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Città di Torino. Presentazione a firma dell’ Assessora alla Cultura Comune di Torino: Rosanna Pùrchia. La Città di Torino aderisce al Comitato Promotore Celebrazioni Ludovico il Moro condividendo a fondo il principio di un’azione di rete, fondata sulla sinergia e la cooperazione tra le città, e tra queste e le istituzioni preposte allo studio, alla conservazione e alla valorizzazione del nostro patrimonio. Una prospettiva propizia per sviluppare progetti culturali di ampio respiro, come questo dedicato a uno dei protagonisti del Rinascimento italiano, che consente di promuovere la conoscenza di beni preziosi a volte poco conosciuti, insieme a grandi capolavori, diffusi in tutto il Paese. Gli anni di vita di Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, non coincidono con i momenti di maggiore fioritura di Torino, che solo dopo la metà del XVI secolo diventerà capitale del Ducato Sabaudo, premessa al suo futuro ruolo di prima capitale del Regno d’Italia. È proprio all’alba dell’unificazione, nel 1863, che arriva alla Biblioteca Reale di Torino il Varia 75, conosciuto come Codice Sforza, acquistato pochi anni prima a Londra dove era Ministro Plenipotenziario dal diplomatico piemontese e raffinato collezionista Emanuele D’Azeglio. Questo prezioso quaderno, scritto nel 1467 da Ludovico Maria Sforza ancora quindicenne, è una straordinaria e rara testimonianza della formazione culturale impartita a un giovane principe sotto la guida di un accreditato precettore. Tra le splendide miniature che accompagnano le annotazioni grammaticali, letterarie e storiche, compare anche il ritratto del giovane Ludovico impegnato nello studio. È interessante ricordare che il Codice Sforza, custodito tuttora nella Biblioteca Reale dei Musei Reali di Torino, fu da subito oggetto di un sapiente intervento di riproduzione da parte del fotografo Camil Silvi, per consentire la visione e lo studio dell’opera senza pregiudicarne la conservazione. Una moderna edizione facsimilare, che riproduce con la massima fedeltà le caratteristiche codicologiche dell’originale, è stata inoltre realizzata nel 2017 dalla casa editrice Novacharta, la quale ha finanziato anche un intervento conservativo sul manoscritto. Un approccio orientato all’integrazione degli obiettivi di tutela e valorizzazione del patrimonio che trova anche espressione nel nostro Centro di Restauro della Venarìa Reale. La formazione del giovane Ludovico Maria Sforza, non poteva prescindere da un testo fondamentale: la Retorica ad erennium, della quale il futuro duca realizza un commento sotto la guida del maestro Francesco Filelfo. Un’esercitazione per il giovane allievo, sontuosamente illustrata dai miniatori di corte con bordure raffiguranti imprese, ritratti, stemmi e scene ispirate a eventi della storia romana e greca, da offrire alla madre, Bianca Maria Sforza, come saggio dei suoi progressi negli studi. Le fotografie ritraggono tre pagine del prezioso manoscritto.