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Il Manierismo è un movimento letterario che va dalla metà del 1500 agli inizi del 1600. Il critico Vasari ne sa una concezione positiva, mentre in generale è considerato negativo perché è una pura imitazione del Rinascimento. Durante questo periodo si affermano alcuni generi letterari: la commedia dell'arte, il melodramma e il poema eroico. Alla base del Manierismo c'è un evento storico: la Controriforma: si tratta della risposta della Chiesa all'opposizione di Lutero. L'evento cardine è il Concilio di Trento (dal 1545): vengono condannate le riforme di Lutero e viene istituito il tribunale dell'Inquisizione, che puniva gli eretici. La Chiesa censura molti libri e tutte le opere umanistiche, che mettevano al centro di tutto l'uomo invece che Dio. Il Manierismo predilige la mancanza di equilibrio, abbandona le forme perfette e armoniche. Continuano però a osservare la bellezza della natura e si rafforza la teoria eliocentrica (il Sole è al centro dell'universo). La cultura cortigiana è chiusa e si riduce il mecenatismo. Il principe limita la libertà dello scrittore perché ha timore della Chiesa. Prima gli artisti e gli intellettuali davano consigli ai principi; ora gli scrittori non hanno più libertà di espressione e diventano segretari. O scrive solo quello che vuole il principe o decide di andarsene e vendere le opere in cambio di denaro. Siamo di fronte all'alienazione dello scrittore: si annulla il suo pensiero. I temi del Manierismo sono la follia, l'orrore, l'utopia, la malinconia. Per loro non c'è nessuna speranza di salvezza, sono pessimisti. Torquato Tasso è l'autore più importante del Manierismo. Passa da una corte all'altra e la sua opera più importante è la Gerusalemme Liberata. Ha una crisi letterario, perché ha paura che il suo libro verrà censurato dalla Chiesa, così decide di inviarglielo.