Read Aloud the Text Content
This audio was created by Woord's Text to Speech service by content creators from all around the world.
Text Content or SSML code:
Ecomuseo della Martesana. Presentazione a firma del Referente scientifico Martesana: Edo Bricchetti. La grande svolta di Milano fu il passaggio di consegne dai Visconti agli Sforza. Francesco Sforza, capitano di ventura, ne fu il grande tessitore politico. Ludovico il Moro, suo figlio, completò l’opera del padre anche se la sua ambizione lo portò a compiere alcuni passi falsi all’interno dello scenario europeo. Pur tuttavia, la sua corte fu una delle meraviglie dell’Europa intera, il vero rinascimento lombardo. Artisti, scienziati , fra questi lo stesso Leonardo da Vinci, trovarono alla sua corte spunti e motivi per meravigliare. Ludovico il Moro era spinto dalle sue ambizioni politiche, ma anche dal suo disegno di apparire. Fu forse questo suo desiderio di visibilità che lo spinse ad agire in più campi, dall’arte alla scienza, dalle conquiste politiche alle infrastrutture territoriali. Fra queste ultime, il Naviglio Martesana fu indubbiamente l’opera che contribuì a rendere Milano ancora più milanese, strappando la supremazia economica alle città lombarde rivali. Il Naviglio Martesana, orgoglio della scuola idraulica lombarda, fu costruito in soli 6 anni, fra il 1457 e il 1463, lungo quella linea ideale che divideva le terre asciutte, a nord del naviglio, da quelle irrigue a sud. Il naviglio prelevava le acque dal fiume Adda presso Trezzo sull’Adda e, dopo circa 33 chilometri, andava ad alimentare il fossato medievale milanese avviando commerci e industrie all’interno della città. Erano, infatti, le acque del Martesana che alimentavano la Cerchia interna dei navigli milanesi, quella stessa che improvvidamente fu interrata fra il 1929 e il 1930. Fotografia 1. Acque e terre del Naviglio Martesana. Foto di Giovanni Gargantini. Il naviglio preleva le acque del fiume Adda a Concesa presso Trezzo sull’Adda e le convoglia, dopo un percorso di circa 33 chilometri, a Milano in quello che era un tempo il vecchio fossato medievale. Il naviglio, che fu costruito fra il 1457-1463, s’impone ancora oggi alla vista con i suoi paesaggi di terre ed acque sotto quel cielo lombardo di Manzoniana memoria. Fotografia 2. Cascina Regoledo. Cassano d’Adda. Foto di Giovanni Gargantini. Il Naviglio Martesana fu inizialmente costruito per irrigare i campi, ma fu quasi subito utilizzato anche per scopi commerciali. Le numerose cascine che costellano l’area dei fontanili, a sud del canale, testimoniano l’anima rurale della piana attraversata dal naviglio. A Cascina Regoledo erano stoccate le merci agricole destinate alla Curia milanese. Si tratta di un lungo edificio in muratura che lambisce la sponda del canale con il quale entra in rapporto diretto. Fotografia 3. Via Tofane, Greco Milanese. Foto di Imerio Raffaini. Via Tofane a Greco milanese era un tempo il quartiere dei cocchieri e dei fiaccherai che abitavano nelle case economiche della via, in quell’angolo di mondo conosciuto come il Cantun Frec, ovvero l’angolo freddo. Qui le case rivierasche di via Prospero Finzi, ieri come oggi, s’affacciano sul naviglio con i graziosi balconcini in ferro battuto ritagliando uno spazio fuori dal tempo, fuori, soprattutto, dal traffico congestionato di viale Monza.