I numeri che rimangono sono i numeri primi. La regola per calcolare i numeri primi è semplicissima, ma nessuno ha mai scoperto una formula altrettanto semplice per stabilire se un numero con molte cifre è anche un numero primo o quale sarà il successivo. Se un numero è grande, anzi grandissimo, un computer può anche impiegare anni a scoprire se si tratta di un numero primo. I numeri primi sono utili per codificare i programmi dei computer e in America vengono classificati come Materiale Militare, e se per caso se ne scopre uno con più di 100 cifre bisogna informare la Cia, che pagherà 10000 dollari per averlo. Ma certo questo non è il modo migliore per guadagnarsi da vivere. I numeri primi sono ciò che rimane una volta eliminati tutti gli schemi: penso che i numeri primi siano come la vita. Sono molto logici ma non si riesce mai a scoprirne le regole, anche se si passa tutto il tempo a pensarci su. 15 23 Quando arrivai alla stazione di polizia mi fecero slacciare le scarpe e svuotare le tasche sul bancone, nel caso avessi qualcosa che potessi usare per uccidermi, scappare o assalire un poliziotto. Il sergente dietro al bancone aveva mani molto pelose e si era rosicchiato le unghie tanto da farsele sanguinare. Ecco cosa avevo in tasca: 1. Un coltellino svizzero con 13 accessori, inclusi una pinza spelafili, una lama a seghetto, uno stuzzicadenti e delle pinzette. 2. Un pezzetto di corda. 3. Il tassello di un puzzle di legno fatto così: 4. 3 granetti di cibo per Toby, il mio topo. 5. £ 1. 47 (formata da 1 moneta da 1 sterlina, 1 da 20 pence, 2 da 10, 1 da 5 e 1 da 2). 6. Un fermacarte rosso. 7. Una chiave di casa. Avevo anche un orologio; loro volevano che me lo levassi, ma io risposi che non potevo perché avevo bisogno di sapere esattamente che ora fosse in qualunque momento. E quando cercarono di togliermelo mi misi a urlare, così mi permisero di tenerlo. Mi domandarono se avessi dei parenti. Dissi di Sì. Mi chiesero chi fossero. Dissi che c'era mio padre, ma che mia madre era morta. E aggiunsi che c'era anche lo zio Terry, ma che lui abitava a Sunderland ed era il fratello di mio padre, e poi anche i miei nonni, ma tre di loro erano morti e la nonna Burton stava in un ricovero perché soffriva di demenza senile e pensava che io fossi uno di quei personaggi che vedeva in televisione. Poi mi chiesero il numero di telefono di mio padre. Risposi che aveva due numeri, uno di casa e uno di cellulare, e glieli dissi 16 entrambi. Si stava bene nella cella. Era quasi un cubo perfetto, 2 metri di lunghezza per 2 metri di larghezza e a di altezza. Conteneva all'incirca 8 metri cubi d'aria. C'erano una piccola finestra con le sbarre e, sul lato opposto, una porta di metallo con una feritoia lunga e sottile vicino al pavimento per far passare i vassoi del cibo, e un'altra feritoia scorrevole un po' più in alto che serviva ai poliziotti per guardare dentro la cella e controllare che i prigionieri non fossero evasi o si fossero suicidati. C'era anche una panca imbottita. Mi domandavo come avrei fatto a scappare se fossi stato il protagonista di un libro. Impresa difficile, poiché le uniche cose che mi erano rimaste erano i miei vestiti e le scarpe senza lacci. Decisi che il piano migliore sarebbe stato quello di aspettare una giornata molto calda e poi usare gli occhiali per far convergere la luce del sole su uno dei miei vestiti e appiccare un incendio. Sarei evaso nel momento in cui si fossero accorti del fumo e mi avessero fatto uscire dalla cella. E se poi nessuno avesse notato il fuoco, avrei sempre potuto pisciare sui vestiti per spegnere l'incendio. Mi domandai se la signora Shears avesse raccontato alla polizia che avevo ucciso Wellington e se, quando polizia avesse scoperto che aveva mentito, lei sarebbe andata in prigione. Perché raccontare bugie sulle altre persone è una Calunnia.