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Città di Venezia. Presentazione a firma del Responsabile e conservatore del Museo Correr - Fondazione Musei Civici di Venezia: Andrea Bellieni. Nel panorama dell’Italia e dell’Europa di fine Quattrocento la Serenissima Repubblica di Venezia è ancora una ricca potenza, soprattutto economica, col suo dominio da terra esteso ad ovest fino all’Adda, quindi confinanti con il Ducato di Milano, e ad est scendente lungo la costa orientale dell’Adriatico. Come nei floridi secoli precedenti, rivolta soprattutto ai commerci con l’Oriente tramite il suo dominio ‘da mar’ formato da tante isole ionie ed egee, Venezia nel Quattrocento dovette di necessità entrare da protagonista nella complicata situazione politica dell’Italia del tempo, specie al confronto con le entità statali ad essa confinanti. Rispetto al Ducato milanese, prima visconteo e poi sforzesco, i rapporti furono sempre improntati a reciproca alterna prudenza e diffidenza. Anche nelle vicende politico-militari che videro protagonista il duca Ludovico Maria Sforza. Costui, dopo essersi alleato con Venezia nello scontro con gli Aragonesi di Napoli e avendone avuto soprattutto concreto aiuto nella difesa del ducato milanese, minacciato dal re di Francia Carlo VIII durante l’assedio di Novara nel 1495, rovesciò gli accordi parteggiando con Firenze e i Medici, puntando inutilmente alla conquista di Pisa. La sua scelta di campo sbagliata fu evidente alla seconda discesa dei francesi in Italia. Luigi XII si alleò con Venezia e le sue milizie, al comando di Gian Giacomo Trivulzio, invasero il ducato milanese nel 1499. Ludovico fu catturato e portato prigioniero in Francia dopo un fallito tentativo di riconquista del ducato con l’aiuto di malfidati mercenari svizzeri nell’aprile del 1500. Fotografia 1. Venezia, Palazzo Ducale. Secolo XIV e aggiunte successive. Il Palazzo Ducale di Venezia, residenza del doge e sede di tutti i consigli e magistrature, oltre che di tutti i molteplici uffici amministrativi, per tutto il corso della storia millenaria della Repubblica di San Marco è stato il centro unico del suo potere statale e, quindi, l’edificio in assoluto identificativo del potere della Serenissima. Sul sedime quadrangolare dell’antico palazzo fortificato già dei primi dogi nel secolo decimo, l’attuale edificio fu integralmente ricostruito fra Tre e Quattrocento. Il progetto è attribuito tradizionalmente allo sfuggente Filippo Calendario, architetto e capo-scultore, coinvolto nella congiura di Marin Falier e giustiziato nel 1355. Pur mostrando un’architettura assai omogenea, il corpo anteriore verso il mare risale al secolo XIV, là è la grandiosa aula del Maggior Consiglio, al secolo XV quello laterale verso la piazzetta San Marco. L’architettura esterna è un ardito e visivamente impressionante sovrapporti di pieno, caratterizzato dalla minuta bicromia bianco-rosa del rivestimento marmoreo, sopra al vuoto dei trafori gotici di portici e logge. Il lato di fondo è occupato dalla Basilica di San Marco, cappella palatina. Ricorrenti furono incendi e successivi restauri, che però ne hanno sempre rispettato la forte immagine architettonica originale. Il lato interno, oltre il grande cortile, risale ai secoli XV e XVI. Là era l’appartamento dogale, abitato anche dai dogi Giovanni Mocenigo e Agostino Barbarigo, legati alle vicende di Ludovico il Moro. Fotografia 2. Diploma di Ludovico Maria Sforza. Miniatura su pergamena. Datazione: 1497. Venezia, Museo Correr. Questa bellissima pergamena miniata contiene uno speciale diploma rilasciato dal Duca Ludovico Maria Sforza a Giorgio Negri, segretario e oratore della Repubblica di Venezia. Spicca nel capolettera un ritratto del Duca stesso, tra ricchi ed elegantissimi ornati policromi, lo stemma sforzesco con gli emblemi dei tizzoni ardenti con funi e secchi e, al centro, l’altra nota impresa personale del duca con la scopetta. Opera uscita della cancelleria ducale, per mano di un ottimo miniatore di corte. L’occasione dovette legarsi al tentativo di ricomporre l’alleanza con la Serenissima, prima della seconda fatale discesa francese. Fotografia 3. Jacopo De Barbari, venezie, veduta di Venezia a volo d’uccello. Xilografie su carta congiunte, ricavate da 6 matrici lignee. Datazione: 1500, primo stato. Venezia, Museo Correr. Realizzata dal pittore e incisore veneziano Jacopo De Barbari per lucrosa iniziativa dell’editore tedesco Anton Kolb, è un’opera xilografica di inusitate complessità e dimensioni, oltre che di eccezionale impegno topografico e incisorio. Sorprendente e inedita è l’ideazione leonardesca della veduta a volo d’uccello da un ideale punto molto rialzato. La veduta restituisce con grande fedeltà e fin nei minimi dettagli, la situazione urbana della città nell’esatto anno 1500.