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Ecomuseo del paesaggio lomellino. Presentazione a firma del presidente, Francesco Berzero e del coordinatore, Umberto De Agostino. Castelli, abbazie, basiliche, pievi medievali incastonate fra le risaie, palazzi nobiliari. E poi garzaie, fontanili, dossi, antiche strade di epoca romana. Con un comun denominatore: il riso. Tutto questo è l’Ecomuseo del paesaggio lomellino, presente alla mostra “Sulle orme di Ludovico il Moro” in rappresentanza della novantina di soci pubblici e privati. Il progetto di tutela e valorizzazione della Lomellina, partito nel 2008, si articola su più fronti: la promozione dei luoghi storico architettonici, grazie al progetto Lomellina piccola Loira, che da alcuni anni dà il benvenuto a migliaia di turisti da ogni parte del Nord Italia; la diffusione dell’identità territoriale all’interno delle scuole con il progetto Io sono lomellino; la salvaguardia delle tipicità con la Cesta lomellina, paniere composto esclusivamente di prodotti della nostra terra. Non potevamo dunque mancare a questo appuntamento vigevanese, considerato anche il fatto che Ecomuseo interviene sullo spazio di una comunità proponendo come oggetti del museo non solo i manufatti della vita quotidiana, ma anche i paesaggi, l'architettura, il saper fare, le testimonianze orali della tradizione. E non è un caso che fra i nostri soci rientri il vigevanese Mulino di Mora Bassa, che offre ai visitatori la mostra permanente sulle macchine di Leonardo, costruite in legno su modelli quattrocenteschi e tutte funzionanti. In conclusione, ribadiamo che l’Ecomuseo, con sede nell’ottocentesco palazzo Strada di Ferrera Erbognone, si pone con sempre maggior convinzione come punto di riferimento per la tutela e la promozione della lomellinità. Fotografia 1. Castello di Scaldasole. Foto di Luigi Pagetti. Il nucleo originale del castello di Scaldasole viene eretto alla fine del X secolo. Nel 1404 il nobile pavese Ardengo Folperti fa erigere il ricetto e, alcuni anni dopo, i marchesi Malaspina lo abbelliscono con un portico e una loggia. Il complesso ospiterà, fra gli altri, gli imperatori Massimiliano primo e Carlo quinto d'Asburgo. Nel 1804 il nobiluomo garlaschese Giovanni Antonio Strada acquisisce la piena proprietà del castello, gestito ancora oggi dagli eredi. L’edificio è visitabile su prenotazione. Fotografia 2. Castello di Sartirana. Foto di Francesco Deagostino. Il castello di Sartirana Lomellina fu costruito alla fine del Trecento su ordine del duca di Milano Gian Galeazzo Visconti e, alla fine del Quattrocento, consolidato dagli Sforza con l’ampliamento della torre rotonda. Nel Cinquecento il castello passa a Mercurino Arborio di Gattinara, cancelliere dell’imperatore Carlo quinto d’Asburgo. Nel 1934 ne diventa proprietario il duca Amedeo di Savoia Aosta. Oggi è proprietà privata visitabile su appuntamento, così come l’attigua e suggestiva Pila. Fotografia 3. Pieve e battistero di Velezzo Lomellina. Foto di Mesturini Morelli. La Pieve di Velezzo Lomellina dovrebbe risalire alla fine del nono secolo o agli inizi del decimo. Dedicata alla Natività di Maria, conserva notevoli tracce dell'originaria architettura romanica, fra cui l'abside, il campanile e gli elementi decorativi del fianco verso il cortiletto. L’attiguo battistero è una costruzione singolare per la pianta circolare, per i motivi decorativi con due ordini di archetti pensili e lesene, e per i mattoni a spina di pesce e i materiali romani di recupero. Comune di Viadana. Presentazione a firma del Sindaco: Nicola Cavatorta e dell’Assessore alla Cultura: Rossella Bacchi. La presente innanzitutto per ringraziarVi dell’attenzione che avete riservato alla Città di Viadana, onorandoci dell’invito a far parte del Comitato Promotore. Le celebrazioni in onore di Ludovico il Moro e la programmazione culturale che nel prossimo triennio verrà promossa, offrono la grande occasione di concepire i tanti territori interessati in un unicum Museo Diffuso Nazionale che il singolo visitatore andrà a comporre e articolare in base ai propri interessi e alle proprie curiosità culturali. Con l’augurio sincero ed appassionato che gli eventi in epigrafe possano stimolare anche fabbisogni culturali inespressi e siano prodromici di ricadute positive per tutte le comunità coinvolte, porgiamo cordiali saluti. Fotografia 1. Bosco antico, attracco. Fotografia 2. Ex attracco. Fotografia 3. Mappa fiume Po. Comune di Pavia. Presentazione a firma del Sindaco: Mario Fabrizio Fracassi. Con convinzione aderiamo a questo progetto sui luoghi legati alla memoria di Ludovico il Moro, l’ultimo vero e proprio duca, con la caduta del quale il Ducato di Milano perse la propria autonomia per passare, dopo poco più di un trentennio di alterne vicende sotto le influenze francesi e spagnole, definitivamente nell’orbita dell’impero di Carlo V. Per tale motivo, ci è sembrato giusto scegliere due immagini del nostro Castello, che è stato residenza privilegiata delle famiglie Visconti e Sforza per un secolo e mezzo, e una del modello ligneo del Duomo di Pavia, che tanto deve al Moro, fautore molto probabilmente degli interventi nella fase progettuale dei grandi architetti rinascimentali, in primis Donato Bramante, ma anche Leonardo da Vinci e Francesco di Giorgio Martini. Il Castello Visconteo venne costruito in pochissimi anni da Galeazzo secondo, il quale, all’indomani della presa di Pavia, voleva dare ai cittadini un segno ben visibile della presenza e del potere del nuovo signore. Più che una fortezza, fu soprattutto la splendida sede di una corte raffinata, come è ancora possibile intuire dalle grandi bifore esterne, dal loggiato del cortile e dagli affreschi delle sale interne, elementi che rispecchiano il gusto del gotico internazionale. Attualmente è sede dei Musei Civici. Fotografia 1. Pavia, Castello Visconteo, angolo sud-est del cortile. Foto di Fiorenzo Cantalupi. Fotografia 2. Pavia, Castello Visconteo, fronte meridionale. Foto di Fiorenzo Cantalupi. Fotografia 3. Modello Ligneo del Duomo di Pavia. Foto di Fiorenzo Cantalupi. Cristoforo Rocchi e Giovanni Pietro Fugazza. Modello ligneo del Duomo di Pavia, veduta absidale. Documentato dal 1493 al 1526. Materiale: legni vari. Per lo più rovere, frassino, cipresso e noce, Dimensioni massime: centimetri 364 per 364 per 505. Pavia, Musei Civici. Il Modello Ligneo del Duomo di Pavia, composto da oltre 500 pezzi di legni di varie essenze montati a incastro, costituisce uno dei più grandi e importanti modelli lignei della storia dell’architettura. Il progetto tridimensionale doveva mostrare l’edificio che si andava costruendo, aiutando così le maestranze del cantiere durante la costruzione. Testimonianza di un progetto elaboratosi a partire dall’ultimo decennio del Quattrocento, con l’apporto di grandi architetti, da Bramante a Leonardo, esso risulta un capolavoro di carpenteria, intagliato in ogni dettaglio esterno e interno.