Download Free Audio of Città di Piacenza. Presentazione a firma dell�... - Woord

Read Aloud the Text Content

This audio was created by Woord's Text to Speech service by content creators from all around the world.


Text Content or SSML code:

Città di Piacenza. Presentazione a firma dell’ Assessore alla Cultura, Turismo e Marketing territoriale del Comune di Piacenza: Cristian Fiazza. Piacenza terra di passo. È con vivo interesse che il Comune di Piacenza partecipa a questo condiviso progetto dedicato ai luoghi e ai paesaggi di Ludovico il Moro, un suggestivo percorso storico-iconografico che getta luce sulla straordinaria storia dell’Italia dell’ultimo Quattrocento. Lo stretto legame della nostra città con il Ducato di Milano si dispiega a livello politico, sociale e culturale. Politicamente integrata, a partire dal Trecento nel Ducato di Milano, Piacenza lega la sua storia alle vicende dei Visconti prima e degli Sforza poi. Nei cinquant’anni di dominio sforzesco, dalla dedizione della città a Francesco Sforza nel 1448 alla conquista francese del 1499, la città definisce un suo ruolo all’interno del quadro di accentramento del potere ducale. “Piacenza è terra di passo”: così, attorno agli anni 1490 e 1494, Leonardo da Vinci, mentre si stava interessando forse per un’altra persona ad un progetto per la realizzazione delle porte bronzee del portale maggiore della Cattedrale, descrive la città in uno scritto conservato nel Codice Atlantico. Gli spazi politici, sociali, economici, ma anche urbanistici, artistici e culturali di Piacenza sono profondamente condizionati da questo suo essere terra di passo e da un’estesa circolarità di contatti tra Milano e Piacenza. Dietro questa rete di rapporti c’è, in primo luogo, la storia istituzionale, politica ed amministrativa del Ducato. Ma c’è anche uno scambio attivo di usi, abitudini e forme del vivere civile. L’aristocrazia piacentina entra a pieno titolo negli ingranaggi del governo del Ducato. È una nobiltà prevalentemente fondiaria che, anche nel contatto e nel confronto con la corte milanese, punta sul prestigio e sulla rappresentatività. È una committenza civile, ma anche religiosa, quella che gradualmente trasforma il volto della città, segnata anche da rinnovati tracciamenti viari. Si aprono cantieri, si guarda con ammirazione alla realizzazione di nuovi splendidi palazzi, ornati di trionfali portali, come quello voluto da Manfredo Landi. Fervono i lavori nel cantiere dell’Ospedale Maggiore, fondato nel 1471, e si avvia la costruzione del Palazzo Vescovile per volere di Fabrizio Marliani, vescovo di Piacenza dal 1476 al 1508. A Piacenza, terra di passo, arrivano maestranze e scultori attivi nei principali cantieri di Milano e Pavia. Circolano uomini e girano materiali. Nel 1494 giungono dal lago Maggiore, per via fluviale, otto grandi colonne per la chiesa di San Sisto, per il cui trasporto è proprio il Moro a concedere l’esenzione del dazio. Nella terra di passo entrano anche i luoghi della cultura. Tra Piacenza e Milano circolano libri e raffinati corali, ed ancora riecheggiano le coreografie di Domenichino da Piacenza e i versi di Antonio Cornazzano. Rinnovare la memoria di questi rapporti inserisce Piacenza a pieno titolo nella rete di rapporti che, all’insegna della figura del Moro, si collegano in un ideale percorso che è insieme culturale e turistico. Fotografia 1. Piacenza, Archivio, Capitolare di Sant’Antonino, corale E. Foto: Anna Riva. Il corale, conservato presso l’Archivio capitolare di Sant’Antonino e dedicato alla festa del Santo Patrono, che si celebra il 4 luglio, fa parte della collezione dei diciannove libri che coprono tutto l’anno liturgico. Allestito tra la fine del Quattrocento e gli inizi del secolo successivo, è da collegare alla figura del vescovo di Piacenza Fabrizio Marliani (1440 circa - 1508) che, nominato vescovo di Piacenza nel 1476, guidò la chiesa piacentina per trantadue anni. Marliani apparteneva ad una nobile famiglia milanese, vicina alla famiglia degli Sforza, dei quali fu cappellano. Uomo raffinato e colto, definito dal Muratori ‘vir non literis minus quam rerum experienza preclàrus’, fu un appassionato di libri, di cui arricchì anche le chiese della sua diocesi. Per Sant’Antonino promosse l’allestimento di questi raffinati corali, alcuni dei quali rimandano per le miniature alla cerchia degli Arcimboldi. Fotografia 2. Il palazzo Landi ora dei Tribunali, Litografia, fratelli Bertola, tavola 4, Luigi Ambiveri, Raccolta dei monumenti di Piacenza, supplemento illustrato numero 3 al numero 181 del Giornale “La verità” di Piacenza, milleottocentottanta milleottocentottantuno. Il portale nord di Palazzo Landi, realizzato in marmo dai fratelli Gabriele e Giovan Pietro da Rho tra il gennaio 1482 e il maggio 1483, costituisce un significativo esempio di ingresso trionfale, caratterizzato da decori di gusto antiquario, diffuso in Lombardia da Giovanni Antonio Amadeo. Tale portale, che ebbe una grande fortuna servendo da modello per numerosi altri, si inserisce all’interno dell’edificazione di Palazzo Landi, il cui progetto architettonico, fu commissionato dal conte Manfredo Landi attorno al 1480 e concluso dal figlio Corrado nel 1510, venne affidato a Giovanni Battagio da Lodi, che lavorò in collaborazione con il genero Agostino de Fondulis, autore della decorazione in cotto. Attualmente è sede del Tribunale di Piacenza. Fotografia 3. Piacenza, Biblioteca comunale Passerini Landi, Fondo comunale. La Biblioteca comunale Passerini-Landi conserva un esemplare dei ‘Commentari Rerum Gestarum Francisci Sforzie’ di Giovanni Simonetta nella versione italiana fattane da Cristoforo Landino, pubblicati a Milano da Antonio Zarotto nel 1490. L’edizione, in cui l’opera affianca al titolo dato dal Simonetta quello di Sforzìada, è dedicata a Lodovico Sforza Visconte, cioè al Moro. L’incunabolo, un esemplare fittamente postillato da mano tarda, proviene dalla biblioteca del convento domenicano di San Giovanni in Canale, fortemente incardinato nel contesto spirituale e culturale di Piacenza.