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Comune di SAN GIOVANNI IN CROCE. Presentazione a firma di: Laura Nardi, Responsabile Villa Medici del Vascello. Negli ultimi decenni del Quattrocento, mentre Ludovico il Moro era impegnato a governare il Ducato di Milano, l’odierna Villa Medici del Vascello non era altro che una rocca difensiva come tante, eretta all’inizio del secolo nella campagna cremonese e caratterizzata da un’architettura militare austera. I lavori di trasformazione che porteranno la rocca, nel corso dei secoli, a divenire una splendida residenza nobiliare dalle forme ingentilite, furono avviati dopo che il forte venne eletto a villa di delizia da un’illustre padrona di casa: Cecilia Gallerani, divenuta Contessa di San Giovanni in Croce in seguito alle nozze con il Conte Ludovico Carminati di Brembilla nel 1492. Lei qui amava trascorrere lunghi periodi dell’anno ospitando illustri poeti, pittori e musici. Donna di grande fascino e raffinata intelligenza, Cecilia Gallerani aveva deciso di ricreare nella campagna cremonese un’atmosfera che le stava molto a cuore: quella della corte sforzesca milanese dove aveva vissuto, fino a poco tempo prima, circondata dalle più grandi personalità dell’epoca e amata niente di meno che dal Duca Ludovico Maria Sforza. La relazione tra Cecilia Gallerani e Ludovico il Moro ebbe inizio probabilmente nel 1485, grazie ad un incontro fortuito tra i due che, ad un primo sguardo, non parevano aver troppi punti in comune. In realtà scoccò subito la scintilla tra l’allora adolescente Cecilia, che, seppur di origini non nobili, aveva coltivato numerosi interessi culturali tra cui una predilezione particolare per la composizione poetica, e il Duca, che, a quasi quarant’anni, aveva già avuto modo di dimostrare le sue doti politiche e la sua capacità di governo. Tra le testimonianze di questa grande storia d’amore annoveriamo: la nascita del figlio Cesare Forza Visconti nel 1491, venuto alla luce a pochi giorni dal matrimonio del Duca con Beatrice d’Este. La commissione a Leonardo da Vinci, da parte di Ludovico, di un ritratto dell’amata. Un capolavoro che noi tutti oggi conosciamo con il nome di Dama con l’ermellino. Numerosi terreni e beni che il Moro diede in dono a Cecilia, oltre che il matrimonio combinato con il Conte Carminati, in cambio del suo allontanamento dalla corte sforzesca in seguito al matrimonio del Moro con Beatrice. Fu così che Cecilia Gallerani giunse a San Giovanni in Croce, uno dei feudi ricevuti in dono, dove diventò artefice di un fermento culturale a cui un piccolo borgo di campagna non era certo avvezzo, e dove ricreò, nelle sale di Villa Medici del Vascello che lei stessa contribuì a rendere più eleganti e signorili, salotti degni della corte sforzesca. Fotografia 1. Villa Medici del Vascello. Particolare della torre est: le finestre furono costruite poco dopo il matrimonio di Cecilia Gallerani con Ludovico Carminati di Brembilla, Signore di San Giovanni in Croce. Secondo la leggenda la nuova castellana ricevette il permesso di modificare la struttura della torre aggiungendo delle aperture che le permettessero di guardare il cieloverso Milano, ovvero in direzione di Ludovico il Moro. Fotografia 2. Villa Medici del Vascello. Eretta a San Giovanni in Croce nel 1407 con funzione difensiva al crocevia tra i territori di Cremona, Mantova, Parma e Brescia. Divenne poi residenza estiva di Cecilia Gallerani. Fotografia 3. Dama con l’ermellino. Leonardo da Vinci. Datazione: 1488, 1490. Tecnica: Olio su tavola. Ritratto di Cecilia Gallerani, su commissione di Ludovico il Moro. Comune di Ferrara. Presentazione a firma del Sindaco del Comune di Ferrara: Alan Fabbri. Il coinvolgimento e la partecipazione del Comune di Ferrara, nell’ambito delle iniziative relative alla celebrazione dei 570 anni dalla nascita di Ludovico il Moro e i 530 dalla fondazione di Piazza Ducale, è senz’altro motivo di prestigio e onore per la nostra città. È stato un vero piacere collaborare alla definizione dei contenuti che costituiranno la mostra fotografica: Sulle orme di Ludovico il Moro: luoghi e paesaggi, primo e importante passo di quel percorso progettuale che contribuirà a sviluppare ed approfondire la conoscenza storica, culturale e artistica di una delle più importanti figure del Rinascimento Italiano. La possibilità di valorizzare alcuni dei luoghi ferraresi che, più di tutti testimoniano l’epoca di Ludovico il Moro, rappresenta anche un’importante occasione di studio e di approfondimento dei legami che intercorrevano tra il Moro e la città estense, allora guidata da Ercole primo