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Buongiorno, vi do il benvenuto alla biblioteca dell’orto botanico dell’Università di Pavia. La nostra visita inizia all’esterno della struttura, nel chiostro, dove ci soffermeremo per un breve inquadramento storico. Il complesso dell’Orto Botanico sorge dove era un tempo la chiesa di Sant’Epifanio, fondata nel V secolo dall'omonimo vescovo. Ricostruita nel 1239, la chiesa fu affidata ai Canonici lateranensi, che nel XV secolo costruirono il chiostro dove ci troviamo. Alla fine del Settecento, sotto l’impero asburgico, nell’ambito del progetto di riforma del sistema d’istruzione pubblica, l'edificio monastico di Sant’Epifanio fu adattato a sede dell'Orto Botanico dell'Università. Nel 1790 la chiesa venne chiusa, e poi abbattuta nei primi anni del XIX secolo mentre il convento fu ampiamente rimaneggiato per dare spazio ad aule e laboratori. L'unica parte superstite del monastero è il chiostro quattrocentesco dove ci troviamo ora, abbellito dai capitelli marmorei scolpiti dove trovano posto anche targhe e statue dedicate a personaggi che hanno fatto la storia dell’orto botanico. Il loggiato al primo piano è stato tamponato per permettere il recupero di spazio ad uso di laboratori ed uffici. Rimane all’interno di un laboratorio una splendida monofora in cotto, traccia dell’antica apertura di una cella monacale sul loggiato. Potete vederla, in particolari condizioni di illuminazione, posizionandovi davanti alla statua di Giovanni Briosi e guardando di fronte a voi la seconda finestra da sinistra. Con l'istituzione dell’Orto botanico nel 1773, nacque anche la Biblioteca dell’Orto Botanico. La biblioteca è infatti, nel passato come oggi, un luogo fondamentale per lo svolgimento delle attività di ricerca e di didattica. Il primo nucleo del patrimonio della biblioteca risale quindi alla fine del ‘700 e si è poi arricchito grazie ad acquisizioni ad opera dei diversi direttori dell’Orto. Questo nucleo costituisce oggi il “Fondo Antico” della biblioteca, che comprende più di 2500 tra volumi ed estratti. Sono principalmente erbari dipinti, testi sulle flore regionali, di anatomia vegetale e piante medicinali, cataloghi di orti botanici. Il testo più antico è un incunabolo di Marsilio Ficino del 1489. La Biblioteca è rimasta in questa sede dal 1773, spostandosi solo di posizione all’interno dell’edificio. Possiamo oggi dire che si sono qui stratificate le tracce delle epoche passate, ciascuna caratterizzata da specifici strumenti bibliografici e da diverse consuetudini dei ricercatori e dei bibliotecari. Attraverso i percorsi di carte in Orto verrete guidati alla scoperta delle peculiarità della Biblioteca di ieri e di oggi, a ripercorrere la storia del libro e della stampa, a comprendere l’importanza dell’illustrazione naturalistica e degli strumenti didattici del passato. Recati ora all’ingresso della biblioteca e ascolta la traccia 2 per continuare la visita