d’Este. Rappresentativi di questo stretto rapporto sono alcune figure chiave, ulteriormente valorizzate grazie alla Vostra iniziativa. Da una parte, Antonio Costabili, personalità di spicco alla corte di Ercole primo d’Este e uomo di fiducia del Moro e, dall’altra, Beatrice d’Este, seconda figlia di Ercole primo e moglie dello Sforza. Oltre a questi importanti soggetti, si è voluto commemorare uno dei momenti più significativi della relazione della città estense con il Moro, mostrando quella parte del Castello che lo accolse nella sua permanenza a Ferrara. Il suo soggiorno in città fu, secondo le fonti, breve: dal 18 al 28 marzo 1493, ma particolarmente significativo e celebrato con onori, festeggiamenti e visite a quelli che erano i principali luoghi del potere estense. Va dunque alla Vostra Amministrazione tutta la nostra riconoscenza nell’aver coinvolto il Comune di Ferrara in questa prima fondamentale e proficua iniziativa, certi che la collaborazione tra i nostri Enti potrà rinnovarsi, con sempre maggior vigore, nel solco di una tradizione di cui Ludovico il Moro fu uno dei massimi protagonisti. Fotografia 1. Castello Estense. Fotografia 2. Palazzo Costabili. Fotografia 3. Palazzo Ducale Estense, stanza dorata. Comune di Firenze. Presentazione a firma di: Carlo Francini, Firenze Patrimonio Mondiale e Rapporti con UNESCO, Direzione Cultura e Sport, Comune di Firenze. Nel 2022 si celebra un anno intenso e importante che vede la celebrazione dei 570 anni dalla nascita di Ludovico il Moro, figura cardine del Rinascimento italiano e della storia del Ducato di Milano. È proprio uno degli obiettivi dell’Ufficio Firenze Patrimonio Mondiale e Rapporti con UNESCO del Comune di Firenze quello di riallacciare, attraverso delle figure storiche, simboliche, e di indubbio valore, il rapporto tra la comunità e il patrimonio materiale e immateriale della città e del territorio. Per questo siamo felici di far parte del Comitato Organizzatore e di sostenere il progetto legato a tale ricorrenza storica. I rapporti culturali fra la Firenze medicea a la Milano sforzesca sono sempre stati saldi e proficui. Un legame che nasce sin dalla ascesa al potere nel 1450 di Francesco Sforza, il quale manifestò una particolare amicizia nei confronti di Cosimo il Vecchio della famiglia de’ Medici, che lo contraccambiò considerandolo un potente alleato. Già nel 1451 Antonio Filarete si trasferiva a Milano, dove divenne architetto ducale progettando il Banco mediceo, edificato su un terreno donato a Cosimo. Lavorò anche all’Ospedale Maggiore e al tiburio del Duomo. Il figlio di Francesco, Galeazzo Maria, onorò Firenze con due memorabili visite. Nel 1459 e nel 1471. Nel marzo del 1471 l’accoglienza che ricevette il Duca, accompagnato da Ludovico, Filippo e la sua corte, fu sontuosa e grandiosa. I Medici stupirono l’ospite con le numerose e preziose opere d’arte di cui aveva adornata la loro casa, facendo assistere il corteggio ducale a tre sacre rappresentazioni. L’Annunciazione della Vergine, l’Ascensione di Cristo e la discesa dello Spirito Santo, che ebbero luogo nelle chiese di San Felice, dei Carmelitani e di Santo Spirito. L’effigie del principe milanese era ripetutamente richiamata in Palazzo Medici Riccardi, in un dipinto del Pollaiolo nella “camera grande terrena” e negli affreschi di Benozzo Gozzoli nella cappella. Ucciso Galeazzo Maria in una congiura, nel 1480 Ludovico il Moro assunse la reggenza instaurando con Lorenzo il Magnifico un rapporto di stima, dialettico e aperto. Temendo le ingerenze di Venezia, mantenne la tradizionale alleanza con Firenze, coalizzandosi anche con Roma e Napoli. Vi è dunque un legame culturale e di intenti che questa mostra mette in evidenza, tra la storia fiorentina e quella ducale milanese, celebrandone la solidità. Fotografia 1. Palazzo Vecchio, aprile 2020. Chiusura Covid. Foto di Mattia Marasco. Fotografia 2. Affresco Cappella Benozzo Gozzoli. Palazzo Medici Riccardi.Foto di Simone Lampredi. I rapporti culturali fra la Firenze medicea e la Milano sforzesca sono sempre stati saldi e proficui. Nel marzo del 1471 l’accoglienza che ricevette nella città di Firenze il Duca Galeazzo Maria Sforza, accompagnato da Ludovico, Filippo e i suoi accompagnatori, fu grandiosa. I Medici fecero ammirare al corteggio Ducale il Duomo di Santa Maria del Fiore, Palazzo Vecchio e le altre meraviglie artistiche e architettoniche. L’effigie del principe milanese era ripetutamente richiamata in Palazzo Medici Riccardi negli affreschi della cappella del Benozzo Gozzoli. Fotografia 3. Duomo di Firenze, Santa Maria del Fiore. Foto di Vanessa Puzzles.